Il TNPEE

© 2022 Erickson

Vol. 4, n. 2, novembre 2022

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Editoriale

In questi giorni siamo ormai prossimi alla conclusione di un anno caratterizzato, e ancora profondamente segnato, da pandemie, guerre e cambiamenti strutturali, non solo del sistema governativo generale, ma anche del Sistema Sanitario.

All’interno di una cornice così complessa, si collocano le azioni previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), o Recovery Plan, in qualità di strumento ponderato per rispondere alla crisi sociale, economica e pandemica. Un piano articolato in missioni e interventi, tra cui quelli a favore delle persone con disabilità, in termini di coesione, inclusione e salute, che vedranno nel Progetto Individuale e Personalizzato il mezzo indispensabile per garantire l’attivazione di sostegni e supporti adeguati agli obiettivi di autonomia in una visione integrata e complessiva della persona.

Il progetto di vita dovrebbe, infatti, rappresentare il percorso di realizzazione ed espressione della persona, nonché di piena partecipazione alla comunità cui appartiene, attingendo a sostegni, risorse e strategie in grado di promuovere lo sviluppo, l’educazione, gli interessi e il benessere, oltre a migliorarne il funzionamento adattivo. In tale ottica, dovrà essere revisionato profondamente l’attuale sistema educativo, sanitario e sociale frammentato, che a oggi garantisce a stento l’accesso a singoli servizi standard, palesandone l’inadeguatezza rispetto agli obiettivi imposti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti per le persone con Disabilità.

Per questo motivo, nella Missione 6 (Salute), il PNRR prevede un intervento infrastrutturale di riforma dei servizi sanitari e socio-sanitari di prossimità: entro il 2026 dovranno essere realizzate numerose Case della Comunità, ovvero strutture operative di team multidisciplinari di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità e altri professionisti della salute, in collaborazione con assistenti sociali, per garantire una maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale e, quindi, un approccio unitario e comunque integrato tra il Sociale e il Sanitario.

In quest’ottica, si conferma quindi indispensabile il contributo di tutte le professioni sanitarie, soprattutto di quelle specializzate nell’area della prevenzione, abilitazione e riabilitazione, il cui lavoro integrato e multidisciplinare è fermamente iscritto nel core-competence. Ancor più, l’intervento assistenziale precoce e tempestivo, in età evolutiva, si delinea come risposta funzionale e decisiva. Nulla di nuovo, quindi, per una figura professionale, unica nel panorama nazionale e internazionale, come quella del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, che nell’intervento precoce, globale, multidisciplinare, vede da sempre dei pilastri insostituibili del progetto riabilitativo individualizzato.

Le Associazioni Tecnico Scientifiche, in sinergia con le Istituzioni e gli Ordini professionali, sono pronte a contribuire a questa Riforma con pareri e azioni incisive, supportate da evidenze scientifiche e dati di ricognizione territoriale.

Resta, tuttavia, una profonda rivoluzione culturale da operare con i professionisti, affinché si sentano parte attiva di questo cambiamento e si sentano chiamati a dare il proprio contributo clinico e scientifico, in particolare all’interno delle Associazioni.

L’avvento degli Ordini provinciali e la trasformazione delle Associazioni Maggiormente Rappresentative (AMR) in Associazioni Tecnico Scientifiche (ATS) sembrano, infatti, aver frammentato e disorientato la risposta dei professionisti al bisogno di crescita delle professioni all’interno di un sistema sanitario che richiede sempre più evidenze scientifiche (Evidence Based Medicine – EBM) e una best practice basata su di esse (Evidence Based Practice – EBP). Nessuna di queste condizioni, tuttavia, è realmente garantita se non esiste in via preliminare una condivisione da parte dei professionisti di buone pratiche, studi ed esperienze in percorsi d’eccellenza all’interno della rete scientifica delle professioni sanitarie, in ottica multidisciplinare.

L’ATS si riconferma allora punto di riferimento per raccogliere contributi ed evidenze, per garantire partecipazione a studi e ricerche, ma anche per garantire attività di aggiornamento e alta formazione, contribuendo alla crescita professionale del singolo, all’interno di una insostituibile e imprescindibile rete scientifica.

Stefania Cortese

Per il Coordinamento Rivista digitale IL TNPEE  e il Direttivo ATS ANUPI TNPEE

La Redazione

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