Sommario
Il progetto Teaching Microcredit si avvia nel marzo del 2013 con l’obiettivo di introdurre nelle scuole superiori la tematica del microcredito all’interno dei curricula scolastici nei paesi partner coinvolti: Italia (Bolzano e Bologna), Spagna e Ungheria. Le attività del progetto non mirano all’acquisizione di competenze tecniche rispetto al servizio finanziario ideato dalla Grameen Bank o realtà simili, ma incita al superamento della prospettiva eurocentrica attraverso la presentazione di modelli economici di successo provenienti dal sud del mondo. La tematica del microcredito diviene inoltre spunto per affrontare altri argomenti quali la povertà mondiale, la distribuzione ineguale delle risorse, l’empowerment femminile e la violazione dei diritti umani.
Parole chiave: educazione allo sviluppo e alla cittadinanza globale, scuole superiori, economia, scienze umane, microcredito, cooperazione, povertà
Il progetto teaching microcredit: non solo economia
Il giorno 25 febbraio 2016, presso l’Aula Prodi del Dipartimento di Storia dell’Università di Bologna, rappresentanti del mondo dell’educazione, della cooperazione e del microcredito si sono incontrati in occasione della conferenza Microcredito ed educazione per uno sviluppo individuale e collettivo. Organizzato all’interno del progetto co-finanziato dall’Unione Europea Teaching Microcredit in secondary schools: an active way to learn how to fight poverty, promote justice and solidarity and to overcome Eurocentric perspective in development education, l’evento illustrava i risultati di un percorso realizzatosi negli ultimi tre anni grazie al lavoro di una partnership europea guidata dall’organizzazione bolognese GVC Onlus. Dal 1970 GVC opera nel campo della cooperazione internazionale e nel settore dell’educazione allo sviluppo per promuovere una cittadinanza attiva e sensibilizzare la società rispetto alle tematiche globali, attraverso festival (es. Terra di Tutti Film Festival), eventi, campagne ed interventi interni ed esterni al percorso educativo formale. Fondamentale la collaborazione con l’Università di Bologna, nello specifico con il Dipartimento di Psicologia, che si occupa di microcredito e microfinanza fin dal 2004: in quell’anno l’Università di Bologna conferì a Muhammad Yunus[1] (fondatore della Grameen Bank) la laurea honoris causa, prima che gli venisse assegnato il Premio Nobel per la Pace, ottenuto nel 2006.
Attraverso il lavoro della Provincia Autonoma e la Libera Università di Bolzano, le attività di progetto in Italia sono state realizzate anche nella regione del Trentino Alto Adige. A livello europeo la stretta collaborazione tra università ed organizzazioni della società civile si è replicata con il coinvolgimento del consorzio ACC Andalusia, tramite la Fondazione ETEA, l’Università Loyola in Andalusia (Spagna), la HBAid (Hungarian Baptist Aid) e la Corvinus University di Budapest, in Ungheria. Il lavoro sinergico dei vari soggetti coinvolti ha identificato come obiettivo finale l’introduzione del microcredito all’interno delle tematiche trattate dai programmi scolastici delle scuole secondarie. L’unicità dell’azione viene dalla prospettiva multidimensionale di analisi dello strumento microcredito: non ci si è limitati infatti all’aspetto economico, ma si sono tenuti in considerazione fattori come quello psicologico, antropologico, politico ed educativo. Il progetto, infatti, ha previsto come obiettivi specifici:
- l’aumento della consapevolezza e la comprensione dell’interdipendenza tra i Paesi del mondo, attraverso l'insegnamento del microcredito come strumento e metodo efficace per sradicare la povertà e promuovere la giustizia;
- la diffusione tra le giovani generazioni di idee e pratiche che promuovano la solidarietà, la giustizia e l’equità nei rapporti tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo;
- la promozione della lotta contro la povertà attraverso l'insegnamento dei valori e la diffusione delle differenti pratiche del microcredito (come la microfinanza e il risparmio etico).
Il progetto pretende di rafforzare competenze che portino gli studenti di scuole superiori e università, guidati dagli insegnanti, ad una comprensione critica dei processi di sviluppo attraverso l’introduzione di principi e valori del microcredito all’interno dei programmi curriculari.
Elaborazione dei materiali didattici
La logica di azione per la realizzazione degli obiettivi prefissati ha previsto una prima fase di analisi dell’offerta formativa, svolta da un comitato scientifico guidato dalla professoressa Luisa Brunori dell’Università di Bologna, con lo scopo di individuare le scuole secondarie italiane, spagnole ed ungheresi più idonee per l’attivazione di corsi pilota. In ambito nazionale, considerando linee guida, quadri orari, risultati di apprendimento attesi e profili educativi culturali e professionali stabiliti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’offerta formativa più affine agli obiettivi di progetto risulta il Liceo Economico Sociale (LES). Questo curriculum scolastico nato nel 2010/2011 prevede l’insegnamento sia di materie economico-giuridiche che delle scienze umane, permettendo l’analisi multidisciplinare dell’argomento. Questo, però, non ha impedito la partecipazione di insegnanti provenienti da altri curriculum scolastici interessati al programma.
