Il TNPEE

© 2021 Erickson

Vol. 3, n. 1, maggio 2021

(pp. 23-41)

La valutazione del benessere soggettivo del bambino attraverso il disegno: riflessioni su diverse culture

Chiara Ricci

TNPEE, Docente a contratto, Università degli Studi Milano-Bicocca, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Monza.

Renata Nacinovich

NPI, PA, Università degli Studi Milano-Bicocca, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Monza.

Luca Tagliabue

TNPEE, Docente a contratto, Università degli Studi Milano-Bicocca, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Monza.

Anna Mastrolilli

TNPEE, Università degli Studi Milano-Bicocca, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Monza.

Sommario

Scopo dello studio è verificare la presenza o meno di caratteristiche del disegno che possano essere ricondotte alla differente situazione culturale di due gruppi, bambini italiani e africani, facendo quindi correlazioni sulle differenti modalità di rappresentazione del benessere, e indagare sulla influenza dell’attuale situazione pandemica da Covid-19 per cogliere eventuali segnali di disagio rappresentati dai bambini nei loro disegni.

Il campione italiano comprende 25 bambini di età compresa tra 8 e 10 anni di cui 13 maschi e 12 femmine, e il campione africano 25 bambini del Mozambico di età compresa tra 8 e 10 anni di cui 12 maschi e 13 femmine. Per la realizzazione di questo studio si è utilizzata la collaborazione dell’Associazione Volontari per il Servizio Internazionale (AVSI), organizzazione non-profit operante nella città di Maputo, Mozambico.

Parole chiave

Disegno infantile, Attività grafica, Immagine del corpo, Benessere soggettivo.

Introduzione

Il disegno infantile è un processo complesso che richiede l’utilizzo di competenze motorie, percettive e cognitive che maturano nel corso dello sviluppo. A queste abilità vanno aggiunte l’immaginazione del disegnatore e la sua capacità di collegarsi con il proprio mondo emotivo interiore, i propri desideri, paure, convinzioni e perplessità. Per il bambino disegnare è un’attività importante che permette non solo la sua espressività, ma rappresenta una vera e propria modalità per comunicare. L’atto creativo che porta al disegno consente di manifestare sentimenti, emozioni, stati d’animo che il bambino altrimenti non riuscirebbe a esprimere. Il disegno permette dunque di rappresentare e partecipare al mondo circostante, in quanto, disegnando, il bambino può esporre le conoscenze e la percezione che ha del proprio corpo e dell’ambiente che lo circonda (Oliviero Ferraris, 1978).

Nell’attività grafica si esprimono anche le emozioni legate al proprio corpo e l’immagine realizzata è, nei diversi stadi della maturità del disegno, la traduzione grafica dello schema corporeo così come è vissuto nel tempo dal soggetto. La maniera in cui il bambino disegna le persone riflette realmente la conoscenza e la sua esperienza sensoriale dello schema corporeo: l’immagine che ciascuno ha del suo corpo, in diversa misura, si riflette in quella della figura umana disegnata (Schilder, 1935).

Lo studio effettuato nasce dalla volontà di verificare come il disegno, e nello specifico la rappresentazione della figura umana (Draw A Person – DAP), possa essere uno strumento valido per investigare il benessere soggettivo del bambino. Il nostro lavoro prende spunto dalla pubblicazione di un gruppo di lavoro di psicologi dell’età evolutiva brasiliani che hanno pubblicato un articolo dal titolo Bem-Estar Subjectivo infantil: avaliação por meio do Desenho da Figura Humana (Fante Viapiana, de Moraes Bandeira e Hofheinz Giacomoni, 2016); nell’articolo gli operatori brasiliani presentano una proposta di 18 item utili a valutare appunto il BES attraverso l’analisi del disegno. Il presupposto teorico da cui partono gli autori è che, essendo lo schema corporeo un’unità indissociabile tra i dati di ordine fisiologico, affettivo-emozionali e ambientali, ed essendo che il benessere soggettivo (Bem-Estar Subjectivo, BES) viene considerato come un costrutto multidimensionale caratterizzato dalla valutazione cognitiva ed emotiva che gli esseri umani fanno della propria esistenza (Diener, 1984), l’analisi del disegno della figura umana dovrebbe poter dare delle indicazioni riguardo al benessere soggettivo del bambino.

Si è deciso di usufruire della preziosa opportunità di collaborazione con l’Associazione Volontari per il Servizio Internazionale, organizzazione non-profit operante nella città di Maputo, Mozambico, per indagare il BES attraverso il disegno mettendo a confronto un campione italiano con uno di bambini africani. L’ipotesi di partenza della riflessione sulle due culture ha come finalità di:

  • verificare la presenza o meno di caratteristiche del disegno che possano essere ricondotte alla differente situazione culturale dei due gruppi, facendo quindi correlazioni sulle diverse modalità di rappresentazione del benessere;
  • indagare sull’influenza dell’attuale situazione pandemica da Covid-19 per cogliere eventuali segnali di disagio rappresentati dai bambini nei loro disegni.

