Il TNPEE

© 2020 Erickson

Vol. 2, n. 1, maggio 2020

(pp. 52-70)

Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva in Italia, in Europa e nel mondo: nascita, evoluzione e diffusione della figura professionale

Rita Abrunzo TNPEE, dottore magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, AIAS «Arco Felice Onlus», Napoli

Stefania Cortese TNPEE, dottore magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, Roma

Giuseppina Della Corte TNPEE, dottore magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, Napoli

Benedetta Zecchi TNPEE, specializzata in «Atención Temprana»1 e «Metodo Snoezelen», Barcellona

Sommario

«Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva è l’operatore sanitario che svolge con titolarità e autonomia professionale gli interventi diretti alla prevenzione, alla valutazione funzionale e alla riabilitazione dei soggetti in età evolutiva nelle aree della neuro e Psicomotricità, della neuropsicologia e della psicopatologia dello sviluppo, espletando le competenze previste dal relativo profilo professionale». All’interno dell’articolo si ripercorrono la nascita e le trasformazioni della figura professionale, dalle origini del pensiero a oggi, in Italia, in Europa e nel mondo con uno sguardo privilegiato alla realtà lavorativa in Spagna, attraverso l’esperienza di una collega.

Parole chiave

TNPEE, Età evolutiva, Ordine TSRM PSTRP, Europa, Spagna, professione.

INTRODUZIONE

La nascita della figura professionale del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE) in Italia si colloca a cavallo tra il 1995 e il 1996, come figura professionale apparentemente simile ad altre presenti in Europa, tra le quali lo Psicomotricista.

In quegli anni l’Associazione Nazionale Unitaria Psicomotricisti Italiani (ANUPI) acquisisce consapevolezza del fatto che il quadro politico, culturale e scientifico richiede uno sforzo: fare in modo che l’approccio e le competenze sviluppate in ambito psicomotorio si possano integrare sinergicamente con quelle della neuropsichiatria infantile italiana, al fine di promuovere l’istituzione di una figura professionale riconosciuta e specifica per l’età evolutiva, ovvero il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE).

Grazie a questa intuizione e questa spinta ideologica rivoluzionaria, nel 1997 il profilo professionale del TNPEE viene istituito dal Ministero della Sanità con Decreto Ministeriale n. 56.

Da quel momento la figura professionale del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva assume un posto significativo nelle politiche sanitarie per l’età evolutiva nel nostro Paese, collocandosi all’interno del Sistema Sanitario Nazionale tra le professioni sanitarie della riabilitazione appartenenti alla classe SNT-2.

Nel corso degli anni la tutela della professione e la richiesta di un riconoscimento sempre maggiore al valore aggiunto e alla competenza della figura del TNPEE nel contesto sanitario sono state portate avanti tra gli obiettivi delle Associazioni Maggiormente Rappresentative (AMR), tra cui in prima linea ANUPI TNPEE.

Negli ultimi anni il percorso di crescita e riconoscimento alla figura ha visto un importante traguardo nell’inserimento dei professionisti TNPEE all’interno dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM PSTRP), istituito con l’approvazione della Legge n. 3 dell’11 gennaio 2018 e successivi decreti attuativi. Attualmente, all’interno dell’Ordine si contano più di 5000 TNPEE, tutelati da 45 Commissioni d’Albo dislocate in diverse province italiane, costantemente impegnate a perseguire gli obiettivi di tutela e valorizzazione della professione perché questa possa continuare a raggiungere nuovi importanti traguardi e possa costituire sempre un fiore all’occhiello della nostra Sanità per le sue specifiche competenze in età evolutiva.

LA FIGURA PROFESSIONALE E IL CORE COMPETENCE

Il TNPEE svolge attività di abilitazione, di riabilitazione e di prevenzione nei confronti delle disabilità dell’età evolutiva (fascia di età 0-18 anni).

Opera all’interno della cornice teorica del Modello bio-psico-sociale, secondo cui il risultato della malattia così come della salute dipende dalla complessa interazione di molteplici fattori; tale modello è adottato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella Classificazione Internazionale del Funzionamento, delle Disabilità e della Salute – Versione Bambini e Adolescenti (ICF-CY) a cui il TNPEE fa riferimento per individuare gli obiettivi della sua azione.

L’area di intervento è rappresentata dalle Disabilità dello sviluppo, ovvero tutte quelle situazioni in cui in conseguenza di una malattia, di un disturbo o di una menomazione — comunque determinata — il soggetto presenta difficoltà nell’attualizzazione delle abilità necessarie alle attività, alla partecipazione e, più in generale, alla realizzazione del progetto di crescita.

