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Esperienze

Come il progetto SeiPiù ha accompagnato allievi e famiglie straniere in un percorso di valorizzazione, crescita e successo scolastico

Laura Tieghi

Responsabile del progetto SeiPiù e dei progetti speciali, opera presso la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna dal 1998. È inoltre referente del Settore Solidarietà Sociale.


Abstract

L’articolo presenta una riflessione su un progetto pluriennale realizzato nel territorio bolognese, finalizzato a contenere l’abbandono e la dispersione scolastica degli studenti stranieri iscritti al biennio di 15 istituti superiori tecnici e professionali, un fenomeno che, da un lato, fa venire meno per i giovani un fattore di inclusione come la scuola e, dall’altro, priva prospetticamente il tessuto produttivo del territorio di risorse professionali importanti. Per affrontare il problema è stata avviata fin da subito una vera progettazione partecipata con la società civile ed alcuni enti istituzionali del territorio, nell’intento di costruire una partnership effettiva e mettere in rete i vari stakeholders, nella ricerca comune di soluzioni adeguate ai bisogni della scuola multietnica e ai possibili percorsi di inclusione delle seconde generazioni di immigrati.



La progettazione e la realizzazione di un progetto speciale finalizzato a rispondere ai nuovi bisogni della scuola multiculturale hanno rappresentato l’assunto che ha ispirato il progetto SeiPiù, un’esperienza pluriennale avviata nel 2007, che la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna ha voluto così intitolare per meglio esprimere la volontà di trasformare le azioni rivolte al successo scolastico degli allievi di cittadinanza non italiana in un intervento a più ampio raggio, concernente l’identità e il contesto delle relazioni familiari e amicali. Il progetto ha risposto a una necessità particolarmente urgente sul territorio bolognese: quella di contenere l’abbandono e la dispersione scolastica da parte degli studenti stranieri iscritti al biennio degli istituti superiori tecnici e professionali, un fenomeno che, da un lato, fa venire meno per i giovani un fattore di inclusione come la scuola e, dall’altro, priva prospetticamente il tessuto produttivo del territorio di risorse professionali importanti.

Per affrontare il problema è stata avviata fin da subito una vera progettazione partecipata con la società civile ed alcuni enti istituzionali, nell’intento di costruire una partnership effettiva e mettere in rete i vari stakeholders alla ricerca di soluzioni ai nuovi bisogni della scuola e a domande cogenti come quelle sui percorsi di inclusione delle seconde generazioni di immigrati.

Queste considerazioni hanno orientato il terreno d’applicazione e, in una certa misura, le metodologie del progetto SeiPiù, che ha cercato di affrontare il problema “a tutto campo” attraverso iniziative capaci di rispondere ai bisogni dell’allievo, del corpo docente e della famiglia, facendo interagire il sistema scolastico e quello familiare grazie alla nascita di progressivi legami di fiducia, in una logica di mutuo aiuto.

Il progetto SeiPiù, che si è concluso a giugno 2014, ha coinvolto in via continuativa nel corso dei 7 anni di realizzazione una rete di 15 istituti scolastici tecnici e professionali e 9 enti pubblici e del privato sociale del territorio bolognese. In particolare, le scuole hanno proposto progetti congiunti con operatori specializzati nell’intercultura: questo approccio ha consentito agli istituti scolastici e alle associazioni coinvolte di trovare un accordo a priori sulle modalità dell'intervento e, di conseguenza, di coniugare specificità delle scuole e skills degli operatori, consentendo di operare quasi sempre con consonanza di obiettivi e modalità.

Le soluzioni adottate, forse non del tutto usuali, hanno costituito una delle caratteristiche del progetto SeiPiù e la continuità della rete che si è creata va letta come espressione della forte volontà di conservare e sviluppare il patrimonio di competenze maturate e consolidate negli anni, attraverso una fattiva collaborazione che ha investito non solo le scuole e gli enti di comprovata esperienza nel campo dell’intercultura, ma anche il Comune, la Provincia di Bologna e l’Ufficio Scolastico Territoriale, nello sforzo comune per coordinare tutte le azioni realizzate sul territorio bolognese in un’azione di sistema in grado di valorizzare quanto di positivo è stato fatto.

