La Dirigenza in ambito riabilitativo

Giuseppa Deodato

La prima parte di questo articolo evidenzia come la legge 251/00 abbia introdotto la figura del Dirigente in ambito riabilitativo per migliorare la qualità, l'efficienza, l'efficacia e l'appropriatezza dell'intervento riabilitativo. Per perseguire queste finalità il Dirigente lavora per obiettivi definiti in modo chiaro, che non devono riferirsi alle attività delle persone ma a ciò che queste attività producono. Il budget è un processo di negoziazione tra strutture gerarchiche superiori e strutture poste alla base, che indica gli obiettivi da raggiungere e implica una valutazione dei risultati ottenuti e una nuova progettazione. Nella seconda parte il contributo, dopo aver delineato le caratteristiche che contraddistinguono il profilo umano e professionale del manager, e analizzato le fasi del processo decisionale, si sofferma sulla gestione del rischio. Infatti la sicurezza, nella sua accezione positiva, si configura quale dimensione essenziale della qualità clinico-assistenziale. Si riprende la distinzione di Reason tra condizioni di insicurezza legate alla modalità di organizzazione del lavoro ed errori attivi imputabili alla responsabilità del singolo operatore. Gli strumenti di gestione del rischio possono essere proattivi o reattivi. Gli strumenti proattivi, tra cui le Linee Guida, permettono di intervenire sugli outcome indesiderati prima che essi accadano. Gli strumenti reattivi, tra cui l'Incident reporting e l'audit clinico, analizzano retroattivamente gli incidenti. In riabilitazione pertanto i concetti chiave sono: il governo clinico, che è il contesto per l'eccellenza clinica delle prestazioni; il ragionamento clinico, che è alla base dell'intervento logopedico e della costruzione di esso e la pianificazione del trattamento riabilitativo.

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