L’ambiente di vita del bambino prima e durante la pandemia Covid-19: presentazione di due modelli culturali

Il modello italiano

In Italia, a seguito della diffusione del nuovo coronavirus (Covid-19) a livello globale, da inizio marzo 2020 il Governo ha approvato una serie di provvedimenti al fine di contrastarne l’espansione. Una delle misure restrittive che sono state imposte riguarda gli spostamenti delle persone: senza una valida ragione, giustificata da motivi di lavoro, salute o altre primarie necessità, è richiesto e necessario restare a casa. Questo provvedimento ha quindi comportato la chiusura di tutte le scuole d’Italia di tutti i gradi, con l’adozione di un nuovo metodo di apprendimento denominato didattica a distanza (DAD).

I rischi specifici di queste misure restrittive sono stati descritti da diverse organizzazioni per l’infanzia (UNICEF, Save the Children, Alleanza per l’infanzia) oltre che da alcune riviste scientifiche (come «Lancet Child Adolescent Health») e risultano essere: una maggiore vulnerabilità a situazioni di violenza famigliare, danni sul piano educativo di bambini con bisogni educativi speciali oppure con situazioni economiche di povertà, infine ricadute a livello della salute, con il rischio di consolidare stili di vita dannosi per il bambino.

Altri studi hanno dimostrato come ci possa essere una potenziale associazione tra la chiusura delle scuole e la diminuzione del benessere dei bambini. In sintesi, la pandemia Covid-19 può peggiorare i problemi di salute mentale già esistenti, o può crearne di nuovi, a causa della combinazione unica di crisi della salute pubblica, isolamento sociale e recessione economica.

Un ruolo potenzialmente trascurato svolto dalle scuole è la fornitura di assistenza sanitaria e, in particolare, in ambito di salute mentale: le scuole sono da tempo un sistema di salute mentale de facto per molti bambini e adolescenti. Dai risultati del programma di monitoraggio e di intervento dedicato al supporto della popolazione pediatrica e delle loro famiglie dell’Istituto Gaslini di Genova, è emerso che nel 65% dei casi di bambini con età inferiore ai 6 anni e nel 71% dei casi di bambini con età superiore ai 6 anni sono insorti, durante il periodo di chiusura scolastica, problematiche comportamentali e sintomi di regressione. Per quel che riguarda i minori al di sotto dei 6 anni, i sintomi più frequenti sono stati l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia (inquietudine, ansia da separazione). Nei bambini e adolescenti (età 6-18 anni) gli effetti maggiormente riscontrati sono stati i disturbi d’ansia e la sensazione di mancanza d’aria, ma anche i disturbi del sonno.

Il modello del Mozambico

Il Mozambico è un Paese in via di sviluppo e circa la metà della popolazione vive in povertà estrema. La sua capitale è Maputo ed è proprio da questa città che provengono i bambini scelti per il nostro studio.

Il 12% dei nuclei familiari è composto da oltre 10 membri e solo il 5% è rappresentato da famiglie senza figli. Inoltre, a differenza dell’Italia e di altri Paesi europei, in Mozambico molti bambini si trovano a essere accuditi da altri membri della famiglia rispetto al padre e alla madre, come per esempio gli zii oppure i nonni: la povertà, la guerra e la diffusione dell’HIV/AIDS hanno infatti causato la disgregazione di molte famiglie.

In questo Paese, rispetto a molte nazioni europee tra cui l’Italia, la diffusione del Coronavirus nel periodo considerato dal presente lavoro è risultata molto ridotta, a settembre 2020 si contano infatti circa 3.821 casi e 23 decessi contro i 270.000 casi e 35.491 decessi dell’Italia (dati risalenti al 2 settembre 2020). Nonostante ciò, dal 23 marzo 2020 sono state chiuse quasi 15.000 scuole e Università, frequentate da oltre 8,5 milioni di studenti.

Questo tipo di misura restrittiva è risultato, come in Italia, necessario al fine di poter diminuire la diffusione del virus e salvare vite umane, nonostante ciò si tratta di una decisione che ha un prezzo molto alto. Sulla base delle rilevazioni fatte in relazione alla chiusura delle scuole, attuata per il virus Ebola nella Repubblica Democratica del Congo, si è osservato che, più a lungo i bambini stanno lontani dalla scuola, meno probabilità hanno di tornare, aumentando il rischio di cadere nell’analfabetismo. Già prima della pandemia, in Mozambico, più di un terzo degli studenti si ritirava prima della terza primaria e meno della metà completava la scuola primaria: una situazione che è conseguenza della povertà.

