Vol. 14, n. 3, novembre 2021 — pp. 109-112

INTERVISTE/INTERVIEWS

a cura di (edited by) Annamaria Di Fabio

Intervista a Dina Guglielmi1

  1. Il Convegno Le nuove prospettive dell’Orientamento del 4 novembre 2021, che si è svolto a Bologna nell’ambito del Festival della Cultura tecnica, ha costituito un momento di riflessione importante per la tematica dell’orientamento post-Covid 19 nel nostro Paese.

    L’iniziativa si è concentrata sulle nuove prospettive dell’orientamento e sul ruolo che l’orientamento svolge per supportare il successo formativo e contrastare la dispersione scolastica dunque favorendo l’inclusione sociale come già ribadito dalle Linee Guida Nazionali per l’Orientamento Permanente, nonché sull’efficacia di un «sistema condiviso» a livello territoriale. L’evento ha rappresentato anche l’occasione per intitolare il Centro Risorse per l’orientamento della Città Metropolitana di Bologna alla Prof.ssa Maria Luisa Pombeni. Il convegno ha previsto la lezione magistrale di Jean Guichard dal titolo Quali sono le finalità del sostegno all’orientamento all’inizio del XXI secolo? Un omaggio a Maria Luisa Pombeni e, a seguire, la tavola rotonda Nuove prospettive dell’orientamento: l’importanza dei contesti e la centralità delle persone volta ad approfondire le sfide e le azioni che hanno interessato e interesseranno l’orientamento nei diversi contesti (istituzionali e del territorio) entro cui trovano spazio, a vario livello, le funzioni e le azioni orientative.

    Credo che possa essere considerato un evento che ha consentito di riflettere sullo stato attuale dell’orientamento, sulle sue criticità, ma che sia stato anche un punto di partenza per un rilancio concettuale e operativo legato alle specificità del momento storico che stiamo attraversando.

  2. Quali le nuove sfide per l’Orientamento su cui concentrare l’attenzione di ricercatori, professionisti, istituzioni e policy makers dal Suo punto di osservazione?

Le sfide sono molte, ne richiamo alcune emerse dalla lezione magistrale del prof. Guichard e dalla tavola rotonda svolta durante il seminario, che ha visto la partecipazione del mondo della ricerca, della scuola, della formazione professionale, degli ITS, dell’Università e del lavoro.

  1. Sistema e gestione delle reti. Anche se il problema non è nuovo, è evidente la necessità di lavorare nell’ambito dell’orientamento in una prospettiva di sistema. Per fare un esempio, i progetti triennali finanziati dalla Regione Emilia-Romagna (come quello all’interno del quale viene realizzato questo evento con la riattivazione del Centro Risorse per l’Orientamento) si muovono in questa prospettiva. Il tema della governance e del funzionamento del sistema orientamento rimane una sfida importante. L’azione di sistema dovrà considerare diversi ambiti, che possiamo anche richiamare a titolo esemplificativo in relazione agli ambiti di attività del Centro Risorse per l’Orientamento, che riguardano: 1) l’assistenza tecnica al sistema istruzione e formazione professionale con un ruolo di raccordo e consulenza ma anche di coordinamento tra servizi territoriali, 2) la qualificazione delle professionalità di chi opera nel settore, attraverso la creazione di un linguaggio orientativo comune ma anche di analisi dei bisogni e scambio di buone pratiche, 3) la promozione della qualità dei servizi anche grazie alla messa a disposizione di metodologie e strumenti.
  2. Orientamento come strumento di interfaccia tra le persone e il mercato del lavoro. Questo piano rappresenta una tema ancora aperto che ha bisogno di essere affrontato con diverse sfide che attraversano i diversi ambiti/contesti (scuola, formazione professionale, territorio, ecc.). Ad esempio, orientamento come attività specifica vs dimensione e pratica trasversale ai diversi contesti, personalizzazione vs sistema di massa, carriere di successo vs carriere sostenibili.
  3. Ruolo delle azioni orientative. In un contesto storico come quello odierno, caratterizzato da una crisi sociale ed economica che impone repentini cambiamenti e trasformazioni, diviene di estrema rilevanza supportare azioni e interventi di orientamento finalizzati a sostenere la maturazione e la partecipazione sociale positiva e sostenibile delle persone. Una tra le sfide più importanti è quella di rinnovare gli interventi di supporto all’orientamento attraverso una sinergica collaborazione tra ricercatori, professionisti, istituzioni e policy makers. Come illustrato da Guichard, gli interventi orientativi non possono però considerare il futuro come una semplice estensione del passato e del presente, essi devono includere una riflessione sul «mondo da costruire e sui modi per contribuire consapevolmente ad esso». Gli interventi di orientamento che focalizzano l’attenzione sulla maturazione delle risorse e competenze personali e sociali, e fanno leva sulle risorse disponibili, possono favorire riflessioni collettive e poi individuali, non fini a sé stesse, ma che incidono concretamente sulla possibilità delle persone di organizzare e ri-organizzare sistemi di produzione e scambio di beni e servizi che tengano conto delle reali necessità del tessuto produttivo.
  1. Qual è il Suo personale auspicio, sia come Professore Ordinario di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni all’Università di Bologna sia come responsabile scientifico del Centro Risorse per l’Orientamento della Città Metropolitana di Bologna?

L’orientamento è un terreno di confine tra discipline diverse. Gli psicologi, in particolare dei settori Lavoro e Organizzazione e Sviluppo ma non solo, hanno una storia al riguardo, delle competenze e un background solido di paradigmi teorici e metodologici. Il mio auspicio è che tali professionisti possano dare un contributo concreto al rilancio dell’orientamento.

Un altro importante tema riguarda la formazione degli operatori. Oggi, sebbene a livello europeo non manchino buone prassi e lavori solidi al riguardo, come ad esempio il network NICE (Network for innovation in Career Guidance and Counselling in Europe) in Italia non vi è una qualifica ed un profilo professionale chiaramente definito. Il mio auspicio è che le nostre Università, anche grazie al network Memos (Metodologie e Modelli per un Orientamento Strategico) che raggruppa già numerosi Atenei italiani, possa contribuire e offrire in diverse forme (percorsi formativi, corsi di perfezionamento, master, ecc.) una formazione specifica e di qualità sia per chi deve occuparsi delle azioni orientative a diretto contatto con l’utenza, sia per i profili di sistema chiamati a gestire attivamente e monitorare servizi e azioni di sistema di secondo livello.


1 Professore Ordinario di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna.

 

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