Test Book

Crescere insieme per conoscersi - educazione, scuola, formazione

Voci dalla Calabria. Storie di vita e di emigrazione in Africa e altri mondi, dal 1950 al 1960 - Voices from Calabria. Stories of life and emigration to Africa and other worlds, during 1950-1960

Francesca Mazzei

Libera professionista che collabora di volta in volta con vari enti e/o associazioni. Laureata in legge con tesi in psicologia giuridica, avvocatessa, perfezionamento in Criminalistica, Master in Archivi Ecclesiastici, con docenze a contratto in discipline giuridiche in Università (Università degli Studi di Milano, anni 2002-2005, Università Cattolica del Sacro Cuore, anno 2013-2014), ricerche con ascolto di testimonianze orali, attività di formazione, soprattutto nel mondo scolastico. Fra le attività svolte, segnala l’iniziativa-ricerca Vecchi coloniali di Eritrea, pubblicata, sempre sul sito www.equatore.org/progetti e attività di ricerca. Esperienze in Africa (Burundi, Eritrea, Tunisia). Svolge attività di raccolta, di archiviazione, di catalogazione e pubblicazione sul sito www.equatore.org di materiali librari, archivistici e multimediali in collaborazione con le associazioni Orizzonte Ediesse e Equatore Onlus.


Abstract

During the academic year 2013-2014 students in 2nd and 3rd year of Serrastretta High School, took part in an educational project called Voci dalla Calabria. Storie di vita e di emigrazione in Africa e altri mondi, dal 1950 al 1960. They studied the story of emigration in depth, from Italy, and more specifically from Calabria and Serrastretta, paying a particular attention to each migrant’s story. They also considered correlated issues, such as the phenomenon of immigration and an in-depth study of Zimbabwean and Zambian history. Moreover, the students carried out various tasks, such as book and archive research, qualitative interviews (even with their own relatives), analysis and transcription. During this process, a continuous exchange of information was set up with various institutions and individuals, both within the school and outside of it. In this way, students were encouraged to cultivate their capacity of understanding other people, and thereby to avoid discriminatory or hostile attitudes towards migrants. Other positive results were a book entitled Voci della Calabria, a video called Storie di emigrazione tra immagini e testimonianze and the exhibition Tra memoria e racconto, which offered various pieces to the public on the 6th June 2014 in the presence of the mayors of Serrastretta and Decollatura, the director of the High School, the teachers and the author of this article. Keywords: Calabria, Serrastretta, Africa, emigration, immigration, education, Italian migrants' stories, the art of listening.



Sommario

I ragazzi della seconda e della terza classe della Scuola Secondaria di primo grado di Serrastretta nell’anno scolastico 2013-2014 hanno partecipato al percorso didattico Voci dalla Calabria. Storie di vita e di emigrazione in Africa e altri mondi, dal 1950 al 1960. In particolare gli allievi hanno approfondito il fenomeno dell’emigrazione passata e presente, in generale, italiana, calabrese e serrastrettese, con attenzione alle storie dei migranti. Hanno affrontato anche molte tematiche collegate e, fra queste, il fenomeno dell’immigrazione attuale, la costruzione, con la mano d’opera di migranti, di grandi opere e lo studio dell’impatto di queste sui popoli e l’ambiente, gli incidenti sul lavoro, l’approfondimento della storia dei Paesi africani Zimbabwe e Zambia. Gli allievi hanno svolto diverse attività: ricerche sui libri, accessi agli archivi comunali e parrocchiali, interviste, anche ai propri familiari, ascolto di racconti, analisi e trascrizione di un manoscritto. Si è così avviato uno scambio continuativo dentro e fuori la scuola con la collaborazione fra più persone ed enti. Si è cercato in questo modo di favorire negli alunni la conoscenza degli altri, di evitare la nascita di atteggiamenti discriminatori o ostili verso la persona immigrata e di incoraggiare una sempre maggiore armonia sociale. Il percorso compiuto con gli alunni e i loro insegnanti ha portato, anche in un’ottica di contributo visibile, alla realizzazione del libro Voci dalla Calabria, del video Storie di emigrazione tra immagini e testimonianze, della mostra storico-documentaria Tra memoria e racconto, lavori tutti proposti al pubblico il 6 giugno 2014, alla presenza dei sindaci di Serrastretta e di Decollatura, della dirigente dell’Istituto scolastico, del corpo docenti e della scrivente.

