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Job Safety Scale: Proprietà psicometriche della versione italiana

Job Safety Scale: Psychometric properties of the Italian version

 

Sommario

Lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare le proprietà psicometriche della versione italiana della Job Safety Scale. La scala è stata somministrata a 257 lavoratori. Sono state analizzate la dimensionalità, l’attendibilità e la validità concorrente dello strumento. L’analisi fattoriale confermativa ha supportato la struttura unidimensionale della scala. Lo strumento mostra buona coerenza interna e validità. I risultati indicano che la versione italiana della Job Safety Scale risulta un valido strumento per rilevare la percezione della sicurezza lavorativa anche nel contesto italiano.

Parole chiave

sicurezza lavorativa; versione italiana della Job Safety Scale; proprietà psicometriche

 

Abstract

The aim of this study is to analyze the psychometric properties of the Italian version of the Job Safety Scale. The scale was administered to 257 workers. Dimensionality, reliability, and concurrent validity were analysed. Confirmatory factor analysis supported a one-dimensional structure of the instrument. Good internal consistency and validity were established. Results indicate that the Italian version of the Job Safety Scale is a valid instrument for measuring the perception of job safety also in Italian contexts.

Keywords

job safety; Italian version of the Job Safety Scale; psychometric properties.

 

La questione della sicurezza lavorativa è una tematica rilevante per le organizzazioni (Avallone, 2011). Nel nostro Paese la legge tutela i lavoratori grazie al quadro normativo di riferimento per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rappresentato dal d.lgs. 81/2008 e s.m.i., che ha identificato nello stress lavoro-correlato (SLC) uno dei principali rischi da valutare (Avallone, 2011). In ogni modo, lo studio della sicurezza lavorativa rappresenta un ambito di ricerca tradizionale per la psicologia del lavoro e delle organizzazioni (Hayes, Perander, Smecko, & Trask, 1998). Fin dagli anni Ottanta del secolo scorso, i ricercatori hanno esaminato il ruolo della percezione di sicurezza sul posto di lavoro per comprendere i processi che sottostanno agli incidenti lavorativi (Guastello & Guastello, 1988; Murphy, Sturdivant, & Gershon, 1993). In generale, i risultati degli studi condotti in letteratura hanno mostrato che la percezione della sicurezza lavorativa è associata a variabili legate agli incidenti sul posto di lavoro come il tasso d’incidenti e la conformità dei lavoratori con i comportamenti di sicurezza (Hayes, Perander, Smecko, & Trask, 1998).

La percezione dei lavoratori in relazione alla sicurezza sul lavoro è associata a variabili relative ai tassi di incidenti lavorativi (Hayes, Perander, Smecko, & Trask, 1998). I dipendenti che percepiscono il proprio lavoro come sicuro tendono a essere coinvolti in un minor numero d’incidenti rispetto ai dipendenti che percepiscono il proprio lavoro come relativamente più pericoloso (Guastello & Guastello, 1988; Harrell, 1990). I dipendenti che percepiscono il proprio posto di lavoro come sicuro riportano inoltre livelli più bassi di ansia e stress legati al lavoro e l’esposizione a minori pericoli ambientali (Guastello, 1992), variabili che sono state fortemente legate ai tassi di incidenti (Guastello, 1989, 1991). Sulla base di queste considerazioni, Hayes e colleghi (1998) hanno sviluppato la Job Safety Scale, composta da dieci item, per rilevare la percezione da parte dei lavoratori della sicurezza sul proprio posto di lavoro. Questa scala rappresenta uno strumento di riferimento per la rilevazione della sicurezza lavorativa e averla disponibile per essere utilizzata anche in Italia potrebbe aprire ulteriori future prospettive di ricerca e di intervento nel nostro Paese nella cornice delle healthy organizations (Di Fabio, 2017b; Di Fabio, Peiró, Rodríguez, & Kozusznik, 2018; Peiró & Tetrick 2011; Rodríguez, Kozusznik, & Peiró, 2013; Rosen & Meston, 2006; Tetrick & Peiró, 2012, 2016).

Il presente studio si è posto l’obiettivo di analizzare le proprietà psicometriche della versione italiana della Job Safety Scale (Hayes, Perander, Smecko, & Trask, 1998), per il suo utilizzo anche nel contesto italiano. Per l’analisi della validità concorrente sono state esaminate le relazioni della Job Safety Scale con la Job Satisfaction Scale (JSS; Judge, Locke, Durham, & Kluger, 1998; versione italiana di Di Fabio, 2018a) e la Occupational Fatigue Exhaustion Recovery Scale (OFER; Winwood, Lushington, & Winefield, 2006; Winwood, Winefield, Dawson, & Lushington, 2005; versione italiana a cura di Di Fabio, 2018b).

