Disturbo della Comunicazione Sociale (Pragmatica): prospettive di ricerca e pratica clinica

Giovanni Valeri

Da diversi decenni i clinici hanno descritto bambini che presentano come caratteristica clinica saliente uno sviluppo atipico delle competenze socio-comunicative e pragmatiche, ma è ancora controverso quale sia la migliore concettualizzazione nosografica di queste difficoltà. Tale dibattito è diventato ancora più significativo con l’introduzione nel DSM-5 (APA, 2013) di un nuovo disturbo, nell’ambito dei Disturbi della Comunicazione, all’interno del più ampio dominio dei Disturbi del Neurosviluppo, il Social (Pragmatic) Communication Disorder (SPCD), tradotto in italiano come Disturbo della Comunicazione Sociale (Pragmatica) (DCSP), e con la proposta di introdurre nell’ICD-11 il Pragmatic Language Impairment (PLI). Il dibattito è reso particolarmente complesso dalla complessità e ambiguità della definizione di Pragmatica, dall’incoerenza nella terminologia e nei criteri diagnostici, dalla scarsità di strumenti di valutazione attendibili e di dati normativi culturalmente validi, oltre che dal confronto limitato dei profili di competenza pragmatica/socio-comunicativa nei diversi disturbi del neurosviluppo (Norbury, 2014; Valeri, 2014a). Nell’articolo verranno presentati strumenti di valutazione disponibili in italiano e alcune proposte di intervento.

DOI 
10.14605/LOG1321703

Keywords
Disturbo della Comunicazione Sociale (Pragmatica), Disturbi della comunicazione, Valutazione, Interventi terapeutici.

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