Studi e ricerche / Studies and research
Occupational Fatigue Exhaustion Recovery: intelligenza emotiva oltre i tratti di personalità?
Occupational Fatigue Exhaustion Recovery: Emotional Intelligence beyond personality traits?Occupational Fatigue Exhaustion Recovery: Emotional Intelligence beyond personality traits?
Annamaria Di Fabio
Responsabile del Laboratorio internazionale di ricerca e intervento in Psicologia Positiva Cross-Culturale, Prevenzione e Sostenibilità (CroCPosPsychP&S) e del Laboratorio internazionale di ricerca e intervento in Psicologia per l’Orientamento Professionale, il Career Counseling e i Talenti (LabOProCCareer&T), Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia (Sezione di Psicologia), Università degli Studi di Firenze, http://www.scifopsi.unifi.it/vp-30-laboratori.html
Chiara Burgassi
Laboratorio internazionale di ricerca e intervento in Psicologia Positiva Cross-Culturale, Prevenzione e Sostenibilità (CroCPosPsychP&S) e del Laboratorio internazionale di ricerca e intervento in Psicologia per l’Orientamento Professionale, il Career Counseling e i Talenti (LabOProCCareer&T), Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia (Sezione di Psicologia), Università degli Studi di Firenze, http://www.scifopsi.unifi.it/vp-30-laboratori.html
Sommario
Il presente studio intende approfondire le relazioni dell'intelligenza emotiva con il costrutto di Occupational Fatigue Exhaustion Recovery (OFER), controllando per gli effetti dei tratti di personalità. A 113 infermieri sono state somministrate la versione italiana dell'Occupational Fatigue Exhaustion Recovery Scale (OFER), la versione italiana del Trait Emotional Intelligence Questionnaire-Short-Form (TEIQue-SF) e la versione italiana dell'HEXACO-60. L'intelligenza emotiva aggiunge una percentuale di varianza incrementale rispetto alla varianza spiegata dai tratti di personalità, in relazione al costrutto di Occupational Fatigue Exhaustion Recovery. I risultati sottolineano in particolare il ruolo dell'intelligenza emotiva e le sue relazioni con l'Occupational Fatigue Exhaustion Recovery, offrendo nuove prospettive di ricerca e di intervento.
Parole chiave
Occupational Fatigue Exhaustion Recovery; intelligenza emotiva; tratti di personalità.
Abstract
This study aims to take an in-depth look at the relationship between emotional intelligence and the construct of Occupational Fatigue Exhaustion Recovery (OFER), checking for the effects of personality traits. The Italian version of the Occupational Fatigue Exhaustion Recovery Scale (OFER), the Italian version of the Trait Emotional Intelligence Questionnaire-Short-Form (TEIQue-SF) and the Italian version of the HEXACO-60 were administered to 113 nurses. Findings suggest that emotional intelligence adds a significant percentage of incremental variance in addition to variances due to personality traits with respect to Occupational Fatigue Exhaustion Recovery. The results highlight the role of emotional intelligence and its relationship with Occupational Fatigue Exhaustion Recovery in particular, and offer new perspectives for research and intervention.
Keywords
Occupational Fatigue Exhaustion Recovery; emotional intelligence; personality traits.
Il mondo del lavoro del XXI secolo è caratterizzato da instabilità, insicurezza e continue sfide, dovute a profondi cambiamenti economici, alla globalizzazione, alla diffusione di nuove tecnologie (Di Fabio, 2017a; Guichard, 2009; Savickas, 2011). In questa cornice, il benessere degli individui e delle organizzazioni è particolarmente a rischio (Di Fabio & Kenny, 2016a). Le richieste del mercato del lavoro sono sempre maggiori, a tal punto che l'occupational fatigue e l'occupational exhaustion sono diventati problemi pervasivi in molti Paesi (Demerouti, Bakker, Vardakou, & Kantas, 2003) e l’attenzione all'occupational recovery è divenuta fondamentale per promuovere il benessere dei lavoratori (Van Dijk & Swaen, 2003).