Metodo

Partecipanti

Sono stati coinvolti nello studio 257 lavoratori di organizzazioni pubbliche e private della Toscana: 44.79% partecipanti sono maschi e 55.21% partecipanti sono femmine con un’età media di 41.99 anni (DS = 11.70).

Strumenti

Job Safety Scale. Per rilevare la percezione di sicurezza lavorativa è stata utilizzata la versione italiana a cura di Di Fabio della Job Safety Scale (Hayes, Perander, Smecko, & Trask, 1998). La scala è composta da dieci item con formato di risposta su scala Likert a 5 punti (da 1 = «Fortemente in disaccordo» a 5 = «Fortemente d’accordo»). Ai partecipanti viene chiesto di indicare quanto sono in accordo o in disaccordo con parole o frasi che descrivono il proprio lavoro. Esempi di item sono: «Pericoloso», «Rischioso», «Malsano». Gli item della versione originale della Job Safety Scale sono stati tradotti tramite il metodo della back-translation.

Job Satisfaction Scale. Per rilevare la soddisfazione lavorativa è stata utilizzata la versione italiana a cura di Di Fabio (2018a) della Job Satisfaction Scale di Judge, Locke, Durham e Kluger (1998). La scala è composta da cinque item con formato di risposta su scala Likert a 7 punti (da 1 = «Fortemente in disaccordo» a 7 = «Fortemente d’accordo»). Esempi di item sono: «Mi sento abbastanza soddisfatto del mio lavoro attuale», «La maggior parte dei giorni sono entusiasta del mio lavoro». L’alfa di Cronbach è .89. Lo strumento presenta un’adeguata validità concorrente, mostrando relazioni positive con il senso del lavoro e inverse con la fatica lavorativa (Di Fabio, 2018a).

Occupational Fatigue Exhaustion Recovery Scale (OFER). Per rilevare i costrutti di Acute Fatigue, Chronic Fatigue (Exhaustion) e Persistent Fatigue (Lack ofRecovery) è stata utilizzata la versione italiana (Di Fabio, 2018b) dell’OFER (Winwood, Lushington, & Winefield, 2006; Winwood, Winefield, Dawson, & Lushington, 2005). La scala risulta composta da 15 item con formato di risposta su scala Likert a 7 punti da (0 = Fortemente in disaccordo a 6 = Fortemente d’accordo). Consente di rilevare tre dimensioni ciascuna composta da 5 item: Acute Fatigue (esempio di item «Spesso mi chiedo quanto tempo posso continuare ad andare avanti con il mio lavoro»), Chronic Fatigue (Exhaustion) (esempio di item «Di solito mi sento esausto quando torno a casa dal lavoro»), Persistent Fatigue (Lack ofRecovery) (esempio di item reverse «Anche se sono stanco da un periodo di lavoro, sono di solito ricaricato per l’inizio del periodo successivo»). Per quanto riguarda la consistenza interna, il coefficiente alfa di Cronbach è di: .85 per Acute Fatigue, .81 per Chronic Fatigue (Exhaustion), .80 Persistent Fatigue (Lack ofRecovery), .88 per il punteggio totale dell’OFER. L’Analisi Fattoriale Confermativa ha confermato una versione a tre dimensioni della scala. Lo strumento presenta un’adeguata validità concorrente, mostrando relazioni positive con l’intenzione di abbandonare il lavoro e inverse con la soddisfazione lavorativa (Di Fabio, 2018b).

Procedura

Le somministrazioni sono avvenute collettivamente, a opera di personale specializzato e nel rispetto delle leggi sulla privacy. L’ordine di somministrazione è stato controbilanciato per controllare gli effetti dell’ordine di presentazione.

