Test Book

Note per i lettori

Andrea Canevaro

Antonio Genovese

Miriam Traversi



Queste note riguardano i “lavori in corso” iniziati dentro la nostra rivista e che potrebbero essere soggette a modifiche mantenendo, però, ferma la prospettiva culturale e ideale in cui si muovono.

  1. Questo numero della rivista è notevolmente anomalo. Non ha la stessa impostazione dei numeri che lo hanno preceduto. Ed è un numero-ponte, perché collega due fasi del nostro percorso.

  2. La rivista, infatti, cambia, e in un certo qual modo si sdoppia. Oltre a tre numeri all’anno online a libero accesso ci sarà anche un magazine con altre notizie utili e interessanti.

  3. Nome rivista. Ci sarà un piccolo cambiamento: rimarrà il titolo consueto, con l’aggiunta, però, di un sottotitolo. Ci piacerebbe che la rivista potesse essere vista come strumento e movimento di progetti: continuerà a chiamarsi “Educazione interculturale” per dare un senso di continuità e per non perdere il focus che ci ha contraddistinto per tutti questi anni, ma abbiamo inserito nel sottotitolo altre parole “chiave” molto importanti: “Conflitti, Dialoghi e Progetti nella Globalizzazione”.

  4. Le sezioni e i loro temi. Le sezioni dovrebbero corrispondere al nuovo progetto editoriale che vede ancora una volta la scuola e i processi formativi al primo posto, ma la ricerca, le indagini e le pubblicazioni saranno estese anche a tutti i settori che hanno a che fare con la multiculturalità e con i processi di trasformazione sociale in atto in questi luoghi. Indicativamente, questi settori potrebbero essere:

  • Il “Dibattito” che sostituirebbe la vecchia sezione “Editoriale” con articoli brevi che in qualche modo dialoghino tra di loro.

  • Educazione e formazione, teorie pratiche ed esperienze: “Crescere insieme per conoscersi: Educazione, scuola, formazione”

  • Lavoro, casa, discriminazioni ed esperienze su questi temi: “La multiculturalità nel quotidiano: Lavoro, casa, servizi ed esperienze”

  • Conflitti sociali, religiosi e segnali di pace, cioè una sezione che indaghi i problemi emergenti nell’era della globalizzazione, tenendo sott´occhio ciò che avviene nel mondo, ragionando sugli effetti della globalizzazione in Italia e in Europa e individuando quei “segnali positivi” che possono aprire alla speranza. Titolo proposto: “Conflitti e segnali di pace”

  • La filiera agroalimentare analizzata all’interno di un quadro geopolitico, con attenzione all’ambiente. Titolo proposto: “Cibo, terra e acqua”

  • Uno sguardo documentato su quei paesi dove si sperimentano forme di solidarietà. Titolo provvisorio: “Finestre sul mondo”

  1. Le sezioni e la loro periodicità. Accanto alle sezioni e ai temi di una presenza continua, come per esempio la sezione “Dibattito” e quella sull’educazione e formazione, le restanti sezioni avranno un movimento simile ai volumi monografici di “Educazione interculturale”, cioè saranno presenti di volta in volta a seconda dei temi trattati.

  2. Direzione e segreteria di redazione. Manteniamo la direzione attuale affiancata dalla segreteria di redazione. Progressivamente verranno inseriti nuovi nominativi.

  3. Il gruppo di redazione rimane invariato, ma si può arricchire con rappresentanti di vari organismi, associazioni, ecc. che si occupano di intercultura. La redazione, però, funzionerà per sottogruppi di interessi, cioè piccoli gruppi che, insieme alla direzione e ai referee, dovrebbero gestire i contenuti delle sezioni.

  4. Due agili rubriche. Inoltre, pensiamo a una specie di rassegna stampa - con la ripubblicazione anche di interi articoli, se gli autori ci daranno l’autorizzazione - sui temi di attualità; dall’altro una finestra (aperta più volte!) che permetta uno sguardo documentato sui paesi in crescita o poveri, ma dove si sperimentano forme di solidarietà nuove e/o alternative.

  5. Giornata di dibattito culturale. Ci proponiamo anche di organizzare una volta all’anno una giornata su temi da definire, ma legati alle tematiche che la rivista ha affrontato, che diventi una specie di Giornata degli stati generali della rivista, con la possibilità di far partecipare al nostro tentativo di rinnovato impegno etico e politico anche altri soggetti (studiosi, associazioni, gruppi, ecc.) che si muovono in una logica di dialogo e di pace.



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