Il trattamento dei disordini di alimentazione nei bambini in età prescolare (0-6 anni)

Chiara Baldo, Sara Rinaldi

Si stima che il 25% dei bambini con sviluppo tipico e fino all’80% dei bambini con sviluppo atipico presenti una qualche forma di disordine alimentare (Manikam, 2000; Bryant-Waugh, 2010). È stata condotta una revisione sistematica della letteratura con l’obiettivo di cercare evidenze scientifiche inerenti al trattamento di bambini in età prescolare con disordini di alimentazione, definiti anche con il termine anglosassone feeding disorders. Sono stati determinati a priori i criteri di eleggibilità degli studi e sono state interrogate le banche dati PubMed, Cochrane Library, PsychINFO, SpeechBITE: solo sette studi pubblicati tra il 1994 e il 2019 rispettavano i criteri stabiliti e sono stati inclusi nella revisione. È stata condotta un’analisi della qualità metodologica e della validità esterna di ciascuno studio. Dai risultati emerge l’efficacia di un intervento indiretto sul bambino; il coinvolgimento dei genitori si dimostra trasversalmente efficace nei diversi lavori proposti: è l’attore principale nella formazione delle preferenze alimentari del bambino e nell’instaurarsi/modificarsi di rigidità e selettività alimentari, e si rafforza l’immagine che il caregiver ha di sé come genitore (Koivisto Hursti, 1999). Alcuni lavori (Sharp, 2016; 2019) mostrano l’efficacia nell’utilizzo di manuali pratici e fruibili sia dal genitore che dal terapista. La definizione di obiettivi risulta essere un comune limite dei diversi studi analizzati in questo lavoro, indice di come ancora sia complesso identificare obiettivi specifici e prese in carico appropriate nell’ambito dei feeding disorders. Il ridotto numero di articoli selezionati non ha permesso di giungere a conclusioni solide in merito a un’unica strategia efficace nel trattamento di questi disturbi, ma permette comunque di trarre utili conclusioni per l’operatività del clinico. Sarebbe auspicabile proseguire lavori di ricerca in ambito riabilitativo con il fine di confrontare approcci riabilitativi diversi e di sperimentare la generalizzabilità dei risultati anche nel contesto italiano.

DOI 
10.14605/LOG1812202

Keywords
Selettività alimentare, Food refusal, ARFID, Parent training, Trattamento.

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