Il Core Competence della professione declina i seguenti ambiti e attività:

  • attività di riabilitazione dove il TNPEE attua interventi terapeutici-riabilitativi nelle Menomazioni (b1, Funzioni mentali globali e specifiche; b2, Funzioni sensoriali; b7, Funzioni neuro-muscolo-scheletriche e correlate al movimento) per favorire i processi di riorganizzazione funzionale, e svolge attività terapeutica per le disabilità neuropsicomotorie, psicomotorie e neuropsicologiche utilizzando tecniche specifiche per fasce d’età e per singoli stadi di sviluppo, adattando gli interventi alle particolari caratteristiche dei pazienti con quadri clinici multiformi che si modificano nel tempo in relazione alle funzioni emergenti;
  • attività di abilitazione in cui il TNPEE interviene favorendo l’emergere delle funzioni (d1, Apprendimento e applicazione delle conoscenze; d2, Compiti e richieste generali; d3, Comunicazione; d4, Mobilità; d7, Interazioni e relazioni interpersonali) al fine di garantire le Attività e la Partecipazione del soggetto, compatibilmente all’età e al livello di sviluppo;
  • attività di prevenzione dove il TNPEE agisce nella duplice prospettiva di prevenire l’attualizzazione di percorsi di sviluppo atipici nelle situazioni di rischio sia biologico sia sociale, e di prevenire processi di esclusione del soggetto diversamente abile, favorendo la generalizzazione delle competenze apprese nel setting terapeutico agli abituali contesti di vita.

IL TNPEE opera con persone in età evolutiva che stanno acquisendo competenze intra e interpersonali, necessarie a garantire la partecipazione e l’inclusione, quali:

  • presa di coscienza di Sé e dell’altro;
  • consapevolezza delle regole che definiscono i rapporti interpersonali e, più in generale, del gruppo sociale;
  • padronanza delle strategie utili a fronteggiare le novità e le difficoltà;
  • pianificazione del comportamento in relazione ai differenti contesti e richieste.

Si tratta pertanto di promuovere un percorso di «crescita» articolato reso possibile, da un lato, dalla progressiva maturazione di strutture neurobiologiche che riescono a organizzare le esperienze in sistemi di complessità crescente e, dall’altro, dalla progressiva acquisizione delle «abilità» emergenti motorie, prassiche, linguistiche e sociali.

Il lavoro riabilitativo è quindi rivolto a facilitare l’emergere delle abilità, senza perdere mai di vista la valenza «strumentale» di tali abilità, il cui fine è la realizzazione di un progetto di sviluppo globale che riguarda l’intera crescita della persona.

CENNI STORICI SULLA NASCITA E LO SVILUPPO DELLA PROFESSIONE NEL CONTESTO ITALIANO

Prima della istituzione del profilo professionale del TNPEE avvenuta con il DM 56/97 la pratica della Psicomotricità, in Italia come in altri Paesi del mondo, viene svolta in ambito sia educativo-preventivo sia sanitario-riabilitativo.

Verso la fine degli anni Sessanta la Psicomotricità inizia a essere utilizzata in ambito pedagogico presso alcune Scuole Speciali del nord Italia che accolgono bambini con Ritardo Mentale (definiti «subnormali»), e viene accolta con molto interesse da parte di pedagogisti e insegnanti, poiché rappresenta un nuovo modo di osservare e di interagire con il bambino.

All’inizio del decennio seguente, si afferma sempre più il progetto di chiudere le Scuole Speciali e nel 1977 con la Legge n. 517 vengono effettivamente abolite le classi differenziali per alunni disadattati, a favore del diritto all’integrazione del disabile in classi composte da alunni normodotati e affiancate dalla presenza dell’insegnante di sostegno. Così, a partire dagli anni Ottanta fino ai giorni nostri, la Psicomotricità inizia a fornire nuovi strumenti di intervento agli insegnanti e trova una sua collocazione sia per il bambino sano sia per quello con difficoltà.

Parallelamente a questo processo di definizione in ambito pedagogico, negli stessi anni Sessanta si realizzano le prime esperienze di trattamento psicomotorio in ambito terapeutico-riabilitativo in diversi servizi e realtà: il reparto ospedaliero milanese dedicato a bambini sordi, gli Istituti Medico Pedagogici, i Centri Socio Sanitari di Zona (CSZ), i Servizi di Igiene Mentale dei Comuni (SIMEE) e successivamente in numerosi Centri di Riabilitazione privati e pubblici.

L’interesse crescente nei confronti di questa disciplina porta, intorno agli anni Settanta, a una vasta richiesta di formazione nel settore. Alcuni professionisti medici e paramedici istituiscono quindi, presso strutture riabilitative private o patrocinate da Enti pubblici, corsi di formazione in Psicomotricità prima biennali e poi triennali; le prime scuole di formazione nascono a Milano e negli anni successivi a Torino, Padova, Verona, Genova, Bari, Napoli e Palermo.

Nel 1969 viene istituito il primo corso di aggiornamento per rieducatori della psicomotricità, promosso dall’Istituto di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Milano.2 Nel 1973 la Regione Lombardia organizza un corso biennale per educatori e tecnici della psicomotricità presso l’AIAS3 di Milano. Nello stesso anno, all’Università La Sapienza di Roma nasce la Scuola Speciale per Tecnici Riabilitatori della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva.

Ma è solamente nel 1982, con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1624 che i corsi di studio delle scuole dirette a fini speciali diventano corsi universitari ufficiali, hanno durata biennale o triennale e si concludono con il rilascio di un diploma previo superamento di un esame di Stato.