Dall'analisi della letteratura emergono varie definizioni di occupational fatigue, occupational exhaustion e occupational recovery. Il costrutto di occupational fatigue è definito come la manifestazione di un deterioramento delle prestazioni, dopo avere lavorato per un considerevole periodo di tempo (Bartley & Chute, 1947). Il costrutto di occupational exhaustion viene definito come una forma estrema di affaticamento, come conseguenza di un prolungato e intenso sforzo fisico, affettivo e cognitivo causato dall'esposizione prolungata a specifiche condizioni di lavoro (Demerouti et al., 2003). Il costrutto di occupational recovery si riferisce al processo durante il quale il funzionamento di un individuo ritorna al suo livello di pre-stress e in cui lo sforzo si riduce (Craig & Cooper, 1992; Meijman & Mulder, 1998). Ciò implica che il recupero sia un processo durante il quale gli effetti dannosi delle situazioni stressanti vengono eliminati o perlomeno alleviati (Sonnentag & Natter, 2004).
Il passaggio da affaticamento acuto (occupational fatigue) ad affaticamento cronico (occupational exhaustion) è causato da un recupero insufficiente (Winwood, Winefield, Dawson, & Lushington, 2005). Le scale di misurazione della fatica esistenti in letteratura non distinguono tra gli elementi di affaticamento acuto e di affaticamento cronico e nessuna include una misura efficace di recupero dalla fatica (Winwood et al., 2005). In tale cornice, emerge così la necessità di uno strumento adeguato a tale scopo e, di conseguenza, Winwood, Lushington e Winefield (2006; Winwood et al., 2005) hanno proposto un costrutto innovativo che rileva contemporaneamente affaticamento cronico/esaurimento, affaticamento acuto e recupero tra turni successivi. Tale costrutto prende il nome di Occupational Fatigue Exhaustion Recovery (OFER).
Dall'analisi della letteratura emerge il ruolo dell’Occupational Fatigue Exhaustion Recovery come fattore di rischio per il benessere psicologico del lavoratore (Geiger-Brown et al., 2012; Riccardi, 2017; Scott, Arsalanian-Engoren, & Engoren, 2014; Winwood et al., 2006). Si ritiene che l'affaticamento indotto dal lavoro svolga un ruolo importante nel sovraccarico psicologico dell'individuo. Tale sovraccarico si sviluppa quando le opportunità di recupero dagli sforzi durante il lavoro sono insufficienti (Sluiter, de Croon, Meijman, & Frings-Dresen, 2003). In tale cornice si colloca lo studio delle relazioni tra occupational fatigue, occupational exhaustion, occupational recovery e intelligenza emotiva (Brown & Schutte, 2006; Geng et al., 2011). In letteratura l'intelligenza emotiva si configura come una promettente risorsa dell'individuo per limitare gli effetti delle condizioni che portano all'affaticamento e all'esaurimento dei lavoratori (Brown & Schutte, 2006; Geng et al., 2011). Riguardo ai legami emersi tra occupational fatigue, occupational exhaustion e intelligenza emotiva, lo studio di Brown e Schutte (2006), condotto in Australia, ha evidenziato come maggiori livelli di intelligenza emotiva siano associati a livelli più bassi di affaticamento percepito. Anche la ricerca condotta in Cina da Geng et al. (2011) su 246 operatori sociali ha messo in evidenza che più alti livelli di intelligenza emotiva sono associati a più bassi livelli di esaurimento sperimentato. A oggi, però, gli studi in questo ambito risultano limitati, evidenziando così la necessità di ulteriori ricerche concernenti tale relazione.
Alla luce del quadro teorico fin qui delineato, l'obiettivo del presente studio è quello di indagare le relazioni dell'intelligenza emotiva con il costrutto di Occupational Fatigue Exhaustion Recovery (OFER), controllando per gli effetti dei tratti di personalità. Nello specifico nel presente studio si ipotizza che il costrutto di Occupational Fatigue Exhaustion Recovery (OFER) mostri relazioni inverse con l'intelligenza emotiva e che l'intelligenza emotiva aggiunga una percentuale di varianza incrementale rispetto alla varianza spiegata dai tratti di personalità, in relazione al costrutto di Occupational Fatigue Exhaustion Recovery (OFER).
