Vol. 14, n. 3, novembre 2021 — pp. 105-108

COUNSELING E PSICOLOGIA POSITIVA

COUNSELING AND POSITIVE PSYCHOLOGY

a cura di (edited by) Antonella Delle Fave e Annamaria Di Fabio

Self-compassion nelle organizzazioni e psicologia positiva

Annamaria Di Fabio1

Il costrutto di self-compassion viene sviluppato da Neff (2003) a partire dal pensiero buddista. Nei paesi occidentali si tende a considerare essenzialmente la compassione per gli altri mentre il pensiero buddista ritiene fondamentale anche provare compassione per sé stessi, oltre che per gli altri. La self-compassion rappresenta una strategia di regolazione nella quale, invece di negare i sentimenti di preoccupazioni o stress, questi vengono presi in carico dagli individui che risultano aperti e sensibili alla propria sofferenza, sperimentando sentimenti di cura e gentilezza verso sé stessi, assumendo un atteggiamento di comprensione e di non giudizio dei propri limiti e fallimenti, e riconoscendo che la propria esperienza è parte della comune esperienza umana (Neff, 2003). Nello specifico, la self-compassion considera che la sofferenza, il fallimento, l’inadeguatezza fanno parte della condizione umana e che tutti gli esseri umani, inclusi sé stessi, possono essere degni di compassione (Neff, 2003). Il costrutto di self-compassion (Neff, 2003) include dunque differenti aspetti, tra cui avere gentilezza e comprensione verso sé stessi, piuttosto che utilizzare una severa autocritica e un duro giudizio; considerare la propria esperienza come parte di un’esperienza umana più ampia piuttosto che come un’esperienza separata e isolata; tenere i propri pensieri e sentimenti dolorosi in una consapevolezza equilibrata piuttosto che iper-identificarsi con essi. Per rilevare la self-compassion, Neff (2003) ha costruito la Self-Compassion Scale, della quale esiste la versione italiana a cura di Di Fabio (2017b), composta da 26 item con un punteggio totale e sei dimensioni: Self-kindness, come gentilezza e tolleranza dei propri limiti; Self-judgement, come giudizio negativo e intolleranza verso i propri punti di debolezza; Common humanity, come senso di condivisione delle proprie debolezze con tutti gli esseri umani; Isolation, come un senso di separazione e di isolamento dagli altri individui; Mindfulness, come mobilitazione positiva dei propri sentimenti ed emozioni di fronte alle difficoltà; Over-identification, come autocommiserazione e focalizzazione sulle proprie emozioni negative.

Nell’ambito della psicologia positiva (Seligman, 2002; Seligman & Csikszentmihalyi, 2000), la self-compassion si configura come una risorsa per gli individui. La self-compassion consente di superare le barriere mentali, la paura del fallimento e le emozioni negative (Neff & Knox, 2017), risulta associata a goal mastery (Neff, Hsieh, & Dejitterat, 2005) e ad achievement goals (Ahmet, 2008), promuovendo migliori prestazioni (Barnard & Curry, 2011). Da una metanalisi di Zessin et al. (2015) emerge anche che la self-compassion risulta associata in maniera positiva sia al benessere edonico che al benessere eudaimonico. La self-compassion è risultata inoltre negativamente associata alla psicopatologia (MacBeth & Gumley, 2012) ed è stata indicata in grado di ridurre l’ansia e la depressione (Neff, 2003). Anche in ambito organizzativo emerge il valore della self-compassion per il benessere (Dev et al., 2018). La self-compassion è considerata inoltre un fattore di resilienza per promuove il benessere sul posto di lavoro, mostrando associazioni inverse con emotional exhaustion e burnout nelle organizzazioni (Alkema, Linton, & Davies, 2008; Dev et al., 2018).