 

Parole chiave: Calabria, Serrastretta, Africa, emigrazione, immigrazione, educazione, storie di migranti italiani, ascolto.

 

Premessa e presentazione del progetto didattico realizzato

Vorrei raccontare, per la rivista “Educazione interculturale” e i suoi lettori, il progetto didattico Voci dalla Calabria. Storie di vita e di emigrazione in Africa e altri mondi, dal 1950 al 1960, tenutosi a Serrastretta (CZ) nell’anno scolastico 2013-2014.[1]

Il progetto Voci dalla Calabria si è rivolto alle studentesse e agli studenti delle classi seconda e terza della Scuola Secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Serrastretta (CZ) e ha portato alla realizzazione di un libro, di un video e di una mostra. Il progetto si proponeva di effettuare un percorso sull’emigrazione che ha caratterizzato tanta parte della storia italiana, soprattutto dei piccoli paesini del Sud, nel caso specifico Serrastretta (CZ), dedicando particolare attenzione alle storie di vita dei migranti, e fra questi Felice Scalise, mio nonno materno.

L’iniziativa progettuale, infatti, è nata da una proposta che ho elaborato a partire da una ricerca che sto svolgendo dall’anno 2007, con la supervisione scientifica del prof. Alfredo Calabrese,[2] sulla storia di mio nonno Felice, serrastrettese emigrato in Africa negli anni ’50 e lì morto in un incidente sul lavoro.[3] Ho elaborato la proposta da sola perché purtroppo il prof. Calabrese è mancato nel gennaio del 2013. La proposta della ricerca rivolta a una scuola mirava anche a consentire un collegamento fra il mondo professionale degli operatori nelle scienze umane e sociali (con esperienze maturate nel campo formativo) e quello scolastico.

Felice Scalise e la sua storia hanno offerto anche lo spunto per svolgere un percorso con gli studenti. In particolare, ho proposto alla preside della scuola serrastrettese la Storia di un emigrante calabrese morto in Africa per un incidente sul lavoro, al fine di realizzare un laboratorio di storia, di letteratura contemporanea, di diritto e di eventuali altre discipline collegate, nel quale le studentesse e gli studenti potessero partecipare attivamente.[4]

Ho proposto alla scuola di approfondire la storia di Felice in quanto egli, come tanti uomini serrastrettesi, è stato un emigrato, come pochi in Africa, come tanti morto sul lavoro. «La sua dunque è una storia esemplare che può accomunare e mettere insieme persone diverse intorno a narrazioni semplici e ricche allo stesso tempo. Felice offre l’occasione per trattare temi intorno alla tematica dell’emigrazione e alla condizione del migrante nel passato e nel presente, alle leggi razziali in Africa durante il periodo coloniale, alla storia di Serrastretta e della sua gente con uno sguardo sull’oggi, alla convivenza con persone di altri mondi, all’intercultura e all’incontro con gli altri» (Istituto Comprensivo di Serrastretta, 2013-2014 p. 12 e ss).

Sia la ricerca che il progetto scolastico sono stati accolti e vissuti con grande partecipazione dagli studenti, dal corpo docenti, dalla preside e da tutto il personale scolastico, dall’amministrazione comunale, nonché dai genitori degli allievi e un po’ da tutto il Paese di Serrastretta.

 

Perché abbiamo immaginato il titolo Voci dalla Calabria. Storie di vita e di emigrazione in Africa e in altri mondi (1950-1960)?

Il titolo, ideato insieme a Giovanni Mannozzi, anch’egli socio di Equatore e Orizzonte, esprime il proposito di contribuire a offrire qualche elemento di conoscenza della storia presente e passata, intesa come occasione di confronto e di lavoro condiviso con i ragazzi. In tal senso abbiamo proposto ai ragazzi l’ascolto delle voci delle persone coinvolte nella cosiddetta microstoria e abbiamo intrapreso percorsi di consapevolezza, a partire da una regione, se vogliamo periferica, come la Calabria, e per questo espressamente menzionata nel titolo.