Una volta delineati i destinatari del progetto nelle differenti realtà nazionali, si è proceduto all’elaborazione di uno strumento educativo efficace, la cui base, proprio per confermare la volontà di superamento della visione eurocentrica troppo spesso insita nell’insegnamento, è stata costituita dall’osservazione di quattro casi di studio in Paesi extra-europei: Bangladesh, Mozambico, Tunisia ed Ecuador. Le missioni hanno coinvolto esperti di microcredito e di educazione impegnati per settimane nell’analisi di specifiche realtà e dinamiche finanziarie attraverso incontri con le istituzioni finanziarie e i loro clienti. Grazie al prezioso supporto di traduttori, è stata possibile l’interazione con chi in prima persona ha usufruito di un microcredito nelle sue varie forme, misurando l’impatto che l’accesso al credito può avere nella vita di tutti i giorni. La prima missione si è svolta in Bangladesh, culla della Grameen Bank, dove l’incontro con Mr. Shahjahan, allora amministratore delegato, e alcune delle clienti donne (le quali costituiscono il 95% degli utenti) ha permesso uno sguardo approfondito sui meccanismi di tale strumento. Visitando e studiando altri Paesi si è riscontrata l’esistenza di una grande offerta di piccoli prestiti operata da banche commerciali ed istituzioni finanziarie, erroneamente e comunemente chiamati “microcrediti”, e di meccanismi di gestione del denaro, dei risparmi e dei prestiti con uno scopo solidale e di benessere della società. Il Mozambico, dove l’offerta di microcredito è caratterizzata da tassi di interesse particolarmente elevati e privata dei suoi aspetti sociali di empowerment dell’individuo, presenta un’interessante pratica locale di credito rotativo denominata Xitique. Una fortissima componente comunitaria e relazionale caratterizza questa pratica che porta gruppi di persone ad un risparmio collettivo e ad usufruire, ciclicamente e a turno, di una somma di denaro per compiere investimenti imprenditoriali e non (beni alimentari, per la casa e l'educazione dei figli, ma anche per matrimoni). La situazione tunisina, invece, è risultata essere caratterizzata da una gestione governativa, mentre l’esperienza delle cooperative ecuadoriane sperimenta quella che potrebbe sembrare un’“evoluzione” del concetto, attraverso la pratica dell’economia solidale (Economia Popular y Solidaria) riconosciuta anche a livello formale all’interno della Costituzione nazionale come terza tipologia esistente nel paese dopo quella dello stato e quella privato. Basata sul concetto del buen vivir (buon vivere), mira alla ricerca del benessere in armonia con la natura e la comunità attraverso forme di lavoro volontario e strutturandosi in cooperative di risparmio e prestito che partono dai risparmi dei piccoli lavoratori.
Fig. 1 Clienti della Grameen Bank, visita di studio in Bangladesh
Il materiale audio, video e fotografico, raccolto durante le missioni di progetto dal regista Miko Meloni, ha permesso la realizzazione di un documentario che, attraverso voci e volti, presenta in maniera chiara e diretta contesti ed esperienze. Sottotitolato in cinque lingue (inglese, italiano, spagnolo, tedesco ed ungherese) il video è stato proiettato in svariate occasioni tra cui festival, meeting e fiere internazionali, conferenze dirette a differenti tipologie di pubblico, oltre a formar parte del toolkit didattico realizzato in collaborazione con Giunti Editore. Quest’ultimo è composto, oltre all’opera audiovisiva già citata, da un libello intitolato Microcredito! Macro soluzioni per sradicare la povertà” indirizzato agli studenti delle scuole superiori, e da una guida dedicata agli insegnanti. Il libro per gli studenti introduce in maniera semplice la tematica organizzandosi in capitoli che affrontano: la connessione tra credito e fiducia; la storia del microcredito; l’analisi del sistema bancario tradizionale; la povertà mondiale; l’empowerment femminile; le varie tipologie di microcredito formale e informale e le criticità di tale strumento. Il volume dedicato agli insegnanti, invece, sottolinea l’aspetto metodologico dell’educazione allo sviluppo attraverso dinamiche partecipative, consigliando attività formative, film e libri che mirano a fornire spunti e creare spazi di discussione e confronto. Il quarto strumento didattico proposto è il sito web (raggiungibile direttamente attraverso i QR code presenti in ogni capitolo del libro. Avvalendosi del contributo dei soggetti coinvolti nelle varie formazioni (esperti, professori, studenti delle scuole superiori e studenti universitari) il sito presenta la possibilità di un continuo aggiornamento, dell’integrazione di tematiche affini e di materiale prodotto nel corso del progetto. Inoltre rende il materiale fruibile anche dopo la conclusione dei 36 mesi di attività e facilmente reperibile. In tutto il processo di ideazione del toolkit è stata garantita la partecipazione attiva dei destinatari finali. Professori, ricercatori universitari, esperti di microcredito, membri di ONG e studenti delle superiori sono stati invitati a prender parte ai focus group organizzati al fine di testare e valutare in forma partecipativa i materiali in itinere.