A partire dagli anni Ottanta l’Italia partecipa ai numerosi Congressi Internazionali sulla Psicomotricità e il confronto con altri approcci sul piano scientifico, teorico e istituzionale provoca un’ulteriore spinta nel chiarire questa disciplina, le sue applicazioni e la sua regolamentazione.

Due occasioni si rivelano determinanti per registrare progressi e qualità della ricerca psicomotoria in Italia, ma soprattutto per porre le basi del futuro lavoro di riconoscimento istituzionale della professione: il primo Convegno Nazionale di Psicomotricità (26-27 giugno 1981, Salsomaggiore Terme) e il Convegno Internazionale di Psicomotricità (Firenze, 1982), proseguito in continuità all’Aja nel 1984.

Tuttavia, è solo nel Convegno Nazionale di Salsomaggiore Terme (Novembre 1985), in preparazione al Convegno Internazionale di Nizza del 1986, che si concretizza nel tema «L’apporto e l’approccio italiano alla teoria e alla pratica della Psicomotricità» l’intento di riuscire a dare il più possibile una definizione chiara e coerente dell’intervento psicomotorio e individuare una strada per il suo riconoscimento. È in questa occasione che il professor Bollea lancia la proposta di creare, assieme a tutti i responsabili delle scuole di Psicomotricità, una base comune di lavoro per poter avviare le richieste di riconoscimento della professione. Il 5 aprile 1986 a Roma, presso l’Istituto di Neuropsichiatria Infantile, ha luogo la prima riunione di tutti i direttori delle Scuole di Psicomotricità e dei responsabili di Centri e organismi che si occupano del settore, con all’ordine del giorno: l’armonizzazione dei programmi di formazione in Psicomotricità. Si raggiunge un accordo di massima sulla durata dei corsi, fissata in 3 anni, e sul monte ore, stabilito in 1200.

Sulla scia della «Commissione Bollea», nasce nel 1987 l’Associazione ANUPI (Associazione Nazionale Unitaria Psicomotricisti Italiani) che si impegna a promuovere il riconoscimento della figura della professione di Psicomotricista nel settore sanitario e sociale.

Nel 1993, la Scuola diretta a fini speciali delle professioni sanitarie viene convertita in Diploma Universitario e la formazione degli operatori prosegue negli anni successivi come stabilito, fino alla seconda metà degli anni Novanta quando, tra il 1995 e il 1996, l’associazione ANUPI giunge alla riflessione, insieme ad alcuni esponenti di spicco della neuropsichiatria infantile italiana, che solo integrando i saperi teorico-pratici delle due discipline si potrà spingere per il riconoscimento e l’istituzione di una figura professionale specifica per l’età evolutiva, ovvero il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE).

Nel 1997, sulla scia di questa congiunta spinta, il Ministro della Sanità Rosy Bindi firma il Decreto n. 56 che istituisce la figura professionale del TNPEE.

Successivamente, con la promulgazione della Legge n. 251 del 10 agosto 2000, viene sancita la nascita delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione, di cui il TNPEE entra a far parte. Nel 2001, la Riforma Universitaria con decreto 02/04/2001 trasforma il Diploma Universitario in Laurea di primo livello in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva e infine nel 2004 si assiste alla collocazione del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva tra le professioni sanitarie della riabilitazione appartenenti alla classe SNT-2, all’interno del Sistema Sanitario Nazionale.

Con l’approvazione della Legge n. 3 dell’11 gennaio 2018, e i successivi decreti attuativi, il TNPEE ha raggiunto un ulteriore importante riconoscimento istituzionale con l’inserimento dei professionisti all’interno dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM PSTRP).

L’istituzione dell’Ordine e la costituzione delle attuali 45 Commissioni di Albo provinciali dei TNPEE rappresenta la tappa più recente del profondo cambiamento storico e politico che ha interessato nel corso degli anni la figura del TNPEE, conferendole adeguata rappresentanza istituzionale e garantendo la prosecuzione del percorso di crescita e progresso, in qualità di specialista per l’età evolutiva, che le associazioni maggiormente rappresentative hanno sempre sostenuto.

IL TNPEE OLTRE L’ITALIA: RICONOSCIMENTO DEI TITOLI ESTERI E LIBERA CIRCOLAZIONE DEI PROFESSIONISTI NELL’UNIONE EUROPEA

Dal suo esordio francese e svizzero dei primi anni Sessanta, la Psicomotricità si è estesa non solo in tutta Europa, ma anche nel resto del mondo, in particolare negli Stati Uniti e in America Latina (Tabella 1).

Solamente in Italia, però, la sua applicazione nei diversi ambiti pedagogico, socio-educativo, sanitario ha portato negli anni a una profonda rivoluzione e alla trasformazione della figura, fino alla successiva differenziazione degli ambiti applicativi e alla definizione di due distinti profili professionali: quello dello Psicomotricista, operativo in ambito socio-educativo, e quello del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva in ambito sanitario preventivo, abilitativo e riabilitativo.