Analisi dei dati

La struttura fattoriale della Job Safety Scale è stata verificata mediante un’Analisi Fattoriale Confermativa (AFC) attraverso l’utilizzo del programma statistico AMOS versione 6 (Arbuckle, 2005) con il metodo della massima verosimiglianza. L’adeguatezza del modello è stata analizzata facendo riferimento non soltanto al valore di χ2 (dato che tale statistica risulta influenzata dall’elevata numerosità dei partecipanti), ma anche valutando altri indici di adattamento quali: il rapporto tra il valore di χ2 e i gradi di libertà (χ2/df) per cui valori del rapporto compresi tra 1 e 3 sono considerati indicatori di un buon adattamento; il Comparative Fit Index (CFI, Bentler, 1990) e il Non-Normed Fit Index, conosciuto anche come Tucker-Lewis Index, (TLI, Tucker & Lewis, 1973) per i quali valori superiori a .90 indicano una buona adeguatezza del modello (Bentler, 1990); l’SRMR e il RMSEA (Browne & Cudeck, 1993) per i quali valori inferiori a .08 indicano un buon adattamento del modello ai dati (Browne, 1990). L’attendibilità della Job Safety Scale è stata verificata mediante il calcolo dell’alfa di Cronbach. Inoltre per verificare la validità concorrente, sono state esaminate, mediante il coefficiente r di Pearson, le correlazioni della Job Safety Scale con la Job Satisfaction Scale (JSS) e la Occupational Fatigue Exhaustion Recovery Scale (OFER) che sono considerati costrutti connessi in letteratura.

Risultati

Per verificare la struttura unidimensionale della Job Safety Scale è stata condotta un’analisi fattoriale di tipo confermativo. Gli indici di Goodness of Fit sono riportati in tabella 1.

 7) Di Fabio-tab-1b

Relativamente agli indici considerati, la versione italiana dello strumento conferma una struttura unidimensionale.

Per quanto riguarda la consistenza interna, il coefficiente alfa di Cronbach è di .93.

Le correlazioni della Job Safety Scale con JSC e OFER sono riportate in tabella 2.

 7) Di Fabio-tab-2b

Discussione

L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di verificare le proprietà psicometriche della versione italiana della Job Safety Scale (JSS) a cura di Di Fabio.

L’adeguatezza del modello unidimensionale è stata provata dall’Analisi Fattoriale Confermativa. L’attendibilità della scala verificata mediante il calcolo del coefficiente alfa di Cronbach è risultata adeguata.

Le correlazioni della soddisfazione lavorativa positive con la job satisfaction e inverse con la fatica lavorativa depongono per un’adeguata validità concorrente rispetto alle misure effettuate. In particolare è possibile dunque sottolineare che la percezione di una maggiore sicurezza sul posto di lavoro risulta associata a una maggiore soddisfazione lavorativa. La percezione di una minore sicurezza al lavoro risulta invece associata a una maggiore percezione di fatica lavorativa, sottolineando il legame con outcome negativi.

Sebbene i risultati ottenuti mostrino come la Job Safety Scale sia uno strumento valido e attendibile per la misura del costrutto di sicurezza lavorativa anche nel contesto italiano, è necessario sottolineare che il presente studio mostra il limite di aver analizzato le proprietà psicometriche di tale strumento esclusivamente con lavoratori di differenti organizzazioni pubbliche e private della Toscana. In studi futuri dovrebbero pertanto essere inclusi lavoratori di altre aree geografiche in Italia. Sarebbe anche auspicabile verificare le proprietà psicometriche della Job Safety Scale con differenti tipi di organizzazione.

Pur in presenza dei limiti menzionati, la versione italiana della Job Safety Scale appare uno strumento utile per rilevare accuratamente anche nella realtà italiana la percezione di sicurezza sul posto di lavoro, consentendo di continuare la ricerca e di aprire nuove prospettive di intervento per la promozione del benessere dei lavoratori in una prospettiva positiva preventiva (Di Fabio & Kenny, 2015, 2016, 2018; Hage et al., 2007; Kenny & Hage, 2009) e strengths-based preventative perspectives (Di Fabio & Saklofske, 2014a, 2014b, 2019) per promuovere healthy organizations (Di Fabio, 2017b) e sviluppo sostenibile (Di Fabio, 2017a; Di Fabio & Peiró, 2018; Di Fabio & Rosen, 2018) nei contesti lavorativi.

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Autore per la corrispondenza

A. Di Fabio. Tel. +39 055 2755013; Fax +39 055 2756134. Indirizzo e-mail: E-mail: adifabio@psico.unifi.it Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia (Sezione di Psicologia), Università degli Studi di Firenze, via di San Salvi 12 – Complesso di San Salvi, Padiglione 26, 50135, Firenze, Italia.

 

Note

1 A

DOI: DOI: 10.14605/CS1231907
 

© 2017 Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. ISSN 2421-2202. Counseling. Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo effettuata, se non previa autorizzazione dell'Editore.

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