Il titolo nasce, così, da un discorso periferico, individuale e collettivo, conoscitivo e costruttivo. Abbiamo voluto, inoltre, accentuare e dedicare spazio, nel titolo e nel percorso, al continente Africa in quanto rappresenta la meta di Felice e in quanto, allo stesso tempo, è meta particolare e meno frequentata dai migranti italiani (se si esclude ovviamente l’emigrazione italiana a seguito dell’espansione coloniale del Novecento), mentre è luogo privilegiato di provenienza di numerosi migranti dei tempi presenti. Abbiamo previsto “altri mondi”, pensando sia agli altri continenti sia ai mondi interiori di ciascuno di noi. Quindi il titolo vuole lanciare delle suggestioni sull’incontro con gli altri, asse centrale nel percorso formativo Voci. L’espressione “altri mondi” allude all’Africa, all’Australia, ai vari continenti, e in fondo a ciascuno di noi, considerato nella propria individualità e unicità. È un modo per ricordare che le relazioni con gli altri, come il prof. Alfredo Calabrese spesso ripeteva, sono forse l’esperienza più complessa che ci tocca nella vita.

Quindi, la storia di Felice diventa l’occasione per allacciare nuove relazioni fra giovani, adulti del mondo della scuola e non solo, fondate sullo studio, l’ascolto, la scoperta ma anche sulla gioia e la condivisione.

I ragazzi, con un esercizio di ascolto non indifferente, si sono accostati alla storia di Felice e ai suoi testimoni, a volte anche a narrazioni in lingue dialettali.

Le persone del paese si sono riavvicinate a una parte della propria storia. Il decennio 1950-1960 lo abbiamo invece scelto perché è quello relativo all’esperienza di Felice in Africa e perché in qualche modo volevamo circoscrivere la ricerca a un periodo che potesse essere emblematico.

 

Tematiche affrontate

Insieme ai ragazzi abbiamo affrontato prevalentemente le seguenti tematiche:

– storia sociale ed economica di Serrastretta, luogo di partenza di Felice, e della pre-Sila negli anni che vanno orientativamente dal 1950 al 1960, riflettendo anche sul rapporto tra la vita del mondo di allora e la vita del mondo di oggi a Serrastretta e dintorni;

– l’Africa, e in particolare lo Zambia e lo Zimbabwe ai confini con il fiume Zambesi (meta di Felice) ieri (ad esempio i colonialismi, le leggi razziali) e oggi;

– la costruzione di una grande infrastruttura come la diga di Kariba nel cui cantiere Felice perse la vita, l’ambiente in cui sorge, dal 1950 a oggi;

– la storia del fiume Zambesi;

– altre dighe nel mondo, in Italia e in Calabria;

– gli incidenti sul lavoro;

– l’emigrazione e l’immigrazione;

– la Calabria e l’emigrazione;

– Serrastretta, i suoi emigrati e le loro storie;

– l’immigrazione odierna in Italia e in Calabria;

– l’emigrazione calabrese e italiana attuale.

 

Perché la storia di Felice ci ha dato lo spunto per affrontare queste tematiche?

«Perché Felice è uno dei tanti serrastrettesi che negli anni Cinquanta lasciano il loro Paese per intraprendere un percorso migratorio. Il fenomeno dell’emigrazione in quegli anni è un dato oggettivo confermato da tutte le informazioni raccolte ed esaminate insieme agli studenti: ricerche presso gli archivi comunali, censimenti demografici ISTAT, visita al Museo della Nave della Sila di Camigliatello Silano. Il dato dell’emigrazione di Felice, nello specifico, è confermato dai certificati anagrafici relativi alla sua persona, alla sua famiglia d’origine e alla sua famiglia da sposato. Il progetto da migrante all’estero di Felice avrebbe dovuto avere una durata limitata (emigrazione temporanea), e aveva una destinazione singolare: il continente africano. Il registro passaporti esaminato dagli studenti conferma che furono veramente in pochi i calabresi che vi si recarono» (Istituto Comprensivo di Serrastretta, 2013-2014, p. 47). La figura di Felice Scalise ha costituito, dunque, il filo conduttore intorno a cui si sono articolati i sentieri di ricerca. Egli negli anni Cinquanta lascia la Calabria per la Val d’Aosta dove lavora come minatore presso la diga di Val Grisenche, poi nel 1957 parte alla volta dell’Africa, nella allora Rhodesia del sud (attuale Zimbabwe) dove lavora come operaio gallerista nei cantieri di costruzione dell’imponente diga di Kariba sul fiume Zambesi e lì muore nel 1959 in un incidente sul lavoro.