Metodo
Partecipanti
Gli strumenti sono stati somministrati a 113 infermieri, di aziende ospedaliere della Toscana, di cui 30 maschi (26.55%) e 83 femmine (73.45%). I partecipanti hanno un'età compresa tra i 24 e i 63 anni con una media di 44.65 e una deviazione standard di 12.11.
Strumenti
Occupational Fatigue Exhaustion Recovery Scale (OFER). Per valutare l'affaticamento, l'esaurimento e il recupero nei lavoratori è stata utilizzata l'Occupational Fatigue Exhaustion Recovery Scale (Winwood et al., 2005; 2006), nella versione italiana a cura di Di Fabio (2018). La scala contiene tre sottoscale: Affaticamento Cronico/Esaurimento («Sento spesso di non farcela più con il mio lavoro»), Affaticamento Acuto («Ci si aspetta troppo da me nel mio lavoro») e Recupero tra turni («Anche se sono stanco dopo un periodo di lavoro, sono di solito ricaricato per l'inizio del periodo di lavoro successivo»). Ci sono 5 item per ogni sottoscala. Lo strumento è composto da 15 item, con una modalità di risposta su scala Likert a 7 punti (da 0 = Fortemente in disaccordo a 6 = Fortemente d'accordo). La struttura fattoriale dell'OFER è stata verificata mediante un’Analisi Fattoriale Confermativa (AFC), che ha confermato una struttura a 3 dimensioni. Per quanto riguarda la consistenza interna, il coefficiente alfa di Cronbach è di: .85 per Fatigue; .81 per Exhaustion; .80 per Recovery e .88 per il punteggio totale dell'OFER. Le correlazioni con la soddisfazione lavorativa e l'intenzione di abbandonare il lavoro sottolineano un’adeguata validità concorrente relativamente alle misure effettuate.
HEXACO-60. Per valutare i tratti di personalità è stato utilizzato l'HEXACO-60 (Ashton & Lee, 2009), nella versione italiana a cura di Di Fabio e Saklofske (2017). Il questionario, composto da 60 item con modalità di risposta su scala Likert a 5 punti (da 1 = Fortemente in disaccordo a 5 = Fortemente d'accordo), consente di individuare 6 dimensioni fondamentali per la descrizione e la valutazione della personalità ognuna delle quali si compone di 10 item: Onestà/Umiltà (esempio di item «Non fingerei che mi piacesse qualcuno solo per far sì che quella persona mi faccia dei favori»); Emozionalità (esempio di item «A volte non posso fare a meno di preoccuparmi per piccole cose»); Estroversione (esempio di item «Preferisco i lavori che richiedono un’attiva interazione sociale rispetto a quelli che prevedono di lavorare da soli»); Amicalità (esempio di item «Di solito sono abbastanza flessibile nelle mie opinioni quando le persone non sono d’accordo con me»); Coscienziosità (esempio di item « Provo sempre a essere accurato/a nel mio lavoro, anche a discapito del tempo»); Apertura mentale (esempio di item «Le persone spesso mi hanno detto che ho una buona immaginazione»). L'adeguatezza della struttura fattoriale è stata verificata mediante un'Analisi Fattoriale Confermativa (ACF), che ha confermato una struttura a sei dimensioni. Per quanto riguarda la consistenza interna il coefficiente alfa di Cronbach è di: .78 per l'Onestà-Umiltà; .79 per l'Emozionalità; .78 per l'Estroversione; .76 per l'Amicalità; .77 per la Coscienziosità e .78 per l'Apertura Mentale. Le correlazioni dell'HEXACO-60 con il Big Five Questionnaire (BFQ, Caprara, Barbaranelli e Borgogni, 1993) sottolineano un'adeguata validità di costrutto dello strumento.