Ne conseguono un’infanzia interrotta, la scuola abbandonata e i diritti fondamentali compromessi. Quando i bambini non vanno a scuola, diventano più vulnerabili e a maggior rischio di abusi e sfruttamento. Proprio per questo, il Ministero dell’Istruzione e dello Sviluppo Umano (MINEDH), con il sostegno della comunità internazionale, dopo gli effetti negativi provocati dalla situazione Ebola, era riuscito a organizzarsi in modo che le classi continuassero a frequentare gli «spazi di apprendimento temporanei», montando alcune tende scolastiche. Tuttavia, nella pandemia da Covid, il problema è diverso: a causa del necessario distanziamento sociale, i bambini non potranno riunirsi altrove. Inoltre, dato l’andamento pandemico, si prevede che, per un periodo medio-lungo, non potranno tornare a stare insieme.

Scopo dello studio

Il presente elaborato nasce inizialmente con l’intento di ampliare il campione del gruppo brasiliano reclutato da Fante Viapiana, de Moraes Bandeira e Hofheinz Giacomoni (2016) del dipartimento di psicologia dell’Università Federale di Rio Grande del Sud in Brasile. A causa della pandemia in corso, non è stato possibile procedere con un’efficace collaborazione con il gruppo di autori brasiliano e si è quindi deciso di indagare in autonomia approntando un campione italiano e uno proveniente dal Mozambico, in collaborazione con l’Associazione Volontari per i Servizi Internazionali (AVSI). Lo scopo dello studio si discosta in parte dall’originale analisi del BES infantile attraverso il disegno, per concentrarsi sulle diverse caratteristiche dei disegni provenienti da bambini appartenenti a differenti culture (Italia e Mozambico), che stanno vivendo l’esperienza della pandemia da Covid-19.

In sintesi, gli obiettivi che ci siamo proposti di raggiungere sono i seguenti:

  • dare un contributo al campione per la validazione del test DAP per descrivere aspetti del benessere soggettivo infantile;
  • effettuare un confronto tra disegni di bambini provenienti da culture differenti;
  • cogliere eventuali segnali di disagio dovuti a restrizioni che coinvolgono i bambini nel mondo in questo tempo di pandemia da Covid-19.

Campione

Per lo studio effettuato è stato selezionato casualmente un campione di 25 bambini italiani sani di età compresa tra gli 8 e i 10 anni. Per quanto riguarda il gruppo mozambicano la dottoressa Marta Moretti, TNPEE, ha fatto da intermediaria e ha raccolto i disegni di un campione di 25 bambini svantaggiati di età compresa tra gli 8 e i 10 anni, facenti tutti parte dell’associazione «Khandlelo» che da anni opera nella città di Maputo in Mozambico. Tutti i minori sono seguiti da un progetto di sostegno a distanza, ovvero hanno padrini in Italia che li supportano tramite donazioni all’associazione la quale utilizza questi finanziamenti per offrire servizi educativo-ricreativi svolti al di fuori dell’orario scolastico.

Il campione finale risulta quindi di 25 bambini italiani (gruppo A) di età compresa tra 8 e 10 anni di cui 13 maschi e 12 femmine, e di 25 bambini del Mozambico (gruppo B) di età compresa tra 8 e 10 anni di cui 12 maschi e 13 femmine.

Disegno dello studio

Si è deciso di utilizzare il test di della persona umana di Goodenough applicandolo sia alla figura umana, come previsto dal test, sia al disegno di una figura umana felice in modo da ottenere dei parametri ponderati per età (QI); si è poi applicata la serie di 18 item per il BES tratta dallo studio brasiliano al fine di analizzare possibili correlazioni tra il disegno della figura umana (DAP) e la valutazione del benessere soggettivo del bambino (BES). A tutti i genitori sono state fatte compilare l’informativa del consenso alla privacy e una scheda per la raccolta dei dati socio-demografici per il calcolo dell’Indice di Hollingshead: esso si basa su due variabili, il livello educativo/culturale e il lavoro svolto dai genitori del bambino al fine di calcolare lo stato socio-economico del nucleo familiare.

A causa delle norme restrittive dovute alla pandemia Covid-19 le famiglie dei bambini italiani sono state contattate tramite e-mail o messaggio nel quale venivano spiegati il progetto e la modalità di somministrazione.

A tutti i bambini sono state richieste, da parte dei genitori, le consegne per due disegni diversi effettuati lo stesso giorno, uno dopo l’altro:

  • «disegna una persona»;
  • «disegna una persona felice».

I vari disegni e documenti sono stati recapitati, sempre tramite via telematica, agli esaminatori responsabili dello studio, la dottoressa Anna Mastrolilli, laureata in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE), e la dottoressa Cecilia Laker Pizzi dell’Associazione Volontari per i Servizi Internazionali (AVSI), laureata all’Accademia di Brera in «Teoria e pratica nella terapeutica artistica»; le due esaminatrici hanno provveduto a catalogare i singoli disegni attribuendo un codice univoco. Tutti i lavori dei bambini sono stati siglati in modalità doppio cieco tramite test di Goodenough e item BES dello studio brasiliano.