La scelta di affrontare le tematiche individuate era supportata inoltre dalla consapevolezza di come l’immigrazione fosse una realtà sempre attuale. L’Italia, e con essa la Calabria, oggi è terra di emigrazione e immigrazione allo stesso tempo (Centro Studi e Ricerche Idos/Immigrazione Dossier Statistico, 2013, p. 438-441).

La ricerca si è estesa sul territorio, con interviste sul campo a coloro che hanno vissuto in modo diretto o indiretto l’esperienza dell’emigrazione negli anni in questione. Le loro storie, pur differenziandosi per la scelta della destinazione, sono risultate testimonianze utili a comprendere e a approfondire il fenomeno dell’emigrazione che ha caratterizzato la storia locale.

Nel corso delle nostre attività ci siamo così avvicinati non soltanto alla storia dei migranti, ma anche a quella delle persone che rimanevano in attesa dei propri cari a Serrastretta, e fra queste Antonia Mazza, moglie di Felice. E quindi ci siamo accostati, tramite racconti diretti delle persone coinvolte, ai loro sentimenti, alle tradizioni e alle attività dell’epoca, quali la lavorazione della ginestra, la tradizione del maiale, il trovarsi in piazza.

Il percorso, inoltre, per i docenti coinvolti è stata un’occasione per avviare una disamina delle informazioni proposte dalla manualistica scolastica sul fenomeno dell’emigrazione.

 

Percorso didattico, svolgimento e metodologie

All’interno del percorso didattico, come detto sopra, gli studenti, insieme alle docenti, alla sottoscritta e a tutte le persone intervenute, hanno ricostruito il fenomeno migratorio in generale, e poi più specificamente quello calabrese e serrastrettese degli anni Cinquanta-Sessanta. Abbiamo affrontato anche le tematiche dell’attuale immigrazione in Italia e in Calabria, nonché dell’attuale emigrazione italiana, realtà alle quale sono dedicate sezioni della mostra storico-documentaria.

Insieme agli studenti ci siamo avvalsi di diverse metodologie: ricerche di archivio e incontri con gli uffici istituzionali del Comune; ascolto, documentazione e trascrizione integrale o sommaria di racconti e storie di vita di emigrati e di testimoni dell’epoca e delle vicende affrontate intervenuti in classe; esame di diverse fonti, dalla memorialistica ai documenti della Parrocchia, ai documenti fotografici e ai filmati; visione di oggetti e materiali vari, lettere, fotografie e altro; visite di luoghi, abitazioni e altro; visita al Museo dell’Emigrazione “La Nave della Sila” a Camigliatello Silano, all’interno del parco Old Calabria.

Ascoltare da vicino la storia e i racconti delle persone migranti e di chi ha vissuto quelle esperienze ha consentito agli studenti di accostarsi in maniera più diretta e partecipata alle tematiche affrontate; ha suscitato in essi un vivo interesse per la storia in generale e per quella del proprio Paese; ha fatto nascere sentimenti di solidarietà per le persone emigrate, alle quali abbiamo rivolto all’interno della mostra di fine anno la sezione “Dedicato a te amico migrante”, con dipinti ed espressioni artistiche proprie degli studenti.

L’approcciarsi da parte dei ragazzi a diverse metodologie nonché il praticarle, ad esempio interpellando sulle tematiche di interesse i propri familiari, gli anziani del quartiere, il parroco, il sindaco ha fatto sì che si creassero intorno all’iniziativa fermento e viva collaborazione fra più persone ed enti. A Serrastretta, così, intorno a Voci dalla Calabria si è realizzato un processo sinergico che dalla persona si è esteso alla comunità e ai suoi rappresentanti pubblici, in una interazione dinamica fra formale e informale, fra presente e passato, fra scuola e territorio.