Trait Emotional Intelligence Questionnaire-Short-Form (TEIQue-SF). Per valutare la trait emotional intelligence è stato utilizzato il Trait Emotional Intelligence Questionnaire-Short-Form (Petrides, 2009), nella versione italiana a cura di Di Fabio e Palazzeschi (2011). Lo strumento è composto da 30 item rispetto ai quali il soggetto deve esprimere il proprio grado di accordo su una scala Likert a 7 punti (da 1 = Completamente in disaccordo a 7 = Completamente d’accordo). Il questionario fornisce un punteggio totale e punteggi per 4 dimensioni principali: Benessere (ad esempio «Sento di avere molte buone qualità»), Controllo (ad esempio «Di solito sono in grado di trovare il modo di controllare le mie emozioni quando voglio»), Emotività (ad esempio «Molte volte non riesco a capire che emozione sto provando») e Socialità (ad esempio «Riesco a interagire in maniera efficace con gli altri»). La struttura fattoriale del TEIQue-SF è stata verificata con un’Analisi Fattoriale Confermativa (AFC), che ha confermato una struttura a 4 dimensioni. I coefficienti alfa di Cronbach per le dimensioni del TEIQue-SF sono i seguenti: .82 per il Benessere; .80 per l'Autocontrollo; .81 per l'Emotività; .82 per la Socievolezza. Le correlazioni del TEIQue-SF con il Bar-On Emotional Quotient Inventory (Bar-On EQ-i), il Mayer Salovey Caruso Emotional Intelligence Test (MSCEIT) e il Big Five Questionnaire (BFQ, Caprara et al., 1993) sottolineano un’adeguata validità concorrente relativamente alle misure effettuate.
Procedura
Per quanto riguarda la procedura impiegata, la somministrazione degli strumenti è avvenuta in maniera individuale, al di fuori dell'orario di lavoro e nel rispetto della legge sulla privacy. L’ordine di somministrazione è stato controbilanciato per controllare gli effetti dell’ordine di presentazione.
Analisi dei dati
Sono state effettuate statistiche descrittive, correlazioni r di Pearson e regressioni gerarchiche.
Risultati
I risultati delle statistiche descrittive e delle correlazioni tra OFER, HEXACO-60 e TEIQue-SF sono riportati in Tabella 1.
I risultati della regressione gerarchica effettuata, considerando il punteggio totale dell'OFER come variabile dipendente e come variabili indipendenti al primo step i tratti di personalità e al secondo step il punteggio totale TEIQue-SF, sono riportati in Tabella 2.
Al primo step i tratti di personalità spiegano il 17% della varianza in relazione al punteggio totale dell'OFER; quando il punteggio totale del TEIQue-SF viene aggiunto al secondo step, il modello è significativo e spiega il 12% di varianza incrementale.
Tabella 1 - Medie, Deviazioni Standard e correlazioni tra OFER, HEXACO-60 e TEIQue-SF
|
M |
DS |
1. |
2. |
3. |
4. |
5. |
6. |
7. |
8. |
1. OFER |
45.81 |
13.94 |
- |
|
|
|
|
|
|
|
2. Onestà-Umiltà |
35.26 |
6.17 |
-.07 |
- |
|
|
|
|
|
|
3. Emozionalità |
32.41 |
4.85 |
.03 |
.01 |
- |
|
|
|
|
|
4. Estroversione |
33.29 |
4.00 |
-.23* |
.17 |
-.13 |
- |
|
|
|
|
5. Amicalità |
31.68 |
4.75 |
-.19* |
.34** |
.02 |
.32** |
- |
|
|
|
6. Coscienziosità |
33.63 |
5.77 |
-.21* |
.58** |
.04 |
.21* |
.07 |
- |
|
|
7. Apertura Mentale |
31.78 |
6.78 |
-.32** |
-.16 |
-.01 |
.32** |
.13 |
.09 |
- |
|
8. TEIQue-SF |
139.18 |
17.36 |
-.47** |
.29** |
-.11 |
.45** |
.32** |
.37** |
.22* |
- |
Nota. N = 113. * p < .05. ** p < .01.
