Il logopedista e il caregiver in Terapia Intensiva Neonatale
Sara Panizzolo, Giulia Nicolosi
Gli attuali modelli clinico-assistenziali auspicano una progressiva trasformazione dei percorsi di cura a favore di un approccio centrato sulla famiglia, laddove il caregiver familiare assume un ruolo cruciale nella gestione della persona fragile. Anche nell’ambito della neonatologia, l’aumento del tasso di sopravvivenza e dell’aspettativa di vita dovuti ai progressi in campo scientifico, tecnologico e farmacologico, richiamano alla necessità di delineare percorsi caratterizzati da una maggiore umanizzazione delle cure. In conformità alla definizione di salute, intesa come stato di benessere fisico e mentale (OMS, 1948), è indispensabile il riconoscimento dei nuovi bisogni del neonato fragile, non solo in termini di miglioramento fisico, ma anche di benessere psichico che, in epoca precoce, scaturisce prevalentemente dalla vicinanza affettiva del genitore. Il genitore diventa elemento di cura, al pari delle cure mediche e farmacologiche, e assume il ruolo di caregiver primario per un accudimento abilitativo più rispondente alle caratteristiche del proprio bambino e finalizzato a un adeguato sviluppo neuroevolutivo. L’importanza della figura genitoriale è ben rimarcata negli attuali Standard Assistenziali Europei per la salute del neonato (EFCNI, 2018) e negli Standard Organizzativi per l’Assistenza Perinatale (SIN, 2021). All’interno del Team multidisciplinare della Terapia Intensiva Neonatale (TIN), il logopedista collabora nel percorso di cura dei neonati che mostrano segni di disfagia e, parallelamente allo specifico intervento professionale, svolge attività di informazione e di educazione al genitore (preferibilmente la madre): tale scambio comunicativo rappresenta il punto di partenza per la costruzione dell’alleanza terapeutica al fine di promuovere collaborazione e sostegno al neonato durante il percorso di transizione dalla nutrizione enterale fino al raggiungimento dell’alimentazione orale, considerato uno dei criteri di dimissione dalla TIN (AAP, 2011). Nell’ambito della care alimentare il caregiver primario, ossia la madre, attraverso il supporto del logopedista, già in regime di degenza acquisisce competenze tali da permettere una gestione alimentare efficace e autonoma anche dopo le dimissioni.
DOI 
10.14605/LOG2032403
Keywords
Disfagia neonatale, Prematurità, Riabilitazione logopedica, Caregiver, Cura centrata sulla famiglia.