Quando nei momenti di pausa dalle attività scolastica uscivo per il Paese e re-incontravo i nostri testimoni era un continuo salutare e gioire per quanto stavamo realizzando con i ragazzi.

 

Alcuni dati e elementi statistici assunti durante il percorso

«La Calabria può essere considerata la regione simbolo fra tutte le regioni del Mezzogiorno in cui gli effetti negativi dell’esodo di massa hanno più profondamente inciso sulla sua economia e sulla sua struttura sociale. L’emigrante calabrese generalmente è un bracciante, un contadino povero, disoccupato o sottoccupato […]. Sino al 1955, l'emigrazione calabrese di gran lunga prevalente è quella transoceanica. Dopo il 1955, con il crescente sviluppo economico delle regioni settentrionali, in particolare quelle del “triangolo industriale”, le migrazioni interregionali crescono sempre di più; e mentre si assiste ad una progressiva flessione della corrente transoceanica, acquista sempre più consistenza quella diretta verso il centro-nord della penisola e verso i paesi europei con preferenza, in un primo periodo, della Francia e della Svizzera» (Istituto Comprensivo di Serrastretta, 2013-2014, p. 16).

«Nel 1904, con 35.482 unità, la Calabria è la regione italiana con il più alto tasso emigratorio.

Fra il 1876 e il 1905, emigrarono complessivamente 478.146 unità lavorative: un dato questo, poco inferiore a 1/3 della popolazione dell’intera regione.

In questa prima fase dell’emigrazione calabrese il flusso migratorio è diretto prevalentemente verso i paesi transoceanici: Stati Uniti, che ne assorbono il 40%; Argentina, Brasile, Uruguay, che ne importano il restante 60%. L’emigrazione ha un carattere permanente: infatti oltre il 95% di emigrati si stabiliscono in questi paesi in modo definitivo e solo il 5% ritorna in patria per poi eventualmente ripartire. Il 1905 è l’anno del terribile terremoto che colpì la Calabria, e che distrusse decine di paesi provocando la morte di migliaia di persone. […]

Dal 1906 al 1935, periodo che può essere considerato la seconda fase dell’emigrazione calabrese, si registra una notevole ripresa degli espatri che raggiungono 661mila unità, pari a un aumento del 38%. Solo durante la guerra (1915-1918), le cifre sull’emigrazione diminuiscono per riprendere negli anni immediatamente successivi; la media annua degli espatri raggiunge, infatti, 23.000 unità circa. Durante il trentennio successivo, 1936-1965, il totale dei lavoratori calabresi che emigrano raggiunge le 776mila unità. Di questi, ben 211mila nel primo quindicennio, pari all’11,4% della popolazione media della regione» (Istituto Comprensivo di Serrastretta, 2013-2014, p. 17).

Per Serrastretta questi dati sulla migrazione sono confermati dai Censimenti Istat popolazione Serrastretta per il periodo 1861-2011. Infatti, secondo i censimenti, al 4 novembre 1951 la popolazione residente a Serrastretta risulta essere di 5.873 abitanti, mentre al 15 ottobre 1961 la popolazione è di 5.167. Il calo dei residenti è stato del 12%, corrispondenti a 706 persone.

In particolare a Serrastretta nel decennio 1950-1960, periodo di riferimento del progetto, i ragazzi consultando l’archivio storico e il registro passaporti hanno realizzato che il maggior numero di spostamenti sono stati verso il continente americano sia a nord che a sud.

Esaminando, invece, il fenomeno dell’immigrazione attuale, è emerso che nell’anno 2012 è stata rilevata in Calabria la presenza di 74.000 persone straniere (Centro Studi e Ricerche Idos/ Immigrazione Dossier Statistico, 2013).