Il progetto SeiPiù ha inteso superare il tradizionale approccio didattico, pur non prescindendo da azioni di alfabetizzazione e di sostegno linguistico, e si è proposto come percorso di rafforzamento dell’autostima dei giovani e di promozione di fiducia tra i giovani e la scuola e tra la scuola e i genitori.

Dal 2007 al 2014 la Fondazione del Monte ha messo in campo 4,65 milioni di euro (cui vanno aggiunti € 254.954,00 di fondi europei FEI), al fine di sostenere nel loro percorso scolastico e di integrazione 6.500 studenti immigrati di prima e seconda generazione di Bologna e provincia.

Negli istituti coinvolti, da una parte, sono state realizzate oltre 14.200 ore di corsi di italiano e di sostegno disciplinare e, dall’altra, sono stati predisposti sportelli di ascolto per i ragazzi e i loro genitori e ore di affiancamento allo studio. Inoltre, sono nati laboratori espressivi di socializzazione per i giovani quali corsi di teatro, di danza, di scrittura creativa, di musica, di cucina etnica, nell’intento dichiarato di valorizzare e di mescolare le culture di provenienza.

Il progetto SeiPiù ha puntato anche sulle famiglie riconosciute quale potente leva di integrazione: per questo fine è nata in ciascun istituto aderente al progetto la “scuola per le mamme”, che ha coinvolto mediamente oltre 200 donne ogni anno, per circa 2.000 ore di formazione condotte in compresenza da docenti e mediatori culturali. I corsi hanno previsto laboratori di lingua italiana e di informatica, di cucina etnica, di cucito, di scrittura creativa, ma anche l’organizzazione di visite guidate agli sportelli per l’impiego e ai principali servizi sanitari e socio-educativi presenti sul territorio.

In particolare vale la pena di sottolineare come l’esperienza dei laboratori per le donne straniere abbia costituito una delle azioni ritenute prioritarie e innovative all’interno del progetto SeiPiù ai fini della costruzione dei contesti interculturali. L’obiettivo è stato quello di implementare azioni positive a favore delle donne e delle famiglie straniere, rendendo i laboratori luoghi di ascolto, di sostegno psicologico, di incoraggiamento personale e di interazione fra scuola-famiglia-allievi. L’attivazione di buone pratiche volte a rendere le famiglie straniere protagoniste di nuovi modelli culturali ha portato al riconoscimento e allo scambio reciproco di competenze pregresse, alla valorizzazione dei saperi delle donne anche attraverso una migliore conoscenza della lingua italiana, realizzata soprattutto in funzione di un’accresciuta possibilità di comunicazione con la comunità in cui si trovano a vivere e con la scuola, per una più ampia consapevolezza di sé e del percorso scolastico dei propri figli.

Le esperienze e i modelli più significativi sono stati raccolti e documentati nel volume A scuola con i figli. Laboratori per donne straniere del progetto SeiPiù, pubblicato da FrancoAngeli nella collana “Sociologia, cambiamento e politica sociale”, a cura di Laura Tieghi e Miriam Traversi (2014).

Come parte integrante e qualificante del progetto, le famiglie e gli allievi che hanno frequentato con costanza e interesse le attività previste dal progetto sono stati coinvolti nella sottoscrizione di un Patto Formativo, in virtù del quale hanno ricevuto un riconoscimento per la loro partecipazione sotto forma di un buono finalizzato al sostegno della vita scolastica dei figli da utilizzare, a propria discrezione, per l’acquisto di libri e di materiale didattico, per abbonamenti ai mezzi pubblici, per buoni pasto, per attività sportive o ricreative. Nel corso del progetto sono state 2.624 le famiglie che hanno beneficiato del Patto Formativo e in molti casi la riuscita scolastica degli alunni coinvolti è stata quasi sempre raggiunta.