Tale processo ha fatto del TNPEE un’eccellenza sanitaria tutta italiana, nonché figura unica al mondo per denominazione e riconoscimento professionale istituzionale.

In quest’ottica, sembrerebbe impossibile vedere riconosciuto il proprio titolo di TNPEE e poter svolgere la professione al di fuori dell’Italia. Tuttavia, non è così, infatti il riconoscimento dei titoli professionali italiani (medico, ingegnere, avvocato, dentista, biologo, assistente sociale, fisioterapista ecc.) all’interno dei Paesi membri dell’Unione Europea (Francia, Germania, Spagna, Irlanda, Portogallo, Grecia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Danimarca, Austria, Svezia, Finlandia) e dello Spazio Economico Europeo (Norvegia, Islanda, Liechtenstein) è possibile e regolato da una serie di direttive generali o settoriali. Pertanto anche lo studente o il professionista che ha conseguito in Italia titoli accademici o professionali ha diritto, in linea di principio, a vederli riconosciuti nel Paese estero di destinazione, per ragioni di studio o di lavoro.

Le norme e le procedure che regolano il riconoscimento dei titoli accademici italiani all’estero sono diverse da Paese a Paese e per facilitare la libera circolazione internazionale (Direttiva 2013/55/UE), in particolare degli studenti, sono stati istituiti Centri di informazione sul riconoscimento dei titoli accademici conseguiti all’estero. Tali centri nazionali sono coordinati nelle reti europee denominate NARIC e ENIC promosse rispettivamente dalla Commissione Europea, dal Consiglio d’Europa e dall’Unesco.

Il cittadino italiano interessato al riconoscimento all’estero dei propri titoli accademici può pertanto rivolgersi direttamente al centro nazionale (NARIC o ENIC) del Paese prescelto per acquisire informazioni sulle diverse forme e procedure di riconoscimento.

LE PROSPETTIVE IN EUROPA E NEL MONDO

Analizzando l’evoluzione storica della Psicomotricità e delle sue applicazioni nei diversi ambiti, appare chiaro che, soprattutto nei Paesi europei, gli psicomotricisti svolgono un ruolo in diversi settori come quello della salute, della prevenzione, dell’educazione, della rieducazione, dell’istruzione e della ricerca, e rivolgono le loro prestazioni a tutte le fasce di età della popolazione.

Tuttavia, appare altrettanto evidente come alla vasta estensione applicativa, in ambito pedagogico, sanitario, in età evolutiva, adulta e geriatrica non sia seguita un’evoluzione del processo di riconoscimento della figura dello Psicomotricista in ambito istituzionale nei diversi Paesi. Nonostante infatti la Psicomotricità sia presente nel mondo, resta ancora profondamente radicato nella tradizione e nella storia di ogni Paese il percorso di formazione professionale che ancora a oggi non ha una sua definizione a livello internazionale, rendendo così variabile la possibilità di riconoscimento dei titoli abilitanti alla professione.

Per garantire una formazione di base più omogenea dello Psicomotricista, in Europa nel 1996 è stato istituito il Foro Europeo della Psicomotricità (FEP),5 con sede in Germania, a Marburg.6 Il FEP riunisce numerosi Paesi in cui è presente la Psicomotricità tra i quali Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Finlandia, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera.

Le realtà europee più importanti, nelle quali la professione è riconosciuta e regolamentata dallo Stato, e nelle quali si rileva maggiore risonanza della professione in tutti gli ambiti di applicazione, compreso quello sanitario per l’età evolutiva in strutture pubbliche e private, sono quella francese e quella svizzera.

Francia

In Francia, lo Psicomotricista è un professionista della salute paramedico, riconosciuto dal 1974 come assistente medico tramite atti di Decreto n. 74-112 del 15 febbraio 1974. L’esercizio della professione dipende dall’ottenimento di un Diploma Statale (Diplôme d’État, DE) a seguito di un concorso abilitante svolto all’interno di scuole di formazione teorica, clinica e pratica della durata di 3 anni.

I principali decreti che negli anni hanno portato alla regolamentazione della professione in Francia sono:

  • 1974: decreto che stabilisce l’istituzione del Diploma di Stato di Psicorieducatore, modificato dal decreto del 1985 che sostituisce il termine di Psicorieducatore con quello di Psicomotricista;
  • 1980: decreto che definisce uno statuto ospedaliero per gli psicomotricisti;
  • 1988: decreto che stabilisce l’elenco degli interventi professionali che competono agli psicomotricisti;
  • 1995: legge che inserisce gli psicomotricisti nell’elenco degli ausiliari medici e li tutela rispetto all’esercizio illegale della professione;
  • 2004: decreto che raccoglie l’insieme dei testi citati nei decreti precedenti e diventa il riferimento legislativo attuale per le professioni paramediche.

In un dossier del 2006, compilato dallo SNUP7 in accordo con un’altra importante associazione di psicomotricisti, l’AFEPP,8 risulta che gli psicomotricisti in Francia sono 6.500 di cui il 56,7% esercita nelle istituzioni private, il 43% nelle istituzioni pubbliche e il 10% nella libera professione.

