Il modello «sartoriale» per la creazione di laboratori ad hoc sulle esigenze dei soggetti

Simonetta Lumachi

Il modello «sartoriale» nasce dall’esigenza di porre al centro della creazione del progetto educativo l’individuo preso in carico, andandone a prendere prima le «misure» esatte riferite alle sue aree di competenza e solo successivamente individuando i laboratori e i gruppi in cui inserirlo. Il progetto su misura parte dalle esigenze effettive e presenti in un determinato momento di vita del bambino/a o ragazzo/a. Il fine del benessere del soggetto, all’interno del suo mondo, in quel preciso momento della sua esistenza, solitamente va a condizionare le finalità e le metodologie di intervento, offrendo attività «ecologiche» e spendibili quotidianamente in famiglia o con i pari. In merito ai vari laboratori che si svolgono attualmente presso l’Associazione Philos di Genova, in quest’articolo si sottolinea l’importanza che ha avuto nella loro creazione, nascita e svolgimento la richiesta di «adeguamento» alle attività di normale vita quotidiana da parte delle famiglie, con esempi come la «preparazione alla Comunione», laboratorio apparentemente poco fantasioso, ma molto utile nel vivere esperienze analoghe o ancora meglio «condivise» con i propri coetanei.

DOI 
10.14605/AUT1431604

Keywords
Autismo, Comunicazione Aumentativa Alternativa, inclusione, modello di laboratorio «sartoriale», Prima Comunione.

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