Tabella 2 - Regressione gerarchica. Il contributo dei tratti di personalità e dell'intelligenza emotiva in relazione all'affaticamento cronico, acuto e recupero tra turni
|
β |
Step 1 |
|
Onestà-Umiltà |
.07 |
Emozionalità |
.02 |
Estroversione |
-.07 |
Amicalità |
-.15 |
Coscienziosità |
-.21 |
Apertura Mentale |
-.26* |
Step 2 |
|
TEIQue-SF |
-.42*** |
R² step 1 |
.17** |
ΔR² step 2 |
.12*** |
R² total |
.29*** |
Nota. N = 113. * p < .05. ** p < .01. ***p < .001
Discussione
Lo scopo del presente studio è stato quello di indagare le relazioni dell'intelligenza emotiva con il costrutto di Occupational Fatigue Exhaustion Recovery (OFER), controllando per gli effetti dei tratti di personalità. Le due ipotesi del presente studio risultano confermate. Dai risultati emerge che il costrutto di Occupational Fatigue Exhaustion Recovery (OFER) presenta relazioni inverse con l'intelligenza emotiva e che l'intelligenza emotiva aggiunge una percentuale di varianza incrementale rispetto alla varianza spiegata dai tratti di personalità, in relazione al costrutto di Occupational Fatigue Exhaustion Recovery (OFER). L'intelligenza emotiva, come emerge anche da questi risultati, sembra in relazione con l’affaticamento e l'esaurimento dei lavoratori, confermando i promettenti risultati presenti in letteratura (Brown & Schutte, 2006; Geng et al., 2011). In particolare, maggiori livelli di intelligenza emotiva potrebbero essere in gioco associati a livelli più bassi di affaticamento percepito (Brown & Schutte, 2006) e associati a più bassi livelli di esaurimento sperimentato (Geng et al., 2011). L’intelligenza emotiva riflette il modo con cui gli individui sono in grado di rispondere in maniera adattiva a ciò che li circonda (Petrides & Furnham, 2006) e può costituire un fattore di protezione in grado di rendere l’individuo meno vulnerabile all'affaticamento e all'esaurimento.
Il presente studio mostra tuttavia alcuni limiti. Un primo limite è legato al fatto che le relazioni tra il costrutto di Occupational Fatigue, Exhaustion, Recovery (OFER) e l'intelligenza emotiva sono state analizzate con infermieri di aziende ospedaliere della Toscana, che non risultano, quindi, rappresentativi del contesto italiano. Ricerche future dovrebbero prendere in considerazione gruppi di partecipanti maggiormente rappresentativi della realtà italiana. Un ulteriore limite, come sottolineato anche in letteratura (Winwood et al., 2006), è che le opportunità per validare la scala OFER sono state limitate ai lavoratori del settore dell'assistenza sanitaria (infermieri). Ricerche future dovrebbero prendere in considerazione gruppi di lavoratori anche di diversi settori organizzativi, rappresentativi del mondo del lavoro.
Nonostante i limiti evidenziati, il presente lavoro ha sottolineato il ruolo dell'intelligenza emotiva in relazione all'Occupational Fatigue Exhaustion Recovery. Se i risultati del presente studio saranno confermati in ricerche future, potrebbero essere realizzati precoci interventi preventivi sull'intelligenza emotiva, in quanto variabile incrementabile mediante training specifici (Bar-On, 1997a; Di Fabio & Kenny, 2011; Mayer, Salovey, & Caruso, 2002), differenziandosi dai tratti di personalità che sono considerati sostanzialmente stabili (Costa & McCrae, 1992), per promuovere una riduzione dell'affaticamento e dell'esaurimento sul posto di lavoro a sostegno del benessere del lavoratore e delle organizzazioni. Il benessere è un requisito fondamentale per la salute dell'individuo e una parte essenziale per la vita organizzativa e la gestione delle risorse umane (Di Fabio, 2017b).
Per affrontare adattivamente la complessità del mercato del lavoro del 21° secolo è stata sviluppata una nuova prospettiva focalizzata sulle healthy organizations (Di Fabio, 2017c; Di Fabio & Kenny, 2016a), caratterizzata da cultura, clima e buone pratiche per promuovere il benessere e la sicurezza dei lavoratori nell'efficacia organizzativa (Lowe, 2010). La vera sfida è quella di promuovere healthier societies costruendo healthy organizations con un focus sul benessere (Di Fabio, 2017a) a partire dalla cornice della prevenzione primaria (Di Fabio & Kenny, 2016a, 2016b; Di Fabio, Kenny, & Minor, 2014).
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Autore per la corrispondenza
A. Di Fabio. Fax +39 055 2756134. Tel. +39 055 2755013.
Indirizzo e-mail: adifabio@psico.unifi.it
Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia (Sezione di Psicologia), Università degli Studi di Firenze, Via di San Salvi 12 – Complesso di San Salvi, Padiglione 26, 50135, Firenze, Italia.
Note
1 A
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