Processo di formazione a cascata
All’interno del progetto Teaching Microcredit è stato elaborato un sistema di formazione a cascata che garantisce la sostenibilità dell’azione nel lungo periodo. Il problema di molti progetti finanziati dall’Unione Europea, infatti, è dato dal loro essere legati alla durata dei finanziamenti, mentre il coinvolgimento diretto di figure professionali inserite nell’educazione formale porta ad una possibile moltiplicazione dei risultati e rende le attività ideate replicabili. La strategia formativa parte dal Training of trainers (ToT), la settimana di “formazione per formatori” svoltasi a Cordoba in Spagna nel novembre 2014 presso la sede dell’Università Loyola, che ha visto la partecipazione di 20 esperti, 5 per ogni regione coinvolta, appartenenti al mondo dell’università, della ricerca, della cooperazione, del microcredito e della scuola. Le persone coinvolte hanno assunto la responsabilità di gestire le fasi successive della formazione, a livello nazionale, indirizzate ai professori delle scuole superiori inquadrate come idonee per l’avvio di corsi pilota. Un attento esame della tematica, il dialogo diretto con rappresentanti delle realtà del sud del mondo ed esperti provenienti da varie università europee, oltre alla riflessione sugli intenti educativi dell’intero processo, hanno portato alla strutturazione di un’offerta formativa per un totale di 24 ore.
Per il successo del progetto, sostenuto e promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna e, a livello nazionale, dalla Direzione Generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione del MIUR, è stata fondamentale la fase di trasferimento delle conoscenze con la formazione e il coinvolgimento degli insegnanti. Solo grazie al libero impegno di questi professori profondamente interessati si è potuto valutare e progettare l’inserimento del microcredito nel programma scolastico sottolineando come questo meccanismo di prestito possa essere considerato un pretesto per valorizzare il sistema relazionale tra individui, tra individuo e comunità e nell’individuo con sé stesso. I professori coinvolti nella formazione si sono impegnati, anche formalmente tramite un accordo stipulato con le scuole, ad affrontare la tematica in questione per almeno 8 ore all’interno delle proprie classi di insegnamento, con risultati molto positivi. In occasione di un incontro realizzatosi a maggio 2015 si sono raccolti feedback e condivise buone pratiche messe in atto grazie all’esperienza professionale dei vari docenti. Vari lavori individuali e di gruppo realizzati dagli studenti a partire dai corsi pilota, hanno permesso di approfondire la tematica da un punto di vista storico, di genere o di fattibilità a livello nazionale, mentre altri hanno elaborato business plan per attività realizzabili grazie alla concessione di un microcredito. I vari lavori saranno messi a disposizione, con il consenso degli autori, sul sito web dedicato. Gli insegnanti hanno inoltre manifestato un interesse nel replicare tale esperienza negli anni successivi coinvolgendo anche altri colleghi e richiedendo ulteriore materiale formativo, fornito gratuitamente da GVC grazie al finanziamento dell’Unione Europea.
Fig. 2 Schema formazione a cascata.