Svizzera

In Svizzera, lo Psicomotricista è una figura che svolge la sua attività terapeutica con neonati, bambini, adolescenti, adulti e anziani in stretta collaborazione con medici, psicologi, logopedisti, insegnanti, educatori e genitori. Le sue competenze sono del tutto affini a quelle del TNPEE italiano, ma può anche fare diagnosi di alcuni disturbi e fragilità nello sviluppo psicomotorio ed è inoltre responsabile della pianificazione, dello svolgimento e della valutazione delle opportune misure terapeutiche e di sostegno.

Il percorso di formazione è affidato a Istituti di formazione Psicomotoria riconosciuti a livello statale, tra cui l’Haute École de travail social, HETS di Ginevra e l’Interkantonale Hochschule für Heilpädagogik di Zurigo.

La formazione in terapia psicomotoria, previo conseguimento di un attestato di maturità liceale, un diploma d’insegnamento riconosciuto dalla CDPE o un attestato di una scuola universitaria professionale, si svolge nel quadro di un ciclo di studi bachelor della durata di 3 anni per un totale di 180 punti ECTS (European Credit Transfert System). Il percorso formativo comprende, oltre ai contenuti di Psicomotricità, anche contenuti rilevanti di discipline affini come le scienze dell’educazione, la pedagogia curativa, la psicologia, la medicina, il diritto, la metodologia scientifica e le scienze motorie. La formazione pratica è parte integrante della formazione teorica e si svolge in maniera alterna. A conclusione dello studio bachelor viene rilasciato il Diploma in Terapia Psicomotoria conforme a quanto previsto per la Libera Circolazione dei professionisti in Europa.

L’associazione rappresentativa è la Psychomotorik Schweiz e la rivista di riferimento è «Motorik».

Altri contesti europei

Dalla sua culla francese e svizzera la Psicomotricità si è negli anni espansa in numerose altre realtà del contesto europeo. In particolare:

  • Belgio: il Bachelor en Psychomotricité forma un professionista del benessere fisico, mentale, sociale, relazionale, corporeo ed emotivo che fornisce un supporto olistico alle persone con quadri clinici di sofferenza psicofisica. Egli rivolge il suo intervento a tutte le fasce d’età in diversi campi di intervento, quali l’istruzione, la prevenzione e la ricerca. Può esercitare la libera professione o lavorare come dipendente o collaboratore in istituti di varia natura, in collaborazione con équipe multidisciplinari. Il percorso di formazione consta di un corso di 3 anni per un totale di 180 punti ETS, implementato nella Scuola di Alta formazione dal 2012, che soddisfa i requisiti del livello 6 dell’European Certification Framework per corsi di tipo breve, e consente il conseguimento di un Titolo Accademico di Laurea in Psicomotricità ufficialmente riconosciuto in Belgio;
  • Germania: la tradizione psicomotoria tedesca fonda le sue radici nei primi anni del Novecento nella ginnastica educativa, assegnando al movimento un ruolo chiave nell’abilità di apprendimento, nello sviluppo della personalità e nell’espressione dell’individuo. Da quel momento l’approccio pedagogico al movimento si trasforma sempre più fino a definire la figura dello Psicomotricista e identificarla con il professionista in grado di sostenere lo sviluppo e l’educazione terapeutica della persona durante tutto l’arco della vita, anche in presenza di condizioni cliniche patologiche. La preparazione teorica dei terapisti prevede la partecipazione a diversi corsi, tra cui Educazione al Motopäden (effettuata nelle scuole professionali Fachschule), Corso Universitario Professionale in Motologie e corsi aggiuntivi (ad esempio Aktionskreis Psychomotorik). Esiste un’associazione Nazionale tedesca di psicomotricisti: la Deutsche Gesellschaft für Psychomotorik;
  • Irlanda: la terapia in età evolutiva è attuata da Terapisti del Neuro Sviluppo e si caratterizza per programmi non invasivi di tipo prevalentemente motorio che mirano a promuovere lo sviluppo del sistema nervoso e l’inibizione dei riflessi primitivi. Ogni programma, la cui durata risulta variare tra i 12 e i 18 mesi, è individualizzato, pertanto progettato per rispondere alle specifiche esigenze del bambino e si evolve in base ai suoi progressi. Per diventare Terapisti del Neuro Sviluppo, è necessario frequentare un corso di studio post-laurea della durata di un anno, che consente l’iscrizione al Registro della Irish Association of Neurodevelopmental Therapists e garantisce la possibilità di lavorare in contesti privati;
  • Lussemburgo: la professione di terapista per lo sviluppo in età pediatrica è accessibile dopo aver conseguito un Diploma di Stato di Psicomotricista, anche se potrebbe essere necessaria una formazione aggiuntiva. L’attività dei terapisti è svolta in ospedali, centri specializzati, associazioni e studi privati;
  • Regno Unito: esistono due campi di intervento per la Psicomotricità inglese, quello preventivo e quello terapeutico. Il titolo è conseguito dopo aver frequentato un master universitario della durata di due anni.

