Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012 (D.M. 16 novembre 2012, n. 254), nell'indicare le “proprie” finalità generali, evidenziano la tensione del sistema scolastico italiano verso un orizzonte, nel panorama del processo di apprendimento nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, europeo per l'acquisizione delle relative otto competenze chiave, definite dalle Raccomandazioni del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006. Tra queste, la sesta, indica “le competenze sociali e civiche” che «includono competenze personali, interpersonali e interulturali e riguardano tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa, in particolare alla vita in società sempre più diversificate, come anche a risolvere conflitti ove ciò sia necessario» (D.M. 2012, p. 11).
È questo l’obiettivo primario della recente pubblicazione dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Vicenza, da anni in prima linea nello studio dei fenomeni migratori del Nordest italiano, con particolare attenzione, nel presente, al processo di integrazione delle giovani generazioni (G2) attraverso le “prove di futuro”.
Il merito principale di Giulietta e Romeo vanno a scuola insieme è quello di presentare le buone pratiche messe in atto nell'Istituto Comprensivo 2 “Alte Ceccato” di Montecchio Maggiore (in provincia di Vicenza), dove il futuro dell’integrazione e dell'interculturalità si sperimenta «fin da ragazzi, sui banchi e nei cortili di scuola dove, superate le difficoltà comunicative iniziali, imparano ad affrontare insieme le sfide del contesto che la globalizzazione e il conseguente fenomeno migratorio hanno reso multiculturale» (Carpo e De Salvia, 2015, p. 5).
Il titolo del volume è significativo: a Montecchio, infatti, sembra siano stati edificati, uno di fronte all’altro, i castelli delle famiglie di Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti; protagonisti della più famosa storia d’amore del mondo, che però Shakespeare ha ambientato a Verona. Prendendo le mosse da un concorso letterario, bandito dal Comune di Montecchio Maggiore, in cui si chiedeva di riscrivere il finale della famosa opera shakespeariana, il volume patrocinato dalla Migrantes di Roma pone in rilievo una “riflessione” sul futuro dei tanti giovani “Romeo e Giulietta” che frequentano le aule scolastiche e che ancora oggi fanno i conti con i pregiudizi culturali e sociali delle nostre realtà cittadine.
Come immaginare, dunque, il loro futuro e quali strategie didattiche è opportuno adottare nelle scuole per garantire un efficace, ma altrettanto efficiente, percorso formativo? «Non ci sono menù perfetti, ma sì, ci sono sperimentazioni interessanti da prendere in considerazione per l’impegno di chi le sta portando avanti. Ci sono percorsi positivi degni di essere conosciuti e meritevoli di incoraggiamento. Ci sono Buone Pratiche in corso che possono essere perfezionate e replicate» (Carpo e De Salvia, 2015, p. 7). Il merito della pubblicazione è proprio quello di offrire al mondo della scuola suggerimenti sulle idonee strategie adottate nella realtà vicentina, tali da poter essere replicate in altri contesti sociali (con gli opportuni adattamenti) in virtù, proprio, dell’essere “buone pratiche”.
Il volume si divide in due parti: la prima, Educazione in contesti multiculturali, raccoglie alcuni interventi di Graziella Favaro, con particolare attenzione alla lingua (L2) come veicolo di integrazione e strumento di educazione. La seconda parte, Prove di Futuro, propone alcune riflessioni di Vinicio Ongini sulla scuola multiculturale e Duccio Demetrio sulla narrazione in chiave interculturale. La sezione più rilevante narra delle Buone Pratiche adottate dall'Istituto Comprensivo 2 di Alte Ceccato di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza.
«Educazione interculturale, è guardarsi intorno; è alzare la testa dalla pagine, è cercare – al di fuori della scuola – con interviste e raccolta di storie altrui quanto le letture stimolano e generano agli effetti del piacere di scoprire ciò che non si può sapere se non entrando nella vita» (Demetrio in Carpo e De Salvia, 2015, p. 122).
Guardarsi attorno, studiare il contesto storico-sociale di un territorio che cambia e agire in modo da creare una “comunità educante”. Questo l’obiettivo perseguito dall'Istituto Comprensivo 2 di Alte Ceccato. Creare occasioni di dialogo, confronto, formazione e educazione a una cittadinanza attiva e cosciente; con lo sguardo rivolto al futuro più prossimo, in cui i ragazzi e le ragazze che frequentano la scuola pubblica italiana immaginano, sognano e realizzano Prove di Futuro riscrivendo un finale “lieto” per i tanti “Romeo e Giulietta”, loro compagni di banco. In tale processo educativo sono profondamente interessati gli adulti di riferimento: dirigenti scolastici, docenti, genitori, educatori, operatori sociali e facilitatori.
Dal “protocollo di accoglienza” approvato dal collegio dei docenti e volto a garantire strategie educativo-didattiche idonee, oltre che amministrative; per passare poi ai progetti implementati grazie ai Fondi Europei di Integrazione (FEI), nella scuola dell’autonomia, tutto è volto al miglioramento dei processi formativi, ma soprattutto al successo scolastico degli alunni. Di fronte alle nuove esigenze formative legate al rinnovato progresso culturale, sociale e tecnologico la scuola si aggiorna e, non cede il passo alla stanchezza, si sforza di offrire nuove metodologie didattiche ed educative. In aiuto a tali processi di cambiamento viene incontro l’attuazione dell’autonomia scolastica, garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale (D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275), che è il maggiore punto di forza delle istituzioni operanti sul territorio nazionale, un punto di forza che presenta elementi di resilienza.
La “buona scuola”, riparte dalla volontà di creare una contesto di apprendimento sereno, ottimale, entusiasmante. I “Romeo e Giulietta” di questo nuovo millennio dovranno essere giovani dalla «testa ben fatta» (Morin, 2000). Una sfida importante che la scuola italiana è in grado di accogliere ed affrontare coraggiosamente anche grazie alla diffusione sul territorio nazionale di Reti scolastiche che mettono insieme conoscenze e capacità sviluppate (le buone pratiche).
L’auspicio, che viene spontaneo mentre si legge Giulietta e Romeo vanno a scuola insieme, è lo stesso che Graziella Favaro suggerisce per il progetto interculturale: «che si proponga di aprire le menti e il cuore di tutti, a partire dall'incontro, dallo scambio, dal confronto fra storie, riferimenti e biografie differenti» (Carpo, 2015, p. 25). Un auspicio, credo, condivisibile per la scuola del “nostro” millennio.
Bibliografia
Carpo L. e De Salvia M. (a cura di) (2015), Giulietta e Romeo vanno a scuola insieme. Prove di Futuro nell’Istituto Comprensivo 2 ad Alte Ceccato – Montecchio Maggiore – Vicenza, Vicenza, Fondazione Migrantes Roma - Migrantes Vicenza.
Morin E. (2000), La testa ben fatta, Milano, Cortina Raffaello.