La raccolta dei dati è stata effettuata da maggio ad agosto 2020.

Materiali e metodi

Il test di Goodenough

Al fine degli obiettivi considerati per questo lavoro, prenderemo in considerazione il Draw a Person test, derivato dal Goodenough Intellingence Test, elaborato da Florence Goodenough a partire dal 1920 mediante l’analisi dei disegni di 3.600 bambini americani dai 4 ai 10 anni di età. La versione utilizzata per il nostro studio è quella rivista da Ambrosini nel 2010.

Il test è basato sui seguenti presupposti:

  • esiste una correlazione tra lo sviluppo mentale del bambino e l’evoluzione del disegno infantile;
  • fino a una certa età (circa 4 anni) il bambino disegna ciò che sa e non ciò che vede;
  • fino all’età di 10 anni viene disegnata in maniera preferenziale la figura umana;
  • l’evoluzione del disegno della figura umana è costante e comune a tutti i bambini della stessa età (o per meglio dire dello stesso stadio evolutivo), anche se appartenenti ad ambienti socio-culturali differenti, soprattutto riguardo alla comparsa di determinati dettagli.

Il disegno della figura umana come strumento di valutazione del benessere infantile (BES): la proposta di studio del Brasile

Un’équipe di psicologi dell’università Federale di Rio Grande del Sud ha intrapreso uno studio per indagare il BES a partire dall’esame del disegno infantile (Fante Viapiana, de Moraes Bandeira e Hofheinz Giacomoni, 2016).

Gli autori partono dal presupposto secondo cui, come avviene nel gioco, il disegno assolve a svariate funzioni: espressive, socializzanti, di comunicazione e persino terapeutiche poiché, «tirandole fuori» e trasferendole su un foglio, il disegnatore può dare una forma concreta, riconoscibile e comunicabile alle proprie preoccupazioni e stabilire tra il soggetto e le proprie inquietudini una distanza di sicurezza. Il disegno non è più solo espressione dei propri stati interni ma diventa anche un mezzo per controllarli. Lo si può quindi considerare come un possibile strumento per andare a indagare il benessere soggettivo del bambino.

Il benessere soggettivo del bambino (BES) è considerato un costrutto multidimensionale caratterizzato dalla valutazione cognitiva che gli esseri umani fanno della propria esistenza. La componente cognitiva del BES si riferisce alla soddisfazione della vita che corrisponde a una valutazione a lungo termine che una persona fa della sua vita; la componente emotiva è caratterizzata invece dall’intensità e dalla frequenza con cui gli individui sperimentano affetti positivi e negativi.

Lo studio brasiliano è stato diviso in due fasi: nella prima l’obiettivo era quello di costruire un sistema di valutazione BES attraverso il DAP, nella seconda fase invece è stata testata la validità di questo sistema di valutazione.

I bambini coinvolti dovevano disegnare una figura umana e una figura umana felice; successivamente, con i disegni in mano, i bambini sono stati invitati a partecipare a una discussione sulla felicità e su come i loro disegni rappresentassero tale costrutto. La discussione è stata divisa nelle seguenti tre domande.

  1. Che cos’è la felicità?
  2. Come sta una persona felice?
  3. Cosa in questo disegno mostra che questa persona è felice?

Dai dati ottenuti attraverso l’osservazione dei disegni e le discussioni dei focus groups è stato sviluppato il sistema di valutazione BES/DAP che consiste di 18 indicatori, utilizzati anche nel nostro lavoro.

Gli item individuati sono i seguenti.

  1. Linee ferme, ben controllate, senza alcuna ondulazione (oltre metà della figura).
  2. Unione delle linee: i punti di unione delle linee devono incontrarsi senza alcuna tendenza all’incrocio, senza spazio tra le estremità, considerando il disegno nel suo insieme.
  3. Integrazione della figura: la testa unita al collo o alla parte superiore del tronco, due braccia collegate al limite superiore del tronco, due gambe unite al limite inferiore.
  4. Adeguata proporzione: degli arti (inferiori e superiore) in relazione alle dimensioni del corpo.
  5. Adeguata simmetria: sia le braccia sia le gambe hanno la stessa forma.
  6. Pulizia: bella figura, senza cancellature, macchie e linee cancellate.
  7. Dimensione media della figura: la dimensione totale del disegno della figura umana nella sua altezza deve essere compresa tra 6 cm e 22 cm.
  8. Figura centrale: il disegno occupa i 4 quadranti del foglio.
  9. Sfondo: presenza di elementi della natura, animali, automobili, edifici, sole, luna, nuvole, arcobaleno.
  10. Simboli affettivi: disegno di cuori, sorrisi, scritti o altri dettagli che rappresentano affetto (non include il volto della figura umana sorridente).
  11. Acconciatura: qualsiasi tentativo di rappresentare un taglio di capelli o acconciatura.
  12. Bocca che esprime sorriso (ad esempio: bocca a forma di mezza luna, con una o due linee).
  13. Braccia non estese: almeno un braccio di distanza dal tronco, con un angolo uguale o maggiore di 45°.
  14. Abbigliamento: vengono evidenziati la presenza di qualsiasi capo di abbigliamento nel disegno della figura umana: pantaloni, pantaloncini, gonne, abiti, ecc.
  15. Scarpa: qualsiasi tentativo di rappresentare una calzatura.
  16. Dettagli: qualsiasi dettaglio nell’abbigliamento, come bottoni e stampe, accessori, gioielli, occhiali, lacci delle scarpe, articoli sportivi, giocattoli; i simboli aggressivi sono esclusi).
  17. Oggetti: quando vi è la presenza di uno o più oggetti accanto alla figura o se posizionati nelle sue mani (sono esclusi i simboli aggressivi).
  18. Oggetti inanimati: caratteristiche umane in disegni non umani (ad esempio, sole con una faccia, palloncini con una faccia, ecc.).