 

Le Voci

Durante il percorso i ragazzi hanno incontrato e ascoltato diverse Voci, che abbiamo denominato nei seguenti modi:

– Voci Testimonianze della Serrastretta di allora (Chiara, Renato, Natale, Antonia);

– Voci incontrate strada facendo (Mariella, Gabriele, Marina, Pina, Pina, Giuseppe, Matias, Lucia, Enzo, Marisa);

– la Voce di Felice (ispirandosi a questa gli studenti hanno anche elaborato delle riflessioni scritte e dei pensieri sulla storia di Felice e la ricerca della scrivente);

– la Voce di Vincenzo, nonno di Francesca, una delle allieve, di cui abbiamo reperito un manoscritto che i ragazzi hanno per intero trascritto e commentato;

– le Voci delle testimonianze raccolte presso il Museo dell’Emigrazione a Camigliatello Silano.

 

Materiali didattici realizzati

Alla conclusione dell’anno scolastico il progetto ha portato alla realizzazione di:

– un libro: Voci dalla Calabria. Storie di vita e di emigrazione in Africa e altri mondi, dal 1950 al 1960;

– un video: Storie di emigrazione tra immagini e testimonianze;

– una mostra storico-documentaria: Tra memoria e racconto.

A Felice inoltre sono stati dedicati una poesia composta e musicata da due docenti coinvolte nel progetto, un dipinto di un’allieva che lo ritrae e che mi è stato donato, componimenti e stesura di impressioni e pensieri da parte degli studenti, ciascuno con il proprio punto di vista. Fra questi, a mero titolo esemplificativo, un ragazzo ha così scritto: «Sono stato colpito dal carattere estroverso di Felice che è riuscito a inserirsi nell’ambiente africano e con i locali. Tutto questo si nota dalle fotografie, dall’espressione del suo volto, dal suo sorriso». O ancora «Questa storia mi ha fatto capire che se una persona cara viene a mancare, oppure si reca lontano, si può andare avanti lo stesso, come ha fatto Antonia. Ho conosciuto la semplicità con cui si viveva una volta, tanto che la gente si divertiva a sfoderare pannocchie e a pascolare le capre» (Istituto Comprensivo di Serrastretta, 2013-2014, p. 56).

«Felice ha così offerto l’occasione per incontrarsi e costruire qualcosa insieme» (Istituto Comprensivo di Serrastretta, 2013-2014, p. 14).

 

Il libro Voci dalla Calabria. Storie di vita e di emigrazione in Africa e altri mondi (1950-1960)

La pubblicazione propone, in una prima parte, la presentazione del progetto didattico, a seguire un inquadramento storico e statistico de “La Calabria e l’emigrazione” e di “Serrastretta e i suoi emigrati” per poi entrare nel vivo della ricerca, proponendo le “voci” ascoltate dagli allievi.

Si possono leggere, pertanto, le “Voci Testimonianze della Serrastretta di allora”, ovvero i racconti di chi ha voluto ricordare il paese di quegli anni, le sue tradizioni (la ginestra, il maiale, ecc.), i passatempi (il trovarsi in piazza, il gioco dei briganti, ecc.), la sua organizzazione sanitaria, ma anche le attività economiche (commercio di sedie, castagne verdi, bianche, “pilate”, ecc.), la presenza di botteghe artigiane (fabbri, sarti, sediari, calzolai, muratori) e dei primi negozi (con vestiti, tessuti, valigie, acquistate anche dagli emigranti), l’organizzazione dei viaggi da parte di chi si apprestava a partire.

Seguono poi le “Voci incontrate strada facendo”, ovvero i racconti di chi è venuto a scuola: Mariella, Gabriele, Marina, Pina, Pina, Matias (uno studente della medesima classe coinvolta), Felice attraverso le narrazioni di Francesca, Enzo.

Gli studenti, di volta in volta, hanno espresso a voce e per iscritto pensieri e riflessioni, tutti supervisionati dalle docenti di Istituto, su ciò che stavano vivendo. Alcuni degli scritti dedicati a Felice si trovano nel libro. Così come si trova nel libro la sezione “Dedicato a te amico migrante”, con scritti, pensieri, poesie, musiche, disegni ed espressioni artistiche rivolte appunto dagli studenti agli emigranti, sotto la guida della docente di riferimento.