Il progetto ha coinvolto, inoltre, più di 500 docenti degli istituti partecipanti che si sono impegnati mediamente 100 ore ogni anno nella realizzazione sia di corsi di formazione mirata sia di modelli di integrazione innovativi: dal piano di studio personalizzato, alle verifiche pensate per gli studenti stranieri, ai testi scolastici facilitati, ai glossari, fino ai servizi di tutoraggio e di mentoring.

Ogni anno il progetto ha anche organizzato corsi di formazione per i docenti sui temi relativi alla pedagogia interculturale e alla valutazione degli allievi stranieri, finalizzati a creare metodologie e pratiche didattiche innovative o a integrare quelle già attive nelle scuole per l’accoglienza, l’inserimento e la riuscita scolastica degli alunni stranieri.

In particolare, sono stati proposti percorsi sul tema della valutazione e dei risultati raggiunti (e non) dagli studenti stranieri coinvolti nei percorsi educativi e formativi offerti da SeiPiù.

Fin da subito è parso infatti privo di senso impegnare i docenti in percorsi di adattamento dei programmi, se poi si continuava a valutare l’allievo straniero con gli stessi criteri utilizzati per l’allievo italiano. Si può affermare che l’esperienza di SeiPiù sia riuscita in molti casi, seppur non sempre, a creare nelle scuole momenti di coordinamento fra mediatori/alfabetizzatori e docenti di classe in cui è stato possibile chiedere a questi ultimi di tenere conto, in fase di valutazione, dei progressi realizzati durante il percorso di sostegno.

Alcune scuole, infatti, hanno permesso all’operatore di sostegno referente per il progetto di partecipare ai consigli di classe durante gli scrutini, offrendo in tal modo la possibilità di presentare l’allievo sotto il profilo che ne è emerso dalla frequenza alle attività di SeiPiù e mettendo a disposizione i dati sui progressi compiuti sia in ambito linguistico/disciplinare sia nelle relazioni con i pari e gli adulti.

A tal fine, SeiPiù ha dedicato grande attenzione alla formazione dei docenti sul tema della valutazione dell’alunno straniero, attraverso incontri con esperti e condivisione di esperienze e “buone pratiche”, per far sì che ogni scuola si dotasse degli strumenti per riconoscere il valore dei progressi compiuti dall’allievo nei percorsi curricolari e extracurricolari.

In quest’ottica si inserisce anche l’esperienza biennale, avviata nel 2011, del gemellaggio tra quattro istituti bolognesi del progetto SeiPiù e quattro istituti milanesi aderenti al progetto “Non Uno di Meno”-Annualità 2009 e progetto FEI-Annualità 2010 “Parole e luoghi d’integrazione”, realizzati dalla Provincia di Milano, Assessorato all’Istruzione ed Edilizia scolastica e dal Centro “COME” della cooperativa “Farsi Prossimo” di Milano.

L’idea di un gemellaggio è scaturita dall’opportunità di trovare un confronto operativo fra i docenti, con la finalità di offrire linee guida utili a documentare e a diffondere metodologie e prassi educative già sperimentate e problematizzate grazie soprattutto ai progetti a cui gli otto istituti coinvolti aderiscono. I risultati di tale confronto sono ampiamente documentati nel volume Dall’Accoglienza alla valutazione. Studenti stranieri negli istituti tecnici e professionali; esperienze a confronto, a cura di Maria Frigo, Laura Tieghi e Miriam Traversi (2012), che intende rappresentare una sorta di vademecum sul tema della valutazione proprio a partire dall’osservatorio condiviso delle esperienze realizzate dai progetti milanesi e bolognesi.

Nel corso dell’intero progetto, fondamentale è stato l’apporto del lavoro fatto in rete dagli istituti scolastici e dagli enti del territorio che sono stati capaci di attivare reti fiduciarie fra tutti gli attori interessati, incluse le famiglie.