Nella siglatura dei disegni è stato assegnato 1 punto per la presenza dell’item e 0 punti per l’assenza dello stesso, alla fine sono stati sommati tutti gli item presenti.

Risultati e discussione

Valutazione del disegno della persona e della persona felice attraverso l’applicazione del test di Goodenough

Per quanto riguarda il disegno dell’omino, il QI medio ricavato sul campione totale dei soggetti è pari a 102,516 (ds 15,63), e si situa nella fascia media di intelligenza secondo le Scale Wechsler.

Nella tabella 1 sono riportati i valori di media e deviazione standard dei punteggi di QI ricavate dal disegno dell’omino. Il valore medio di QI (QI omino) rilevato nei disegni dei bambini appartenenti al gruppo A, bambini italiani, è di 104,372 con ds 19,30, il valore medio di QI (QI omino) del gruppo B, bambini del Mozambico, è di 100,66 con ds 10,92. Dai risultati ottenuti dal test per l’analisi della varianza ANOVA (tabella 2), abbiamo accettato valida l’ipotesi nulla, essendo il p-value alto (0,416), cioè le differenze osservate tra i valori medi di QI O (QI riferito al disegno dell’omino) di ogni gruppo non sono statisticamente significative. Questo ci porta ad affermare che le differenze socio-demografiche che intercorrono tra i due gruppi non influiscano sul livello di QI raggiunto.

Tabella 1

Media e deviazione standard dei punteggi di QI ricavate dal disegno dell’omino nei due gruppi

Gruppo A

(n = 25)

Gruppo B

(n = 25)

Totale soggetti

(n = 50)

M (ds)

M (ds)

M (ds)

QI O

104,372 (19,30)

100,66 (10,92)

102,516 (15,63)

Tabella 2

Varianza «tra gruppi» e «in gruppi» relativa ai QI ricavati dal disegno dell’omino

ANOVA

Sum of Squares

df

Mean Square

F

Sig.

Between Groups

166

1

165,6

0,672

0,416

Within Groups

11825

48

246,3

Anche per quanto riguarda il disegno della persona felice, nella tabella 3 si evidenzia come il valore medio del QI (QI omino felice) ricavato dai disegni del gruppo A risulti maggiore rispetto al valore del gruppo B; anche in questo caso, applicando il test della varianza ANOVA (tabella 4) abbiamo accettato valida l’ipotesi nulla, essendo il p-value alto (0,475). Le differenze osservate tra i valori medi di QI OF (QI riferito al disegno dell’omino felice) di ogni gruppo sono, quindi, imputabili al solo effetto del caso.

Tabella 3

Media e deviazione standard dei punteggi di QI ricavate dal disegno dell’omino felice nei due gruppi

Gruppo A

(n = 25)

Gruppo B

(n = 25)

Totale soggetti

(n = 50)

M (ds)

M (ds)

M (ds)

QI OF

103,636 (18,62)

100,492 (12,49)

102,064 (15,77)

Tabella 4

Varianza «tra gruppi» e «in gruppi» relativa ai QI ricavati dal disegno dell’omino felice

ANOVA

Sum of Squares

df

Mean Square

F

Sig.

Between Groups

131

1

1312

0,518

0,475

Within Groups

12151

48

253,2

Valutazione del disegno della persona e della persona felice tramite l’applicazione degli item dello studio brasiliano

Applicando gli item dello studio brasiliano ai disegni della figura umana è possibile ricavare un punteggio grezzo corrispondente alla somma dei punteggi degli item che sono stati rilevati nel disegno.

Abbiamo scelto di considerare il punteggio grezzo come la somma degli item che sono stati riscontrati nei disegni dei bambini appartenenti ai due gruppi, per ogni gruppo sono state calcolate la media e la deviazione standard dei punteggi grezzi nella figura dell’omino (tabella 5), mentre nella tabella 6 sono riportati i valori del test della varianza ANOVA.