Nella strategia di cascade training (rientra l’avvio di corsi pilota rivolti a studenti universitari. Tre winter school sono state realizzate nei primi mesi del 2016 a Bologna, Bolzano e Cordoba mentre in Ungheria si è optato per corsi specifici della durata di un semestre. GVC e l’Università di Bologna hanno attivato la prima edizione di Microcredito come strumento di educazione allo sviluppo - 9197, un corso intensivo della durata di due settimane per un totale di 64 ore di lezione frontale e 20 ore di e-learning, realizzatosi dal 25 gennaio al 5 febbraio 2016 presso il Camplus Living Bononia. Trentuno studenti universitari provenienti da ambiti di studio differenti (economia, scienze politiche, cooperazione internazionale, scienze della formazione e tecnici del settore educativo) hanno partecipato attivamente al corso. Nonostante un primo interesse focalizzato maggiormente sull’aspetto tecnico economico-finanziario, la prospettiva antropologica, psicologica, politica e di diritti umani, presentata dai vari docenti, ha portato a una riflessione più ampia sul microcredito come strumento efficace (ma anche migliorabile) per combattere la povertà. Le brevi tesine che costituivano il lavoro finale del corso universitario hanno infatti sottolineato questo cambio di visione e anche lo sviluppo di una cerca criticità nell’effettività di tale strumento in determinati contesti. Nel territorio di Bolzano la Libera Università ha realizzato, in collaborazione con l’Ufficio Affari di gabinetto - cooperazione internazionale della Provincia, una winter school intitolata Un futuro è possibile- Sviluppo sostenibile locale e globale realizzatasi presso il Centro Convegni Abbazia di Novicella dall’11 al 15 gennaio 2016, che si è focalizzata maggiormente su esperienze di microcredito in progetti di cooperazione, forme di economia solidale e possibili risposte alla povertà e ai fenomeni migratori. Ventiquattro studenti hanno partecipato al percorso formativo che coinvolgeva vari professori universitari e realtà locali (come Helmut Banchmeyer, presidente dell’associazione Ethical Banking).
Risultati raggiunti e volontà di ampliamento
Fra i risultati delle attività formative è da sottolineare il coinvolgimento nella regione Emilia Romagna di 7 scuole superiori e 15 professori, i quali hanno formato oltre 700 studenti. Nella provincia di Bolzano il numero di professori formati è stato inferiore ma i download del materiale di progetto (90 professori su 250), messo a disposizione sul sito dell’intendenza scolastica della provincia di Bolzano come materiale didattico utilizzabile all’interno delle classi, indica un forte interesse per la tematica trattata. Settantanove è il numero totale di professori coinvolti a livello europeo (31 scuole totali), mentre il dato rispetto agli studenti formati non è reperibile dato l’anno scolastico ancora in corso. Rispetto alla formazione universitaria si sono realizzati quattro corsi con la partecipazione di 106 studenti. Inoltre la diffusione del documentario Teaching Microcredit ha portato spunti sull’argomento nei suoi 60 minuti di pellicola agli oltre mille spettatori che lo hanno visto.
Il progetto Teaching Microcredit in secondary schools: an active way to learn how to fight poverty, promote justice and solidarity and to overcome Eurocentric perspective in development education ha raggiunto i risultati quantitativi e qualitativi prefissatisi per l’inserimento di argomenti di educazione allo sviluppo all’interno dell’educazione formale. Tali risultati sono stati presentati durante la conferenza finale tenutasi il 25 febbraio 2016 a Bologna presso l’Aula Prodi di San Giovanni in Monte con la partecipazione di esponenti quali Muhammad Shahjahan (Grameen Bank), Bepi Tonello (presidente del Grupo Social FEPP-Ecuador), Tiziana Lang (Segreteria tecnica Ministro del Lavoro), Martino Melli (Agenzia Italiana per la Cooperazione Internazionale). La sensibilità e l’attenzione che si è generata sulle tematiche del microcredito e dell’educazione allo sviluppo in ambito universitario e scolastico hanno reso manifesta la necessità di proseguire ed approfondire questo percorso e diffonderlo in altri territori europei e non.
Fig. 3 Conferenza finale, 25 febbraio 2016, Bologna.
AUTORE PER CORRISPONDENZA
Sara Alves
GVC Onlus
Via Baracca, 3
40133 Bologna
E-mail: sara.alves@gvc-italia.org
Riferimenti bibliografici
Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri, Milano, Feltrinelli.
Brunori L. (a cura di) (2014), La complessa identità del microcredito. Una ricerca multidisciplinare, Bologna, il Mulino.
Brunori L., Giovannetti E. e Guerzoni G., faremicrocredito.it, Milano, FrancoAngeli.
Brunori L., The other side of the coin. The psychological implications of microcredit, New York, Nova Publisher.
Bonaga G. e Tinessa F. (2014), Le conseguenze psicologiche del microcredito: Indicatori e protocolli di valutazione dell’impatto, in L. Brunori (a cura di), La complessa identità del microcredito. Una ricerca multidisciplinare, Bologna, il Mulino.
Per informazioni sul progetto, per richiedere i materiali didattici non esitate a contattarci. Tutto il materiale prodotto nell’ambito del progetto Teaching Microcredit è stato realizzato con il supporto finanziario dell’Unione Europea; i contenuti sono assoluta responsabilità degli autori e in nessun modo riflettono la posizione dell’Unione Europea.
[1] Muhammad Yunus nasce a Chittagong (Bangladesh) il 28 giugno 1940. Economista e banchiere, ideatore e realizzatore del microcredito, fonda nel 1976 la Grameen Bank, di cui è il direttore dal 1983.