Disturbi Specifici dell’Apprendimento: dagli interventi nei contesti educativi e rieducativi alla psicoterapia secondo l’approccio cognitivo-comportamentale

Francesca Scortichini, Giacomo Stella

L’esperienza clinica mostra che per una notevole percentuale di bambini con Disturbo Specifico dell’Apprendimento è sufficiente ricevere una diagnosi chiara accompagnata da una adeguata spiegazione rispetto alle cause del disturbo e alle metodologie per bypassare il problema. Altre volte invece la presenza di un disturbo di apprendimento può essere una circostanza che si accompagna a grandi sofferenze emotive nell’infanzia e, in tal senso, può concorrere a determinare una deviazione patologica dello sviluppo, soprattutto se coesistono anche altri fattori di vulnerabilità nella storia del soggetto (Luci e Ruggerini, 2010). Altre volte ancora, a seguito della diagnosi, i bambini devono intraprendere dei percorsi logopedici e/o riabilitativi che richiedono molti sforzi e questo può concorrere a produrre ulteriore malessere, soprattutto se gli obiettivi del trattamento non vengono condivisi e se non si pone attenzione agli aspetti motivazionali. Nei casi dei bambini più grandi (scuola secondaria) o con disturbo più severo, si sceglie di bypassare il problema di automatizzazione impostando un lavoro per familiarizzare con gli strumenti compensativi (Shavelson, Hubner e Stanton, 1976). In tutti questi casi alcune tecniche mutuate dall’approccio cognitivo-comportamentale possono venire in aiuto. Il presente lavoro si propone di fornire alcuni esempi di applicazione delle stesse, in ambito DSA.

DOI
10.14605/DIS1421703

Keywords
Approccio cognitivo-comportamentale, Disturbi Specifici dell’Apprendimento, psicopatologia, potenziamento cognitivo, sé accademico.

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