Tabella 5

Media e deviazione standard dei punteggi grezzi ricavati dal disegno dell’omino nei due gruppi

Gruppo A

(n = 25)

Gruppo B

(n = 25)

Totale soggetti

(n = 50)

M (ds)

M (ds)

M (ds)

p. grezzo O

10,94 (1,79)

10,78 (1,59)

10,86 (1,68)

Tabella 6

Varianza «tra gruppi» e «in gruppi» relativa ai punteggi grezzi ricavati dal disegno dell’omino

ANOVA

Sum of Squares

df

Mean Square

F

Sig.

Between Groups

0,08

1

0,080

0,026

0,872

Within Groups

145,60

48

3,033

Dai risultati ottenuti dal test per l’analisi della varianza (ANOVA), abbiamo accettato valida l’ipotesi nulla, essendo il p-value alto (0,872). Le differenze osservate tra i valori medi di punteggio grezzo di ogni gruppo sono, quindi, imputabili al solo effetto del caso. Non è possibile, pertanto, imputare la differenza rilevata tra i valori a una diversa condizione socio-economica, e quindi a un diverso benessere soggettivo (BES), dei gruppi A e B; tale differenza risulta del tutto casuale.

Una differente riflessione è quella che riguarda l’analisi del disegno della persona umana felice. Nella tabella 7 e tabella 8 sono riportati i valori della media e deviazione standard dei punteggi grezzi nella figura dell’omino e i risultati del test della varianza ANOVA.

Tabella 7

Media e deviazione standard dei punteggi grezzi ricavati dal disegno dell’omino felice nei due gruppi

Gruppo A

(n = 25)

Gruppo B

(n = 25)

Totale soggetti

(n = 50)

M (ds)

M (ds)

M (ds)

p. grezzo OF

12,88 (1,51)

11,5 (1,56)

12,19 (1,67)

Tabella 8

Varianza «tra gruppi» e «in gruppi» relativa ai punteggi grezzi ricavati dal disegno dell’omino felice

ANOVA

Sum of Squares

df

Mean Square

F

Sig.

Between Groups

23,12

1

23,12

9,633

0,0032

Within Groups

115,20

48

2,40

In questo caso, applicando il test della varianza (ANOVA), abbiamo riscontrato un valore di p-value basso (0,0032) che ci porta a dichiarare che le differenze osservate tra i valori medi (punteggio grezzo omino felice) di ciascun gruppo non sono imputabili al solo effetto del caso, ma potrebbero essere invece ricondotte ad altri fattori, tra cui le diverse condizioni socio-economiche dei due gruppi o altre differenze culturali.

Il fatto che le differenze statisticamente significative tra i due gruppi si possano osservare solo nel disegno della persona felice, ci fa pensare alla componente emotiva insita nella consegna, con la quale il bambino si sente maggiormente in grado di esprimere i suoi sentimenti, le sue emozioni e gli stati d’animo; in questo caso il disegno risulta uno strumento idoneo a riflettere tali manifestazioni emotive. Queste differenze significative presenti nei disegni della figura felice dei due gruppi vengono evidenziate da un’analisi qualitativa dei disegni stessi rispetto agli item dello studio brasiliano.

Considerazioni qualitative su alcune differenze emerse dall’analisi dei disegni dei due gruppi culturali

Andando a calcolare la frequenza di rappresentazione degli item nei disegni della figura umana e della figura umana felice dei due gruppi, sono emerse le seguenti considerazioni.

A) Nei disegni del gruppo A (italiano) rispetto a quelli del gruppo B (mozambicano) è più comune la presenza dell’item «sfondo» (elementi della natura, animali, edifici, ecc.), sia nel disegno della figura umana sia in quello della figura umana felice.

Commento: i bambini italiani hanno arricchito la rappresentazione con elementi naturali (ad esempio, sole, nuvole, alberi, ecc.) piuttosto che con dettagli propri della figura umana (figura 1), mentre nella maggior parte dei disegni del gruppo mozambicano l’unico elemento presente nei disegni era la figura umana stessa (figura 2). I bambini appartenenti al gruppo italiano hanno passato diversi mesi chiusi all’interno delle loro case con poche possibilità di stare all’aria aperta, a causa del lockdown imposto; per questo motivo pare verosimile che molti di essi possano aver collegato il concetto di «felicità» e quindi di «benessere» alla natura, al fatto di poter stare fuori casa e godere di tutto ciò che per molti mesi è stato negato. Per quanto riguarda il gruppo mozambicano invece il fatto di non aver rappresentato elementi della natura all’interno del disegno della persona felice può essere dovuto a diversi fattori. Innanzitutto le restrizioni imposte dalla situazione pandemica sono risultate più limitata rispetto all’Italia e, nonostante la chiusura delle scuole, ai bambini non è mai stato imposto di stare in casa, per questo motivo il loro concetto di «felicità» e «benessere» non è più rivolto verso l’ambiente esterno quanto più verso la figura umana. Altro motivo potrebbe essere legato a un fattore culturale, dovuto al fatto che i bambini scelti per questo studio, come affermano le corrispondenti dal Mozambico, tendono a rimanere legati alla consegna concreta che gli è stata data, che non richiedeva in modo esplicito la presenza di uno sfondo.