Crediamo si possa affermare che gli stimoli e le azioni del progetto SeiPiù, proprio perché non episodici ma continui e coerenti, abbiano contribuito in molti casi al processo di riflessione, di confronto e di cambiamento dell’istruzione tecnico-professionale, ponendo all’attenzione dei docenti e della dirigenza il fatto che progettazioni integrate e ad ampio raggio possono essere realmente efficaci nel sostenere il più generale sforzo della scuola. Il sistema SeiPiù ha rappresentato nel territorio bolognese un esempio significativo del principio di sussidiarietà in senso circolare, secondo cui le istituzioni scolastiche, i servizi educativi comunali, le cooperative, le associazioni e i centri di formazione professionale hanno collaborato tra loro e con le famiglie degli allievi in vista del perseguimento di un obiettivo comune, ciascuno apportando risorse specifiche.

La Fondazione conclude dunque l’esperienza pluriennale del progetto SeiPiù e, in linea di continuità, presenta INS-Insieme nella Scuola, un nuovo progetto biennale finalizzato al rafforzamento della qualità dell’istruzione e alla promozione delle pari opportunità degli alunni nella fascia di età 12-17 anni, attraverso il coinvolgimento delle scuole, delle famiglie, del Terzo Settore, del territorio metropolitano di Bologna e della Provincia, con l’obiettivo dichiarato di implementare reti di fiducia essenziali per la costruzione di una comunità educante.

Il lavoro con e per le scuole si è concretizzato nella scelta di 7 progetti su 18 presentati, ognuno rappresentativo di una rete di scuole, secondarie di primo e secondo grado, ma l’intera progettazione è stato presentata e discussa in incontri e tavoli di discussione precedenti con Dirigenti Scolastici e Soggetti del terzo settore, in cui la Fondazione ha raccolto gli spunti e le principali osservazioni emersi dal confronto. In collaborazione con l’Associazione ASABO, sono stati attivati contatti con i Dirigenti delle Scuole del territorio di Bologna e provincia al fine di presentare l’iniziativa, raccogliere suggerimenti e osservazioni. Le azioni del nuovo progetto INS, molte delle quali già in fase di avvio dall’inizio dell’anno scolastico 2014-15, sono rivolte a tutti gli allievi, italofoni e non.

La Scuola, infatti, necessita sempre più di attenzione particolare e di supporti concreti, dopo anni di tagli e di disinvestimento, ragione per cui la Fondazione ha deciso di ascoltare le tante richieste provenienti dalle scuole del territorio, fornendo loro una riposta adeguata per la promozione di interventi qualificati per l’utilizzo di dispositivi e supporti tecnologici finalizzati alla riuscita scolastica, attività di doposcuola didattico-educative e percorsi laboratoriali. Dai bisogni emersi dall’analisi del territorio è apparsa evidente la necessità di sostenere il percorso di crescita personale dei giovani, implementando azioni di accompagnamento scolastico-educativo e formativo che siano a un tempo occasioni di pieno sviluppo dell’individuo, di aggregazione e di socializzazione. Tali azioni debbono diventare misure efficaci, da un lato, nella prevenzione dei fenomeni di abbandono scolastico e, dall’altro, nell’attenuazione delle forme di disagio, contribuendo in tal modo ad aiutare anche le famiglie chiamate a partecipare al processo formativo e co-interessandole a realizzare gli obiettivi di educazione e istruzione in senso ampio, oltreché ad affrontare le cause che spingono gli studenti ad abbandonare la scuola per motivi familiari.

Il nuovo progetto si è concretamente avviato, tenendo conto delle Linee Guida elaborate dal Ministero, ma soprattutto con la volontà di sperimentare modalità e interventi specifici che aderiscano in pieno alle diversità territoriali e alle molteplici sensibilità e intelligenze multiple degli allievi/e chiamati a confrontarsi con curricola e modelli scolastici non sempre sufficientemente aperti all’innovazione e alla sperimentazione, da cui occorre necessariamente partire per una diversa idea di valutazione.

 

Riferimenti bibliografici

Frigo M., Tieghi L. e Traversi M. (2012), Dall’Accoglienza alla valutazione. Studenti stranieri negli istituti tecnici e professionali; esperienze a confronto, Milano, FrancoAngeli.

Tieghi L. e Traversi M. (2014), A scuola con i figli. Laboratori per donne straniere del progetto SeiPiù, Milano, FrancoAngeli.


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