Il libro è stato pubblicato in tempi rapidissimi, soprattutto grazie all’entusiasmo della Preside e delle docenti coinvolte, e pertanto riporta alcune dimenticanze, sviste e piccoli errori di ortografia, tutti rimediabili. Rimane una testimonianza significativa di quanto vissuto da tutti, speriamo soprattutto dagli studenti.

 

Il video Storie di emigrazione tra immagini e testimonianze e la mostra storico-documentaria Tra memoria e racconto

Con le storie raccolte nel corso dell’anno i ragazzi hanno realizzato il video Storie di emigrazione tra immagini e testimonianze che hanno presentato al pubblico, accompagnando alle immagini e alla musica il loro racconto al microfono. A partire dal mese di maggio circa a scuola è stata allestita la mostra storico-documentaria Tra memoria e racconto. Alla sua costruzione hanno partecipato in maniera attiva, appassionata e competente studenti, alcune loro mamme e tutte le persone che sono state coinvolte nel progetto.

La mostra è costituita da numerosi reperti e materiali: narrazioni, fotografie, lettere, documenti e oggetti vari, fra cui anche valigie dell’epoca, immagini religiose, libri, articoli di quotidiani e di riviste, disegni e dipinti degli studenti.

L’esposizione traccia un percorso, anche fisico, intorno ad alcuni temi salienti: storie di vita e di migrazione in Africa e altri mondi; la grande povertà, le mete e i numeri della grande emigrazione italiana (rappresentati in un grande affresco a parete); i protagonisti del progetto a scuola; il paese lasciato (con una parte dedicata anche a Felice e Antonia); gli immigrati di oggi; l’Africa ieri e oggi; “Dedicato a te amico migrante” (sezione con opere artistiche realizzate dagli studenti); le discriminazioni; le schede e le tabulazioni dei dati esaminati all’interno dell’Archivio storico di Serrastretta.

 

La conclusione del percorso e la sua presentazione in data 6 giugno 2014

Il 6 giugno 2014, a scuola, in una sala adiacente alla mostra, sono stati presentati al pubblico il progetto e le attività svolte con i ragazzi, il libro Voci dalla Calabria. Storie di vita e di emigrazione in Africa e altri mondi, dal 1950 al 1960, il video Storie di emigrazione tra immagini e testimonianze e la mostra storico-documentaria Tra memoria e racconto.

Sono intervenuti: la dirigente prof.ssa Rossana Costantino, il sindaco di Serrastretta Felice Molinaro, il sindaco di Decollatura Anna Maria Cardamone, le docenti Saveria Burgo e Carmela Cancellara, la scrivente.

 

 

AUTORE PER CORRISPONDENZA

Francesca Mazzei

Via IV Novembre, 86/A

25064 Gussago (BS)

E-mail: francescamazzei111@gmail.com

 

 

Riferimenti bibliografici

Baldacci O. (1973), Osservazioni sull’emigrazione calabrese, in Almanacco Calabrese, rassegna annuale di vita e problemi regionali, XXII-XXIII Edizione, Roma, Istituto Grafico Tiberino, pp. 131-137.

Borzomati P. (a cura di) (1982), L’emigrazione calabrese dall’unità ad oggi, Roma, Centro Studi Emigrazione.

Bruni F. (2008), Storia di Serrastretta. Dalle origini al 1938, Soveria Mannelli (CZ), Calabria Letteraria.

Centro Studi e Ricerche Idos/Immigrazione Dossier Statistico (2013), Dossier Statistico Immigrazione, Roma, Idos.

Comune di Serrastretta: Archivio Storico Comunale e Registro Passaporti, 1950-1960.

Contini G. e Martini A. (1993), Verba Manent. L’uso delle fonti orali per la storia contemporanea, Roma, La Nuova Italia Scientifica.

De Nardo V. (1971), L’emigrazione in Calabria, Cosenza, Pellegrini.

Istituto Comprensivo di Serrastretta (a.s. 2013-2014), Voci dalla Calabria. Storie di vita e di emigrazione in Africa e altri mondi, dal 1950 al 1960, Soveria Mannelli (CZ), MT Grafica & Servizi Sas.