B) Nel disegno della figura umana felice del gruppo A (italiano) rispetto a quelli del gruppo B (mozambicano) è più frequente ritrovare l’item «presenza di oggetti accanto alla figura», cosa che non si osserva se invece si mettono a confronto i disegni della figura umana dei due gruppi.

Fig. 1 – E. 10 anni, gruppo A.

Fig. 2 – S. 10 anni, gruppo B.

Commento: gli oggetti che arricchiscono i disegni del gruppo italiano sono ad esempio animali, palloncini, palloni, non si è mai osservata la presenza di oggetti tecnologici pur essendo i bambini esposti molte ore all’uso della tecnologia per la Didattica a Distanza. Questo elemento porta alla considerazione che evidentemente cellulari, pc e tablet non sono considerati dai bambini collegati alla felicità e al benessere, per lo meno nell’arco di tempo da noi esaminato. Anche all’interno dei disegni del gruppo mozambicano i bambini raramente hanno rappresentato oggetti e mai oggetti tecnologici.

C) Nel disegno della figura umana felice del gruppo B (mozambicano) rispetto a quelli del gruppo A (italiano) è più frequente ritrovare l’item «dettagli nell’abbigliamento» (figura 3; figura 4; figura 5).

Commento: i bambini del gruppo mozambicano hanno rappresentato abiti molto elaborati utilizzando colori molto brillanti e adottando a volte anche strumenti grafici diversi rispetto alla matita e al pennarello (ad esempio, tempera e pennello). Questa accuratezza nella rappresentazione può essere collegata a una diversità culturale: i disegni dei bambini mozambicani ricordano gli abiti tradizionali utilizzati dagli uomini e dalle donne africane, ossia abiti lunghi, molto colorati e decorati. Anche le acconciature appaiono molto elaborate, coerenti con una realtà comune in Africa, che vede collegare il concetto di «benessere» alle giornate di festa, durante le quali tutta la popolazione, anche quella più povera, indossa abiti molto colorati e presenta pettinature curate.

Fig. 3 – L. 10 anni, gruppo B.

Fig. 4 – B. 10 anni, gruppo B.

Fig. 5 – S. 10 anni, gruppo B.

D) Si è rilevata una differenza nella rappresentazione grafica di parti del corpo, soprattutto il naso e componenti del volto, da parte dei bambini dei due campioni (figura 6; figura 7; figura 8).

Commento: i bambini del gruppo mozambicano hanno una modalità di rappresentazione grafica del naso diversa rispetto a quella dei bambini del gruppo italiano. Questo è dovuto evidentemente alle differenze fisionomiche che intercorrono tra le due etnie e il dato che vi sia una diversa rappresentazione avvalora l’importanza e la significatività del disegno come riflesso dell’avvenuta integrazione dello schema corporeo e dell’immagine di sé come elemento di appartenenza alla propria specificità etnica.

Fig. 6 – A. 8 anni, gruppo A.

Fig. 7 – C. 10 anni, gruppo B.

Fig. 8 – J. 10 anni, gruppo B.

Conclusioni

Lo studio ha dimostrato come il disegno del bambino, e in particolare il disegno della figura umana (DAP), possa essere un potenziale strumento per valutare le caratteristiche positive dello sviluppo umano e quindi il benessere soggettivo del bambino (BES) e come, in minori provenienti da ambienti culturali differenti, il benessere venga rappresentato in maniera diversa, come si è potuto osservare dall’analisi qualitativa compiuta sui disegni della figura umana e della figura umana felice.

Il test di Goodenough per l’analisi della rappresentazione dello schema corporeo si è confermato un valido strumento per analizzare da un punto di vista statistico i punteggi quantitativi rilevati dai disegni.

Lo strumento di analisi degli item del BES dello studio brasiliano si è dimostrato utile per una valutazione qualitativa del benessere in quanto ha fatto emergere molte caratteristiche che hanno arricchito la produzione grafica del bambino.

I risultati dello studio avvalorano ciò che la letteratura ha da tempo dimostrato, ossia che esiste una stretta correlazione tra varie caratteristiche del disegno e la condizione emotiva del bambino che lo ha prodotto.