Nella cornice delle healthy organizations (Di Fabio, 2017a; Di Fabio, Cheung & Peiró, 2020) e delle strenght based prevention perspectives (Di Fabio & Saklofske, 2021), la self-compassion risulta una promettente risorsa su cui focalizzare l’attenzione per la promozione del benessere dei lavoratori. In questa cornice, un recente studio (Di Fabio & Saklofske, 2021) ha esaminato le relazioni tra trait emotional intelligence (Petrides & Furnham, 2001) e self-compassion, controllando per i tratti di personalità dei Big Five. I risultati hanno mostrato che la trait emotional intelligence spiega una percentuale di varianza incrementale rispetto ai tratti di personalità in relazione alla self-compassion e che inoltre la trait emotional intelligence media la relazione tra stabilità emotiva e self-compassion in riferimento ai partecipanti allo studio. Se i risultati saranno confermati anche in ulteriori ricerche, l’intelligenza emotiva che è variabile incrementabile attraverso training specifici, potrebbe risultare una promettente variabile anche per la self-compassion (Di Fabio & Saklofske, 2021). Considerando una prospettiva di prevenzione a partire dalla prevenzione primaria (Di Fabio & Kenny, 2016; Hage et al., 2017), favorire la self-compassion nei contesti organizzativi può fornire un contributo concreto al circolo virtuoso che caratterizza le healthy organizations (Di Fabio, 2017a; Di Fabio et al., 2020) includendo healthy business and healthy workers (Di Fabio, 2017a).

Bibliografia

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Alkema, K., Linton, J. M., & Davies, R. (2008). A study of the relationship between self-care, compassion satisfaction, compassion fatigue, and burnout among hospice professionals. Journal of Social Work in End-of-Life & Palliative Care, 4(2), 101-119. doi: 10.1080/15524250802353934

Barnard, L. K., & Curry, J. F. (2011). Self-compassion: Conceptualizations, correlates, & interventions. Review of General Psychology15(4), 289-303. doi: 10.1037/a0025754

Dev, V., Fernando III, A. T., Lim, A. G., & Consedine, N. S. (2018). Does self-compassion mitigate the relationship between burnout and barriers to compassion? A cross-sectional quantitative study of 799 nurses. International Journal of Nursing Studies, 81, 81-88. doi: 10.1016/j.ijnurstu.2018.02.003

Di Fabio, A. (2017a). Positive Healthy Organizations: Promoting well-being, meaningfulness, and sustainability in organizations. Frontiers in Psychology. Organizational Psychology, 8, 1938. doi: 10.3389/fpsyg.2017.01938

Di Fabio, A. (2017b). Self-Compassion Scale: Primo contributo alla validazione della versione italiana [Self-Compassion Scale: First study for the validation of the Italian version]. Counseling. Giornale Italiano di Ricerca e Applicazioni, 10(2). doi: 10.14605/CS1021705

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Hage, S. M., Romano, J. L., Conyne, R. K., Kenny, M., Matthews, C., Schwartz, J. P., & Waldo, M. (2007). Best practice guidelines on prevention practice, research, training, and social advocacy for psychologists. The Counseling Psychologist, 35, 493-566. doi: 10.1177/0011000006291411

MacBeth, A., & Gumley, A. (2012). Exploring compassion: A meta-analysis of the association between self-compassion and psychopathology. Clinical Psychology Review, 32, 545-552. doi: 10.1016/j.cpr.2012.06.003

Neff, K. D. (2003). Self-compassion: An alternative conceptualization of a healthy attitude toward oneself. Self and Identity, 2(2), 85-101. doi: 10.1080/15298860390129863

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Neff, K. D., Hsieh, Y. P., & Dejitterat, K. (2005). Self-compassion, achievement goals, and coping with academic failure. Self and Identity4(3), 263-287. doi: 10.1080/13576500444000317

Petrides, K. V., & Furnham, A. (2001). Trait EI: Psychometric investigation with reference to established trait taxonomies. European Journal of Personality, 15, 425-428. doi: 10.1002/per.416

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Seligman, M. E., & Csikszentmihalyi, M. (2014). Positive psychology: An introduction. In Flow and the foundations of positive psychology (pp. 279-298). Dordrecht: Springer.

Zessin, U., Dickhäuser, O., & Garbade, S. (2015). The relationship between self-compassion and well-being: A meta-analysis. Applied Psychology: Health and Well-Being7(3), 340-364. doi: 10.1111/aphw.12051


1 Università di Firenze.

 

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