Il contesto extra-europeo

L’approccio e le tecniche psicomotorie hanno influenzato la cultura di numerosi Paesi anche al di fuori del contesto europeo, nel quale, seppur con le dovute differenze, è possibile rintracciare la presenza di professionisti della Psicomotricità che operano anche in questo caso per competenze e settori assimilabili a quelli del TNPEE. Riportiamo a seguire i principali:

  • California: sebbene non vi sia un chiaro rimando alla pratica e alle tecniche psicomotorie, la pratica terapeutica californiana si basa su un modello olistico e interdisciplinare che enfatizza il ruolo del movimento nell’abilitazione e riabilitazione degli individui con patologie del movimento. Il trattamento è svolto principalmente da Terapisti Occupazionali, Fisioterapisti o Logopedisti che hanno conseguito un certificato riconosciuto dalla Neuro-Developmental Treatment Association (NTDA) della durata di 12 mesi;
  • Nuova Zelanda: la terapia in età pediatrica, in particolare in bambini di età inferiore ai 30 mesi con quadri di disabilità motoria, viene effettuata da Fisioterapisti e/o Terapisti Occupazionali che conseguono una certificazione annuale privata in Visiting Neurodevelopmental Therapist (VNT).

Tabella 1

Schema riassuntivo delle figure la cui formazione, competenza e ambito di esercizio della professione risultano assimilabili a quelle del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva. Contesto Europeo ed Extraeuropeo

Il contesto spagnolo dalle origini all’attualità

Tra le diverse realtà europee che vantano la presenza di una ormai consolidata tradizione psicomotoria, va annoverata anche la Spagna.

La considerevole espansione del pensiero psicomotorio raggiunge la Spagna nella seconda metà degli anni Settanta e si diffonde all’interno del Paese attraverso diverse vie: una fra tutte la pubblicazione delle opere di autori francesi, quali Bergès, Soubiran, Picq e Vayer, Le Boulch; un’altra via è quella formativa, con la presenza nel Paese di Lapierre e Aucouturier per tenere conferenze e corsi di formazione. Come in Italia la corrente francese suscita un profondo interesse, soprattutto tra gli insegnanti, incoraggiati dalla nuova pedagogia attiva, che individuano nella Psicomotricità uno strumento di cambiamento all’interno della scuola. Pur non dimenticando anche le successive influenze di autori russi e anglosassoni, a carattere più investigativo che applicativo, la corrente francese, orientata verso la linea pedagogica di istruzione e rieducazione, segna una spinta definitiva per l’apertura della cultura spagnola all’approccio psicomotorio e nel 1977 il crescente interesse per la materia si concretizza con l’istituzione della Escuela Internacional de Psicomotricidad (EIPS).

L’EIPS prende parte a seminari, conferenze e congressi nazionali e internazionali con i pionieri della Psicomotricità in Europa, partecipa alla definizione di un modello di Psicomotricità condiviso e, nel 1982, inizia a organizzare veri e propri corsi accreditati, fino a ottenere nel 1988 il riconoscimento dall’Università Complutense di Madrid.

Nonostante possa vantare un ruolo fin da subito attivo nelle conferenze internazionali della professione, ancora oggi, tuttavia, nel contesto spagnolo non esiste un riconoscimento ufficiale della professione dello Psicomotricista, la quale non è inclusa nel Catalogo Nazionale delle Qualifiche Professionali.

ESSERE TNPEE IN CATALOGNA: L’ESPERIENZA SUL CAMPO DELLA COLLEGA BENEDETTA ZECCHI

Cinque anni fa ho realizzato un progetto di interscambio professionale in Spagna, precisamente presso la città di Barcellona, al fine di mostrare a un sistema assistenziale, oggettivamente diverso da quello italiano, la peculiarità dell’intervento neuropsicomotorio.

Il sistema di assistenza

A causa delle importanti differenze sul piano politico, culturale, ecc., in Spagna l’intervento riabilitativo precoce nei bambini con disturbi dello sviluppo non è concepito allo stesso modo su tutto il territorio. Tuttavia, esiste un riferimento legislativo comune, il Libro Blanco de Atención Temprana: si tratta di un testo, elaborato da un gruppo di professionisti (GAT) esperti della prima infanzia, pubblicato nel 2000 e contenente l’impianto normativo cui riferirsi per la realizzazione del percorso di assistenza.

Nello specifico, in Catalogna, la rete di servizi assistenziali per l’infanzia consta di tre organismi principali:

  • UCCAP (Unió Catalana de Centres de Desenvolupament Infantil i Atenció Precoç);9
  • CDIAP (Centres de Desenvolupament Infantil i Atenció Precoç);
  • CSMIJ (Centres de Salut Mental Infantil i Juvenil).