Kariba F.C. (1960), La lotta col dio fiume, Milano, Garzanti.

Milanesi A. (2010), L’emigrazione italiana 1876-1976, Brescia, Opera Diocesana San Francesco di Sales.

RCS (2005), Da emigranti a razzisti, «L’Europeo, periodico bimestrale», n. 1.

Stella G.A. e Teti V. (2006), La Nave della Sila, Guida al Museo Narrante dell’emigrazione Camigliatello Silano (Cs), Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino.

Vallone F. (a cura di) (2006), Il bagaglio della memoria: Catalogo e collezione di scritti del Museo dell’Emigrazione “Giovanni Battista Scalabrini” di Francavilla Angitola, Vibo Valentia, Monteleone.

[1] Il progetto e la ricerca sono aperti, disponibili e riproponibili per chi sarà interessato. Per la parte informatica ci si avvale della collaborazione di Benedetto Calabrese. Alcuni fra i materiali relativi all’iniziativa sono pubblicati sul sito delle associazioni senza scopo di lucro Equatore Onlus e Orizzonte Ediesse, di cui faccio parte, e che hanno collaborato all’iniziativa, al seguente indirizzo: http://www.equatore.org/index.php?option=com_content&view=category&id=111&Itemid=332 (ultimo accesso: 12/05/16).

[2] (Lecco 10/11/1958-Kigali 5/01/2013). Antropologo, psicoterapeuta, archivista, docente a contratto in Università, con attività di cooperazione internazionale (Burundi, Camerun, Congo-Brazzaville, Kenya, Repubblica Democratica del Congo-ex-Zaire, Ruanda, Uganda), formazione, ricerche di storia orale e raccolta di testimonianze, cura di testi librari (fra questi: A. Calabrese e E. De Simone, Santuario della Beata Vergine del Monte Altino Vall’Alta di Albino, Bergamo, Velar, 2013; S. Bontempelli, F. Mannozzi e A. Calabrese (a cura di), Ultima Fiaba / Sandro Bontempelli; A. Calabrese e F. Mannozzi (a cura di), Antologia lirica, Siena, Pascal, 2011.

[3] Si tratta di un’iniziativa nata all’interno delle associazioni senza scopo di lucro Equatore Onlus e Orizzonte Ediesse (www.equatore.org) e condotte attingendo alle nostre professionalità di operatori nelle scienze umane e sociali, nei diritti umani, con competenze in ambito archivistico e con sensibilità coltivate nell’ascolto e nella raccolta di testimonianze e storie orali.

La ricerca ha un background sia teorico, che trova espressione nei fondi librari (www.ibisweb.it/biblioteche/brescia orizzonte ediesse), nelle bibliografie predisposte e nei percorsi formativi organizzati all’interno delle associazioni, sia concreto in quanto molto del nostro lavoro è stato svolto a favore di persone migranti e di richiedenti asilo politico.

[4] La ricerca è nata per ragioni affettive, in quanto sin da piccola ho visto una fotografia del nonno ritratto con una macchina fotografica al collo a fianco di un altro uomo, entrambi vestiti di chiaro e accovacciati, con dietro di loro uomini neri che sembra stiano danzando. La ricerca è realizzata soprattutto attraverso la metodologia della raccolta di testimonianze e racconti orali. Ogni testimonianza è stata audio e/o video-registrata e poi trascritta. Le interviste sono state rivolte soprattutto a persone che a diverso titolo hanno conosciuto e/o incontrato Felice Scalise, soprattutto alla moglie, Antonia Mazza, nata a Serrastretta nel 1926 e vissuta fino al primo aprile 2011. Attualmente si è costituito una raccolta sonora di circa 38 ore di registrazioni. L’ascolto di testimonianze orali è stata accompagnato da ricerche di archivio (giornali dell'epoca, archivi comunali, parrocchiali, aziendali, scolastici e fondi bibliotecari).

Sono stati anche realizzati viaggi sul campo in Calabria, contattate le aziende che realizzarono la diga di Kariba e svolte altre attività proprio per realizzare una ricostruzione della storia di Felice abbastanza fedele.



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