Il presente lavoro ha rilevato che le differenze nel livello di capacità di rappresentazione grafica della figura umana («disegno della persona») in bambini che presentano una condizione socio-economica inferiore (gruppo B, mozambicano) non risulta significativamente rilevante dal punto di vista statistico; le diversità, anche statistiche, si sono invece osservate nell’analisi dei disegni, soprattutto della figura umana felice, attraverso gli item dello studio brasiliano. Si può quindi affermare che non esistono importanti distinzioni sul livello di sviluppo dello schema corporeo raggiunto nel disegno della figura umana (analizzate tramite il test di Goodenough), cambia invece il modo di rappresentare graficamente la condizione di «benessere» nelle due culture.

Le variazioni, soprattutto nei dettagli, riscontrate nella rappresentazione della figura umana, quando questa assume una connotazione emotiva (non più «figura umana», ma «figura umana felice»), hanno reso possibile sottolineare la correlazione tra investimento emotivo e rappresentazione grafica; questo dato avvalora l’ipotesi secondo cui gli atteggiamenti emotivi dei bambini nei confronti dei temi raffigurati influenzano il risultato ottenuto, e ciò è avvalorato da altri studi in letteratura (Thomas e Jolley, 1998).

L’immagine corporea è quindi un’«immagine vissuta», che si forma attraverso le diverse vicende interpersonali e si struttura e destruttura nel continuo rapporto con il mondo vissuto, in cui il significato delle cose dipende dal rapporto libidico con esse (Schilder, 1935).

Per quanto concerne il vissuto dei bambini riguardo alla presente situazione pandemica, un possibile segnale di disagio riscontrato nei disegni dei bambini del gruppo italiano è stato quello di raffigurare la figura umana felice in ambienti all’aperto, a differenza della figura umana che veniva nella maggior parte dei casi raffigurata all’interno; questa caratteristica non è presente invece nei bambini del gruppo mozambicano, i quali hanno sofferto in maniera minore le restrizioni dovute alla pandemia, avendo la possibilità di uscire dalla propria casa.

Abstract

This study aims at verifying the presence or absence of specific cultural characteristics in Mozambican and Italian children’s drawings that can be correlated to different ways of perceiving and representing well-being. It also takes into consideration the Covid-19 pandemic and how children might represent eventual related distress.

The Italian sample includes 25 children, aged 8 to 10, of which 13 are males and 12 are females. The Mozambican sample consists in 25 children, aged 8 to 10, in which 12 are males and 13 are females. The Associazione Volontari per il Servizio Internazionale (Volunteer Association for International Service) (AVSI), a no-profit organization that works in Maputo, Mozambique, collaborated in the realization of the study.

Keywords

Child artwork, Graphic activity, Body image, Personal well-being.

Bibliografia

Ambrosini C. e Wille A.M. (2010), Manuale di terapia psicomotoria dell’età evolutiva, Napoli, Cuzzolin.

Diener E. (1984), Subjective well-being, «Psychological Bulletin», vol. 95, n. 3, pp. 542-575.

Fante Viapiana V., de Moraes Bandeira C. e Hofheinz Giacomoni C. (2016), Bem-Estar subjectivo infantil: avaliação por meio do Desenho da Figura Humana, «Avaliação Psicológica», vol. 15, n. 1, pp. 49-59.

Golberstein E., Wen H. e Miller B.F. (2020), Coronavirus disease 2019 and mental health for children and adolescents, «JAMA Pediatrics», vol. 174, n. 9, pp. 819-820.

Goodenough F. (1926), Measurement of intelligence by drawings, New York, World Book Co.

Hollingshead A.B. (1975), Four Factor Index of Social Status, Unpublished Working Paper.

Oliviero Ferraris A. (1978), Il significato del disegno infantile, Torino, Bollati Boringhieri.

Schilder P. (1935), The image and appearance of the human body, New York, International Universities Press, Inc.

Thomas G.V. e Jolley R.P. (1998), Drawing conclusions: A re-examination of empirical and conceptual bases for psychological evaluation of children from their drawings, «British Journal of Clinical Psychology», vol. 37, n. 2, pp. 127-139.

Uccella S., De Carli F. e Nobili L. (2020), Impatto psicologico e comportamentale del Covid-19 sui bambini delle famiglie in Italia, Istituto Gaslini e Università degli Studi di Genova.

Wechsler S.M. e Nakano T.C. (2012), O desenho infantil: forma de expressão cognitiva, criativa e emocional, São Paulo, Casa do Psicólogo.

Sitografia

http://www.vita.it/it/article/2020/05/25/mozambico-il-coronavirus-e-gli-effetti-catastrofici-sulle-scuole/155598/

https://www.ars.toscana.it/2-articoli/4325-bambini-covid-19-impatto-benessere-aspetti-di-salute-sars-cov-2-coronavirus.html

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/06/16/impatto-psicologico-del-lockdown-su-bambini-studio-del-gaslini-ansia-e-regressione-per-6-minori-su-10-malessere-legato-a-quello-dei-genitori/5837210/

http://www.caritasroma.it/wp-content/uploads/2011/06/Mozambico_ago-12_DP-.pdf

Indietro