Vol. 13, n. 1, febbraio 2020

EDITORIALE

Con questo numero si apre l’anno 2020, un’annualità importante per rinforzare la rivista nella sua versione online perseguendo l’obiettivo di una sua maggiore diffusione e fruibilità. La rivista mantiene la sua mission di integrare teoria e pratica e di promuovere un dialogo sistematico e continuo tra ricercatori e professionisti. Per questo la rivista si configura anche come uno spazio riflessivo prezioso per promuovere circolarità virtuose in ottica co-costruita e di forte collaborazione tra professionisti e accademici.

È inoltre con grande piacere che comunichiamo un’importante novità: la scelta della casa editrice di investire nella rivista per il valore scientifico che ha dimostrato di saper costruire e mantenere negli anni. Per questo motivo la rivista sarà open access e quindi completamente e liberamente fruibile per i lettori.

Il presente numero offre vari contributi in molteplici contesti di studio e di intervento.

Tra gli articoli invitati, il contributo di Argyropoulou, Antoniou, Mouratoglou, Charokopaki, e Mikedaki presenta la versione greca della Life Project Reflexivity Scale per studenti universitari, sottolineando come lo strumento proposto per la misura del grado di riflessività relativa a progetti di vita personali e di carriera, mostri adeguate caratteristiche psicometriche in termini di attendibilità e validità anche nel contesto greco.

Il secondo articolo invitato di Di Fabio e Vencislai descrive strumenti innovativi, sia qualitativi che quantitativi, per l’orientamento e il career counseling nell’ambito del modello Positive Self and Relational Management (PS&RM). Il focus di questo modello è rappresentato dallo sviluppo delle risorse, del potenziale e dei talenti individuali in una prospettiva lifespan, sottolineando la dialettica positiva del sé nelle relazioni in una cornice di prevenzione primaria e in un quadro di prospettive preventive strength-based.

La sezione «Studi e ricerche» si apre con la review di Mariani e Santi sui social network nella selezione del personale. Il contributo, basandosi sulle evidenze empiriche provenienti dalla letteratura scientifica, offre un focus prezioso sui limiti e i punti di forza di queste pratiche rese possibili dalle nuove tecnologie comunicative.

L’articolo successivo di Di Fabio e Venceslai presenta i risultati di uno studio in cui l’Intrapreneurial Self-Capital (ISC), un core di caratteristiche degli individui come «imprenditori della propria vita», spiega una percentuale di varianza incrementale in relazione all’employability, rispetto alla varianza spiegata dai tratti di personalità, offrendo future prospettive di ricerca e intervento orientate alla prevenzione primaria e fondate sulla valorizzazione dei punti di forza della persona.

L’articolo di Alessio, Piccioli, Bondanini, Finstad, Tempesta, Izzo e Giorgi, che chiude questa sezione, offre una review sul disability management nei contesti Human Resources. Lo scopo è quello di fare luce sulla conoscenza evidence-based relativa al management della disabilità nel contesto lavorativo, con uno specifico focus sulle best practices organizzative che confermano non solo la rilevanza etica di questi interventi ma anche i loro benefici concreti e l’efficacia per il buon funzionamento organizzativo.

La sezione successiva, dedicata agli strumenti, include il contributo di Grimaldi, Raciti, Vivaldi Vera sulla validazione della Scala di Adattabilità Professionale dell’INAPP con beneficiari del Reddito di Inclusione. Tale contributo presenta le proprietà psicometriche della scala in riferimento a questo target specifico, sottolineandone le potenzialità di applicazione.

Il contributo di Di Fabio, che chiude il numero, è relativo alle proprietà psicometriche della versione italiana della Job Crafting Scale. Lo strumento risulta adeguato per misurare il job rafting (ovvero le varie forme di personalizzazione del lavoro rimodellandolo in base alle proprie esigenze) anche nel contesto italiano. Dunque è un contributo che consente di continuare la ricerca e di aprire nuove prospettive di intervento in un’ottica di prevenzione primaria e con un’attenzione particolare agli orientamenti strength-based per promuovere healthy organizations e sviluppo sostenibile del capitale umano.

Questo numero della rivista, con i suoi vari stimoli per sostenere la ricerca e gli interventi professionali in differenti ambiti applicativi del counseling unitamente all’innovazione dell’Open Access (come importante valore aggiunto sul piano scientifico e di condivisione dei risultati delle ricerche e degli interventi), continua a presentarsi come uno strumento concreto e raro nella panoramica editoriale italiana per sviluppare un utile scambio tra ricerca e interventi evidence-based. L’augurio è che i lettori, tenendo conto anche di questo aspetto innovativo e del valore aggiunto che ne deriva, oltre a fruirne in prima persona, contribuiscano a diffondere la rivista nei propri contesti lavorativi.

Annamaria Di Fabio, Mario Fulcheri, Guido Sarchielli

 

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