I CDIAP sono i centri che prendono in carico il bambino con disabilità da 0 a 6 anni, e la sua famiglia. Il genitore (o tutore del minore) può entrare in contatto con tali servizi direttamente o su mediazione di un altro ente assistenziale (ospedale, scuola, centro di riabilitazione privato, ecc.). Al primo incontro, i genitori sono accolti dallo psicologo del centro che inizialmente raccoglie i dati riguardanti la storia familiare, e poi procede con un’osservazione diretta del bambino; qualora ritenga necessario approfondire la situazione clinica, potrà somministrare un test di valutazione in base alla problematica del piccolo. Seguirà una seconda visita con un medico specialista, ossia il neuropediatra — figura che in Italia corrisponde al neuropsichiatra infantile — che valuterà le condizioni fisiche e psicologiche del bambino. L’équipe multidisciplinare che opera all’interno della struttura prevede, oltre allo psicologo e al neuropediatra, altri esperti dello sviluppo infantile, quali: il fisioterapista; il logopedista; il terapista occupazionale; lo Psicomotricista (di cui parleremo nel prossimo paragrafo).

Alla luce delle visite e valutazioni effettuate, sarà emessa una diagnosi ed elaborato un piano terapeutico individualizzato da realizzarsi all’interno del medesimo centro.

Al compimento del sesto anno d’età, il bambino proseguirà il suo percorso riabilitativo all’interno di associazioni, fondazioni o centri privati, a seconda del tipo di disabilità. Ad esempio, in presenza di un disturbo psichiatrico, il bambino verrà inviato presso uno dei CSMIJ: si tratta di centri di salute mentale e psichiatrica che erogano trattamenti ambulatoriali a soggetti fino ai 18 anni di età. All’interno di questi servizi è presente un’équipe multidisciplinare composta dalle seguenti figure professionali: medico psichiatra, psicologo clinico, infermiere psichiatrico e assistente sociale.

Inoltre sono presenti sul territorio dei centri di educazione speciale, denominati Centres d’Educaciò Especial (CEE), che offrono alle persone con disabilità una formazione scolastica e percorsi favorenti la socializzazione e l’inclusione.

La figura dello Psicomotricista

La professione dello Psicomotricista spagnolo non è ancora regolata a livello istituzionale e allo stato attuale non esiste un corso di laurea. In Spagna, infatti, al termine di un qualsiasi corso di laurea in ambito sanitario, educativo o umanistico, la persona interessata all’ambito psicomotorio può approfondire le proprie conoscenze all’interno di scuole o centri privati collocati su tutto il territorio; tuttavia si tratta di un percorso formativo non riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione spagnolo. In base alla durata del corso, da uno a massimo tre anni, il professionista può conseguire un titolo o certificato che attesti, rispettivamente, la qualifica di diplomato, specialista o esperto in Psicomotricità.

L’università, invece, offre dei corsi post-laurea o master riconosciuti, cui possono accedere soltanto i laureati in ambito sanitario, e che permettono il conseguimento di un titolo valido su tutto il territorio spagnolo e conforme a livello europeo.

Con il possesso di uno dei due titoli (formazione privata o universitaria), lo Psicomotricista può lavorare all’interno di centri pubblici e/o privati. Lo Psicomotricista, inoltre, può intervenire in molteplici ambiti ed erogare trattamenti individuali o di gruppo secondo le necessità.

In campo preventivo-educativo/rieducativo, lo Psicomotricista realizza nelle scuole primarie delle attività con l’obiettivo di promuovere l’organizzazione corporea e del pensiero operativo in bambini dai 3 agli 8 anni, e fornisce assistenza a quei piccoli che presentano un disturbo che non permette loro di acquisire una serie di competenze evolutive.

È in ambito terapeutico però che lo Psicomotricista ha maggiori possibilità lavorative: interviene, infatti, su bambini dai 0 ai 6 anni che presentano difficoltà motorie, emotive, comportamentali, cognitive e sociali, ma anche su soggetti a rischio biologico (prematuri) o sociale (violenze domestiche, situazioni di indigenza, immigrati, ecc.). Ai soggetti di età superiore ai 6 anni fornisce supporto ai processi comunicativi e relazionali affinché possano ben integrarsi nel contesto sociale.

Di recente, sta aumentando la richiesta di psicomotricisti anche in campo geriatrico, al fine di favorire nell’anziano esperienze di tipo corporeo, oltre che di socializzazione e condivisione.

Lo Psicomotricista svolge i propri interventi all’interno di una sala (di Psicomotricità appunto), utilizzando materiale specifico per il lavoro espressivo-corporeo, di varia forma, consistenza e colore, e giochi per l’attività ludica di tipo simbolico.

Si tratta dunque di una figura versatile e adattabile alle diverse richieste, il cui intervento trova le sue fondamenta nella pratica psicomotoria di Bernard Aucouturier e nella Psicomotricità dinamico-relazionale che utilizza la mediazione corporea, il movimento e il gioco per consentire al paziente di sperimentare la propria corporeità e, gradualmente, di esprimersi e interagire con il mondo circostante.

Alla luce di quanto appena descritto, l’attività professionale dello Psicomotricista spagnolo potrebbe considerarsi similare a quella dello Psicomotricista italiano, antecedente all’istituzione del corso di laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva.

L’esperienza lavorativa all’interno di un CDIAP

In questi anni, grazie al progetto che ho realizzato, ho avuto modo di lavorare all’interno di un CDIAP a Barcellona, portando la mia esperienza come TNPEE, il cui profilo è stato ben accolto sia per il percorso formativo sia per la specificità professionale.

