Facilitare processi di community social work

Chiara Panciroli

Nel lavoro sociale odierno sempre più si stanno diffondendo progetti a valenza collettiva, siano essi di gruppo o di comunità. Comuni, Aziende consortili, Comunità montane, ma soprattutto Regioni e Fondazioni bancarie, infatti, cercano di promuovere azioni collettive finanziando diversi attori affinché si mettano in rete per fronteggiare problemi comuni, per prevenire disagi diffusi o per accompagnare grandi cambiamenti sociali sui territori. Talvolta gli operatori sociali si ritrovano in questo modo a promuovere un lavoro sociale di comunità senza avere una preparazione specifica. Altre volte sul territorio sorgono azioni spontanee per libera iniziativa di alcuni cittadini, ma gli operatori sociali non li riconoscono, e così facendo non solo non li valorizzano, ma rischiano talvolta addirittura di soffocare l’esistente. Un professionista che voglia facilitare un processo di lavoro sociale di comunità dovrebbe quindi prima di tutto chiedersi quali siano gli elementi che lo contraddistinguono e quali caratteristiche dovrebbe avere oggi il lavoro sociale di comunità per essere definito tale. Il presente contributo intende provare a rispondere a questi obiettivi, accompagnando l’operatore sociale che voglia promuovere processi di community social work nell’orientarsi in questo livello di lavoro. Seguendo le indicazioni operative del metodo Relational Social Work, verranno descritte le fasi metodologiche da seguire per facilitare un progetto sociale di comunità che sia realmente partecipativo e verranno suggeriti alcuni accorgimenti pratici per guidare al meglio il processo.

DOI 
10.14605/LS86

Keywords
Lavoro sociale di comunità – Partecipazione – Relational Social Work – Gruppo guida – Pianificazione aperta – Guida relazionale di comunità

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