Durante il periodo di affiancamento, ho osservato diverse tipologie di trattamento (ad esempio Psicomotricità, logopedia, fisioterapia, ecc.) rivedendo nel gioco il filo conduttore degli interventi. Inoltre tutte le sessioni di lavoro con il bambino erano svolte con la presenza di almeno un genitore, al fine di: orientare quest’ultimo; lavorare sulle dinamiche genitore-figlio; garantire una presa in carico realmente globale.

Dopo aver acquisito una certa esperienza con la lingua e il contesto professionale, ho iniziato a lavorare in autonomia, effettuando trattamenti di tipo neuropsicomotorio, sia individuali sia di gruppo, con pazienti di diverse età e patologie; inoltre, ho deciso di coinvolgere il genitore all’interno delle sessioni di terapia dopo averne osservato e constatato l’efficacia.

Cenni sull’iter burocratico

Dopo aver conseguito la laurea triennale in Terapia della Neuro e Psicomotricità in Età Evolutiva presso l’Università degli Studi di Firenze, ho dato inizio a questa esperienza professionale, avviando il processo di riconoscimento del titolo in Spagna; in contemporanea, ho conseguito un master universitario (a distanza) sull’intervento precoce infantile10 presso la «Universidad San Jorge de Zaragoza». In seguito, ho preso contatti con il presidente dell’UCCAP, il quale, interessato al profilo professionale del TNPEE, ha appoggiato il mio progetto, autorizzando il mio impiego all’interno di un CDIAP sito in Catalogna.

Tuttavia, dopo alcuni anni, a fronte dell’esito negativo del processo di riconoscimento del titolo, ho dovuto interrompere la collaborazione lavorativa all’interno di questa struttura.

Allo stato attuale, lavoro a tempo pieno con la qualifica di Psicomotricista in un centro privato a Barcellona, che eroga trattamenti riabilitativi a bambini con la sindrome di Down.

CONCLUSIONI

La storia della Psicomotricità fonda le sue più profonde radici nell’Europa del Novecento e vede un’importante espansione del suo pensiero e del suo approccio nella seconda metà del secolo.

Attualmente numerosi Paesi europei ed extra-europei possono fregiarsi della presenza di professionisti formati in Psicomotricità, tuttavia solamente l’Italia può vantare un’eccellenza nella figura sanitaria altamente specializzata in età evolutiva nel TNPEE, che resta pertanto al momento una punta di diamante tutta italiana. La Laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva è un titolo unico nel suo genere: essa abilita all’esercizio della professione di TNPEE appartenente al grande ordine TSRM e PSTRP che rappresenta oggi 19 professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

Per esercitare la professione di Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva in Europa, tuttavia, è necessario ottenere il riconoscimento del titolo facendo riferimento ai Centri di informazione sul riconoscimento dei titoli accademici conseguiti all’estero, coordinati nelle reti europee promosse dalla Commissione Europea o dal Consiglio d’Europa e dall’Unesco, istituiti per supportare la libera circolazione dei professionisti nella Comunità europea.

In alcuni casi, purtroppo, soprattutto nei Paesi in cui la figura professionale dello Psicomotricista non è riconosciuta con un Diploma di Stato o con una Laurea, o in tutti quei Paesi in cui le stesse mansioni sono svolte da altre professioni regolamentate, il riconoscimento del titolo può incontrare difficoltà.

Abstract

The TNPEE (Developmental Neuro and Psychomotor Therapist) is the health professional appointed to intervene independently regarding prevention, functional evaluation and rehabilitation in the developmental neuro psychomotor field, in neuropsychology and developmental psychopathology according to those skills established by professional profile. This article reviews the origin and transformation of the professional role from its theoretical beginnings to the present in Italy, in Europe and in the world. Special attention is given to a colleague’s experience in Spain.

Keywords

TNPEE (Developmental Neuro and Psychomotor Therapist), Developmental age, TSRM PSTRP (National Federation of Health Technicians, Orders of Medical Radiology, Technical Health Professions, Rehabilitation and Prevention, Europe, Spain, Profession.

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1 «Atención Temprana»: intervento (terapeutico) precoce.

2 Tale corso aveva una durata di quattro mesi.

3 Associazione Italiana Assistenza Spastici.

4 DPR 10 marzo 1982, n. 162: Riordinamento delle Scuole dirette a fini speciali, delle scuole di specializzazione e dei corsi di perfezionamento.

5 Forum Europeo della Psicomotricità.

6 Il rappresentante del FEP per l’Italia è Franco Boscaini.

7 Syndacat National d’Unione des Psychomotricien.

8 Associazione Francese degli Studenti e Professionisti della Psicomotricità.

9 L’UCCAP nasce nel 1997 per disciplinare l’attività dei CDIAP, e la cui creazione fu promossa dall’Associació Catalana d’Atenció Precoç (ACAP), un’organizzazione che dal 1990 riunisce la maggior parte dei professionisti dell’infanzia presenti sul territorio catalano.

10 «Master en Atención Temprana y Familia».

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